Giovanni Dalle Fusine torna sul tema dei recuperanti di materiale bellico con un approfondimento dato alle stampe da Menin Edizioni di Schio Schegge, cartucce e soldati senza nome. Vari capitoli spiegano la raccolta di quanto le battaglie hanno lasciato tra i solchi del terreno. Un’immensa officina in cui venne trasformato il fronte dalle Giudicarie al confine con l’ex Jugoslavia. L’autore illustra le modalità con cui i resti mortali raccolti a Folgaria, Cresta Croce in Val Rendena, vengono analizzati da vari compartimenti della medicina moderna. Conclude il volume un decalogo del recuperante moderno, stilato dal Comitato Mondiale Metal Detecting, al quale tutti i moderni cercatori dovrebbero attenersi.
Lettera firmata
Accanto ad un’enorme quantità di pubblicazioni sulla Prima Guerra Mondiale (oltre 40 mila!) esistono migliaia di musei e raccolte di cimeli, pubblici e privati, molti dei quali curati dalle nostre Sezioni e Gruppi. È il culto della memoria. Eserciti di studiosi, esperti, semplici collezionisti hanno preservato dalla distruzione un patrimonio straordinario. Forse è il caso di fermarci per metterlo in ordine e valorizzarlo con un progetto organico mirato a far conoscere e trasmettere il significato di un’esperienza, la guerra, che nessuno vuole ripetere.
Pubblicato sul numero di ottobre 2010 de L’Alpino.