Nell’alluvione del 25 ottobre dell’anno scorso, che ha interessato intensamente il territorio della fascia costiera ed interna della zona delle Cinque Terre, i volontari dell’Associazione Nazionale Alpini furono i primi ad arrivare sul posto per le operazioni di soccorso, ma anche gli ultimi a lasciare questi luoghi per compiere attività di sostegno alla popolazione, oltre che per gli improrogabili ripristini ambientali.
Per la sintonia che si era instaurata con i rappresentanti delle istituzioni locali, così come quella che si era creata con la popolazione, c’era un obbligo morale di tutti i volontari di ritornare per riprendere le attività ed il dialogo con quegli abitanti. Gente di montagna, come tanti di noi, profondamente legata al proprio territorio ed alla economia che li sostiene a rimanere in questi luoghi dove sono nati a difesa delle loro tradizioni.
Dopo un’approfondita indagine siamo ritornati nei Comuni di Rocchetta di Vara, Pignone, Monterosso e Vernazza. Così, dopo aver organizzato i turni di attività, dal 19 marzo, 70 volontari per quattro settimane (le attività si sono concluse a fine aprile, dopo un fermo per le vacanze pasquali) si sono alternati per svolgere con responsabilità ed entusiasmo le attività programmate. A Rocchetta di Vara, siamo stati accolti con un rinnovato entusiasmo non solo dall’attivo e dinamico sindaco ma anche dalla popolazione; gli alpini hanno svolto in modo prevalente attività negli alvei di torrenti e corsi d’acqua del reticolo minore per asportare, previo sezionamento, i numerosissimi tronchi e arbusti che impedivano un regolare afflusso delle acque.
A Pignone, abbiamo trovato un ambiente ancora più famigliare ed accogliente, specie da parte della cittadinanza che si sentiva protetta. Qui l’intervento principale è stato quello di ripristinare il tracciato, anche con la realizzazione di ponti in legno e la sentieristica di collegamento con la fascia costiera delle Cinque Terre. A Monterosso e Vernazza, oltre a interventi negli alvei di torrenti per la rimozione di tronchi di alberi caduti o trascinati per la forza delle acque, l’attività si è concentrata nel ripristino del cosiddetto “sentiero azzurro” che si snoda lungo le pendici scoscese che prospettano direttamente sul mare. Le attività sono state delicate e di alta professionalità da parte dei volontari, con la ricostruzione di tratti completamente aerei, muretti a secco, ripristino di scarpate, sfoltimento di vegetazione.
Il tutto con ampia soddisfazione della popolazione. Tutti gli oneri economici che l’Associazione ha sopportato sono stati sostenuti con un generoso contributo che la Cassa di Risparmio della Spezia ha messo a disposizione della nostra Associazione per questa meritevole opera ambientale.
Giuseppe Bonaldi