In vista del rito della beatificazione, che avverrà a Milano il prossimo 25 ottobre, il diritto canonico prevede la ricognizione della salma , cui sono state sottoposte le spoglie di don Carlo Gnocchi, composte nella cappella del Centro Santa Maria Nascente della Fondazione.
Davanti alla bara, estratta dal sarcofago di porfido della Valcamonica, donato dagli alpini, hanno sfilato alpini e semplici devoti, disabili e medici, parrocchiani di S. Colombano (paese natale) e di Montesiro di Besana Brianza dove don Gnocchi celebrò la prima Messa.
Dopo un momento di preghiera, con il delegato dell’ufficio diocesano monsignor Ennio Apeciti e mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione, un pool di medici e patologi ha ispezionato la salma.
Tra le mani, don Gnocchi stringe ancora il Crocefisso regalatogli dalla madre al momento dell’ordinazione a sacerdote. Si sta realizzando ormai quanto aveva predetto l’amico arcivescovo di Milano, cardinale Martini, parlando degli alpini nella tragedia di Russia: Eroi eravate tutti, ma lui, per giunta, era un santo .