Ponte dell’Amicizia e guerra in Ucraina

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In questi giorni su alcune pagine web russe sono comparse polemiche prese di posizione, che, associandola alla guerra in atto nella vicinissima Ucraina, criticano la presenza nella cittadina di Rossosch di un monumento che ricorda tutti i Caduti in terra di Russia nella Seconda Guerra Mondiale e a Livenka/Nikolajewka la presenza del Ponte dell’Amicizia, costruito dall’Associazione Nazionale Alpini nel 2018.

Il sito in questione (Bloknot-voronezh.ru) accusa le autorità locali di non prendere provvedimenti contro quelli che definisce simboli degli alpini “fascisti”, affermando anche che alcuni di questi starebbero combattendo a fianco dei “nazisti ucraini” e chiede che il monumento di Rossosch venga rimosso. In realtà sul piccolo monumento sono stilizzati sia il cappello alpino sia la stella russa simbolo dell’Armata Rossa e la targa sotto di essi ricorda: “Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”.

Il sito pubblica anche alcune fotografie in cui si vede che la ormai celebre Z bianca, con lo scopo sarebbe “denazificare” la struttura è stata dipinta su una delle sagome metalliche degli alpini che ornano le sponde del ponte di Nikolajewka, mentre con un lungo cartone nero sono stati coperti i cappelli e le penne delle stesse figure.

L’Associazione Nazionale Alpini – per voce del suo presidente, Sebastiano Favero – respinge con fermezza la definizione di fascisti che in quelle pagine è indirizzata alle penne nere e sottolinea che a Rossosch il cippo che ricorda i Caduti sorge in un giardino di fronte all’Asilo Sorriso, una scuola materna per 180 bambini che proprio dai volontari Ana è stata costruita nel 1992 e donata alla città, così come il Ponte di Nikolajewka, in segno di fratellanza e riconciliazione con la popolazione di quelle terre. Smentisce inoltre qualunque coinvolgimento in operazioni belliche, altro sospetto adombrato sul web e ricorda la sempre dimostrata volontà di pace e di solidarietà, che anche in queste settimane sta esercitando a favore delle popolazioni colpite dalla guerra.