“Signore delle cime”

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    Mi ha lasciato allibito la critica di un lettore di Bergamo, comparsa sul n. 1/2013 de L’Alpino relativa alla canta “Signore delle cime”. Alpini o alpinisti? Non ha capito l’autore che la montagna rappresenta i tanti problemi e le tante fatiche della vita per cui ognuno di noi ogni giorno combatte, ogni giorno si impegna per superarne le difficoltà, fino a consumarsi la vita.

    E non ha capito che si conclude con una preghiera a Santa Maria affinchè protegga il meritato riposo eterno dopo la scalata delle difficoltà della vita.

    Ben venga l’inno di De Marzi sentendo il quale ogni volta mi viene un groppo in gola e forse anche una lacrima e non mi stanco mai di sentirlo, mi richiama sempre davanti agli occhi oltre settantatre anni di vita. Alpini o alpinisti non ha senso: è la vita che scorre nella canta “Signore delle Cime”.

    Giovanni Scola


    Senza essere… aggressivo come l’alpino Luigi Suagher di Albino (Bergamo), anch’io sono stufo di sentire suonare “Signore delle Cime” (l’ho persino sentita suonare in una festa di bersaglieri dalla loro fanfara), oppure canticchiare come sottofondo alla nostra Preghiera a fine Messa, perchè una cosa sono gli alpini e un’altra gli alpinisti. Sono stato anche alpinista ma allora non era ancora in auge questo canto e nel rifugio i canti erano sempre allegri.

    Io ho cominciato a cantare in un coro quando avevo 13 anni all’oratorio e si cantavano canti degli alpini, anche perchè il parroco era stato cappellano militare del btg. Val Dora durante la guerra 15/18.

    Poi ho continuato a cantare in diversi cori fino a pochi anni fa quando ho dovuto smettere per motivi di salute. Una sera ho avuto l’onore di essere diretto dal Maestro De Marzi e ho cantato “Signore delle Cime”, ma non era una festa degli alpini, se no con tutto il rispetto per il predetto Maestro e tutti gli altri suoi magnifici canti, mi sarei rifiutato.

    Ora che ho raggiunto l’età in cui uno comincia a pensare alla sperata accoglienza del generale Cantore, ho lasciato scritto nel testamento ai miei famigliari che al mio funerale non voglio sentire applausi e non vorrei sentire cantare “Signore delle Cime”, semmai il “Lacrimosa dal Requiem” di Mozart o “Gran Dio del Cielo”, che me la cantava mio papà per farmi addormentare.

    Franco Seita – Villanova d’Asti (AT)

    Amici cari, per ora 1 a 1 e palla al centro, ma senza mandare in serie B ciò che merita di giocare in Champion’s League.