Il Centro Addestramento Alpino di Aosta: palestra di campioni

    0
    592

    Bisogna risalire al 9 gennaio 1934, Palazzo Civico di Aosta, per dare una data di nascita alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo. Finalità: preparare i Quadri destinati all’addestramento delle Truppe Alpine e curarne l’armamento e l’equipaggiamento. La vittoria della pattuglia italiana alla 4ª edizione dei Giochi Olimpici di Garmisch del 1936, in una specialità nordica monopolio fino allora dei finlandesi e degli svedesi, diede notorietà e slancio ai nostri alpini e così fu costituito il Nucleo pattuglie sci veloci alpine.

     

    Il Trofeo Mezzalama, la più dura e prestigiosa competizione sci alpinistica del mondo, con un tracciato tra il Cervino e il Monte Rosa, su quote tra i 3 4.000 metri, vinto tre volte consecutive, consacrò definitivamente la vocazione di eccellenza della scuola. Dal 1948, dopo le vicende della Seconda Guerra Mondiale, nel corso della quale i battaglioni Duca degli Abruzzi e Cervino scrissero pagine leggendarie di tenacia e valore, viene ricostituita la Scuola Militare Alpina che, oltre ad avere attivato centinaia di corsi per ufficiali di complemento e a restare nel cuore di tanti soci ANA che l’hanno frequentata, con il Nucleo Sci Agonismo di Courmayeur sforna campioni del livello di Gianfranco Stella, campione italiano assoluto nella 15 km di fondo e nella staffetta di Madonna di Campiglio; Leonardo David, vincitore della Coppa Europa di sci alpino nel ’78 e a Oslo, nel ’79, dello speciale di Coppa del mondo davanti a Stenmark; Richard Pramotton, vincitore nel gigante di Adelboden nell’86, di Sestrière e Val Badia nell’87; Albarello, campione del mondo, 1987, nella 15 km di Obersdorf e oro ancora nello sci nordico, anni novanta.

    L’elenco degli atleti e dei successi è lunghissimo, alcuni anche rosa con Katia e Mara Zini, e non si chiude con gli ori di Vuillermin, Favre, Blasbichler, Brunod perché tanti altri nomi, omessi per necessità di spazio, formano un palmarès di grande prestigio di cui il Centro Sportivo Esercito, Sezione sci alpinistica, va giustamente orgoglioso.

    Oggi il Nucleo Sci Agonismo è diventato Reparto Attività Sportive e si articola nelle sezioni Sport Invernali C.S. Esercito e Sci Alpinistica. Occupa la caserma Luigi Perenni di Courmayeur che si sviluppa su edifici sorti in epoche diverse, ma ben conservati e si inserisce perfettamente nell’impianto urbanistico della vallata. Non ha la tipologia della struttura militare; somiglia piuttosto ad un elegante residence per vacanze, anche se improntato all’essenzialità della funzione cui è destinata. A parte la palazzina che ospita il comando, dove alcuni anni fa ha trascorso qualche settimana di riposo anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi, di particolare interesse è la palestra con diverse sale riservate alle ultime sofisticate attrezzature per gli allenamenti indoor.

    Tappezzano i corridoi foto di campioni, pareti violate in prima assoluta, località famose come Albertville, Lillehammer, Nagano e volti di personaggi che hanno fatto la storia dell’alpinismo italiano perché il Gruppo militare di Alta Montagna rappresenta l’espressione elevata delle capacità tecniche nell’alpinismo di massimo livello. Basti citare solo alcune delle spedizioni: Everest, Alaska, Aconcagua, Annapurna, K2, Fitz Roy, Vinson. Negli ampi cortili regna il silenzio di una località di vacanza e se non fosse per qualche ragazzo che passando scatta sull’attenti alla vista di un superiore, sarebbe difficile pensare di essere in una caserma.

    In uniforme sono solo il comandante col. Marco Mosso, il suo aiutante maggiore Martino Felicetti, lo staff che amministra personale e struttura, mentre i soldati atleti circolano in tuta con le sole insegne dell’Esercito. Sotto un gazebo che ripara dal sole estivo parliamo con qualcuno di loro. Ettore Taufer, primo maresciallo, responsabile del gruppo montagna e istruttore della sezione sci alpinistica, è un giovane alto, asciutto che ispira anche fisicamente sicurezza e tranquillità. Pratica la montagna da oltre vent’anni e ne parla con la competenza di chi la vive con disciplina e professionalità.

    Una grande passione che diventa quasi il senso della vita se la si affronta con la consapevolezza che al disopra di tutto si deve porre la sicurezza. Ha al suo attivo aperture di vie in prima assoluta, spedizioni in vari continenti e recentemente, con altri tre compagni, capofila della lunga marcia di 350 km in Antartide e la conquista del Vinson.

    Quando c’è qualche difficoltà sulle pareti più impegnative del mondo diventa consulente privilegiato proprio per la sua competenza e serietà. È con lui il caporal maggiore Marco Farina, poco più che ventenne, volto simpatico e modo di fare piuttosto schivo. Nato in Valle d’Aosta ha cominciato a respirare montagna con il latte materno e quindi si porta dentro il bisogno irrinunciabile dei grandi spazi e delle visioni delle cime spazzate dal vento. La montagna gli ha chiesto il fratello maggiore, un numero uno dell’alpinismo mondiale, ma questo non lo ferma nella sua determinazione di viverla nella sua dimensione più completa.

    Chi l’ha visto nel luglio scorso arrampicarsi su una parete del Falzarego, su un tetto di settimo grado, ha potuto rendersi conto come quel ragazzo sappia affrontare difficoltà estreme con l’eleganza di un esteta. Fantastico. Eppure nonostante l’aria timida si porta dentro una fermezza ed un coraggio che si esprimono pienamente solo quando si misura con una parete. Non è sfida o dominio, ma un rapporto avvincente, irrinunciabile. Altri giovani vengono a far compagnia a Ettore e a Marco. Ragazzi dall’aria pulita e composta, consci di avere fatto una scelta di vita importante, in cui si gioca il proprio avvenire facendo affidamento solo sulle proprie risorse e sulla propria volontà.

    Hanno tutti una vocazione forte per gli sport alpini, ma lì si entra solo se i livelli raggiunti sono eccellenti, la crema della crema direbbe il gen D. Bruno Petti comandante delle Truppe Alpine, già responsabile del Centro Addestramento Alpino, con un debole per la scuola di Courmayeur. E si resta solo se si dimostra sul campo, cioè a livello competitivo e nel carattere che si ha la stoffa del campione. Le discipline praticate sono più di una decina, cioè tutte quelle invernali: sci alpino, fondo, biathlon, slittino, snow bord, pattinaggio, winter triathlon ed altre, e sfornano atleti per la Federazione Italiana Sport Invernali F.I.S.I e la Federazione Sport Ghiaccio.

    Il Reparto Attività Sportive, ci spiega il col. Marco Mosso, un ufficiale che guida la scuola con il piglio del manager, la sensibilità dello psicologo, la competenza del docente e la fermezza del militare, si integra con il Centro Addestramento Alpino di Aosta che tiene corsi obbligatori per tutti gli ufficiali e sottufficiali delle Truppe Alpine ed è aperto anche ad altre specialità dell’Esercito, come gli incursori della Marina, paracadutisti, solo per citarne qualcuna, e ospita regolarmente militari di altre nazionalità.

    La complessa articolazione dei corsi attivati e la molteplicità dei destinatari hanno trasformato radicalmente la vecchia Scuola Militare Alpina. Il Centro Addestramento Alpino è inserito nell’organico delle Truppe Alpine, e non poteva essere diversamente, ma la sua attività si apre a finalità e ad esigenze di specialità diverse e chiunque porti le stellette la può frequentare. Ai giovani che intendessero entrarvi, oltre alla vocazione alpina , si richiedono carattere e determinazione. La caratura atletica, se c’è, lì trova l’ambiente ideale per emergere.

    Comandante del Centro è il gen. Claudio Berto, un brillante ufficiale alpino che, in perfetto stile montanaro, ama la concretezza del fare piuttosto che le disquisizioni accademiche. È responsabile di un settore delicato e prestigioso della formazione militare, non solo degli alpini. I risultati sportivi sono importanti. In una società come la nostra ci si presenta anche con quel biglietto da visita. Ma non costituiscono l’obiettivo unico: come priorità c’è il rispetto e la formazione della persona. A Co
    urmayeur questo si avverte in modo forte e chiaro.

    Vittorio Brunello <! pagebreak >

    GEN. B. CLAUDIO BERTO

    Il generale di Brigata Claudio BERTO è nato a Torino il 26 agosto 1958. Nel periodo ottobre 1977 settembre 1979 ha frequentato il 159º Corso presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino. Nel gennaio 1982, nel grado di tenente, è stato assegnato al Battaglione Alpini SUSA Brigata alpina Taurinense, a Pinerolo. È stato comandante di compagnia al Btg. Tolmezzo, e dopo aver frequentato il corso di Stato Maggiore e il corso superiore di Stato Maggiore è stato assegnato al IV Corpo d’Armata di Bolzano. È quindi tornato a Pinerolo per comandare il Btg. Susa. In tale veste, da gennaio a settembre 1997, ha partecipato all’operazione Costant Guard in Bosnia Erzegovina. Ha partecipato infine a missioni in Kosovo, quale vice capo dell’Ufficio Operazioni del comando NATO KFOR e dal gennaio a giugno del 2003 in Afghanistan, dove ha comandato la Task Force Nibbio a KHOST a guida del 9º Alpini del quale è stato comandante dal novembre 2002 al febbraio 2004. Dal gennaio 2008 comanda il Centro Addestramento Alpino.

    COL. MARCO MOSSO

    Nato ad Aosta il 5 aprile 1958 è entrato far parte dell’Esercito Italiano nel 1978. Sottotenente degli Alpini nell’autunno 1978 ha assolto incarichi di comandante di plotone e compagnia del battaglione Esploratori, del battaglione A.U.C. e del battaglione Alpini Aosta . È stato istruttore e capo sezione Sci Alpinistica del Centro Addestramento Alpino. Attualmente è comandante del Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino Sezione Sport Invernali del Centro Sportivo Esercito e Sezione Sci Alpinistica.

    Pubblicato sul numero di ottobre 2008 de L’Alpino.