Braies: pellegrinaggio nel ricordo dei sette alpini travolti dalla valanga

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    Sono trascorsi 40 anni dalla tragedia di Ponticello di Braies nella quale il 7 marzo 1970 persero la vita sette alpini veronesi travolti da una valanga. Per ricordare i suoi figli tragicamente scomparsi, la sezione di Verona ha compiuto il 20 giugno un pellegrinaggio sul luogo in cui accadde la dolorosa vicenda. Sono arrivati in più di 500 con nove pullman, oltre ad automobili private e camper. Mentre salivano lungo la valle di Braies sotto la pioggia insistente e le nuvole basse che nascondevano le montagne circostanti, piano piano le gocce d’acqua si sono appesantite e trasformate in neve. Una neve bagnata e pesante con un freddo pungente, che facevano ricordare con intensità la terribile fine sotto la neve di quelle giovani vite.

    A causa del maltempo, la Messa in suffragio è stata celebrata dal generale don Quinz sotto il grande tendone che ha raccolto tutti in preghiera. Erano presenti quattro vessilli sezionali: Verona con il presidente Peraro e numerosi consiglieri sezionali, Bolzano con il presidente Scafariello, Belluno e Belgio con il presidente Agnoli, che in quel triste giorno si trovava in servizio a fondo valle per verificare le piazzole di tiro. Facevano ala all’altare circa ottanta gagliardetti di Gruppi. Presenti anche i due reduci Vittorio Benati e Isidoro Bombieri, il consigliere nazionale Angelo Pandolfo ed il revisore dei conti Ildo Baiesi. Per le Forze Armate era presente il ten. col. Vollono e il comandante dei carabinieri cap. Squarciafico.

    Tra le diverse allocuzioni pronunciate, merita una citazione quella del sindaco di Braies Alfred Mutschlechner, che ha ricordato la collaborazione ai soccorsi prestata dalla popolazione locale ed i buoni rapporti sempre esistiti con i reparti alpini presenti sul territorio. Tre vigili del fuoco volontari di Braies rappresentavano il gruppo che partecipò alle ricerche e prestò i primi soccorsi. Al termine della Messa un lungo corteo si è incamminato sotto la pioggia verso la cappelletta eretta a ricordo dei sette alpini, dove la cerimonia si è conclusa con l’alzabandiera, la deposizione di due corone d’alloro e la recita della preghiera dell’alpino. (i.b.)

    Pubblicato sul numero di settembre 2010 de L’Alpino.