Gli alpini del gruppo di Varallo hanno concorso al restauro della chiesa del Cucco (nella foto) che sovrasta il Levante di Varallo, dedicata al culto di Santa Barbara e raggiungibile con una camminata di dieci minuti sul facile sentiero che si stacca dalla strada per il Sacro Monte.
All’inaugurazione erano presenti numerosi consiglieri comunali con il vice sindaco Enrica Longhetti e il consigliere regionale Alessandro Biziak, che nel loro intervento hanno lodato il CAI e gli alpini del gruppo di Varallo per l’opera compiuta ed in particolare la famiglia Strambo, proprietaria del fondo sul quale è costruito il prezioso manufatto, per la disponibilità dimostrata.
L’architetto Laura Scoccini si è occupata della progettazione e ha seguito i restauri: dalla sistemazione e parziale rifacimento del tetto, all’intonacatura esterna, la posa di nuovi serramenti, fino alla collocazione della campana dopo che quella originale era stata sottratta. Giorgio Salina, già presidente della sezione CAI di Varallo, ha illustrato le tappe del recupero, ringraziando quanti hanno partecipato a vario titolo ai lavori, sottolineando l’intensa cooperazione col gruppo ANA di Varallo, guidato da Ferruccio Guaschino.
Salina ha poi auspicato che si possa annualmente dedicare in loco una giornata di festa in onore di Santa Barbara, per far rivivere la chiesetta e non lasciarla cadere di nuovo nell’oblio. Il capogruppo Guaschino ha concluso gli interventi ricordando fra i volontari che si sono succeduti nelle varie fasi dell’operazione di recupero strutturale, anche la squadra sezionale di Protezione civile che per prima ha dato il via ai lavori disboscando la zona limitrofa alla chiesetta, predisponendo l’area di elisbarco dei materiali, ripulendo e sistemando il sentiero di accesso.
Il prevosto, don Gianfermo, accompagnato da don Gianpaolo, ha quindi benedetto la chiesa restaurata e la targa commemorativa, scoperta dalla signora Longhetti e dall’alpino Guaschino. I prossimi interventi riguarderanno il restauro degli affreschi che ornano le pareti interne e soprattutto la cupoletta della chiesa, in cui si riconoscono Santa Barbara, San Carlo Borromeo, la Beata Panacea e un altro santo, probabilmente San Gaudenzio.
La bella pala che era collocata sull’altare, rappresentante l’apoteosi di Santa Barbara, attribuibile all’Orgiazzi o al Grassi, versa in cattivo stato di conservazione ed è ospitata al Sacro Monte, in attesa di restauro.
Marco Zignone
Pubblicato sul numero di marzo 2010 de L’Alpino.