In occasione dell’Adunata di Bergamo ci sono stati due incontri con le delegazioni provenienti dall’estero in rappresentanza delle Sezioni e dei Gruppi autonomi ANA sparsi nel mondo. Il primo, venerdì 7 maggio nell’Auditorium in piazza della Libertà, alla presenza del Consiglio Direttivo Nazionale al completo, nel corso del quale, si è discusso in modo informale e amichevole delle problematiche relative all’attività associativa in contesti certamente non favorevoli agli incontri per le distanze che spesso esistono tra le sezioni all’estero e per il progressivo invecchiamento degli iscritti. In tutti c’è però la volontà di continuare nell’impegno di testimoniare la presenza alpina in quella che per tutti è diventata la seconda patria e non secondario è il forte attaccamento ad un cappello che col passare del tempo non solo non perde la forza simbolica dei vent’anni ma sembra quasi acquisire una rilevanza che sfiora la religiosità.
A questo proposito il presidente della sezione Sud Africa Tullio Ferro ha posto con calore il problema dei figli e nipoti di alpini andati avanti’ che manifestano in modo sempre più pressante il desiderio di potere portare nelle manifestazioni associative il cappello ereditato dai loro cari. Il messaggio, condiviso anche da qualche altro presidente di sezione, è stato recepito dal tavolo della presidenza che ha assicurato di approfondire la richiesta nelle sedi competenti. Bisogna in futuro pensare di fare qualcosa ha concluso Perona visibilmente commosso.
Sabato 8 maggio, al Teatro Donizetti incontro ufficiale del presidente nazionale Corrado Perona, del CDN e delle numerose autorità civili, militari, di Polizia coinvolte e sezioni all’estero, le rappresentanze della IFMS, delle Truppe da Montagna straniere. Il presidente della sezione di Bergamo Antonio Sarti nel suo indirizzo di saluto esordisce ricordando che Il bergamasco è terra di emigranti e quindi conosce bene i sacrifici, le aspettative di chi ha cercato fortuna lontano dall’Italia.
L’adunata è l’occasione per incontri tra amici e per ritrovare il Paese che resta sempre nel cuore. Il sindaco, Franco Tentorio, esprimendo la sua soddisfazione di poter mettere a disposizione di questo incontro il salotto buono della città, com’è il Teatro Donizetti. Invita tutti a sentirsi a casa propria e ringrazia gli alpini per la loro presenza.
Il presidente della Provincia Ettore Pirovano con compiacimento si dice ammirato per la fierezza e la dignità con cui gli alpini portano il loro cappello, testimonianza di una storia radicata nella memoria della gente bergamasca. Il comandante delle Truppe Alpine gen. D. Alberto Primicerj nel rivolgere un saluto caloroso a Bergamo, città meravigliosa dal cuore alpino, e alle rappresentanze militari estere, sottolinea come in queste circostanze si respiri il forte sentimento di fratellanza che esiste tra i militari che hanno scelto la montagna come palestra di vita.
Il consigliere nazionale Munarini, responsabile della IFMS, ricorda come la federazione sia nata proprio a Bergamo con lo scopo di favorire la pace tra i popoli, sancire il rispetto dei diritti dell’uomo e diffondere l’amicizia tra i popoli. Interviene il segretario generale della Federazione, lo sloveno brig. gen. Bojan Pograjc, che in perfetto inglese saluta gli alpini e non nasconde la sua ammirazione per un Corpo che sa mantenere vive le migliori tradizioni di un popolo dignitoso e laborioso. Il delegato alle sezioni all’estero Ornello Capannolo, incaricato di fare gli onori di casa, oltre ai ringraziamenti di rito ricorda con calore i sacrifici di chi ha dovuto abbandonare la sua terra per emigrare in paesi dove non sono mancati né sudore, né le lacrime. Concludendo comunica che sono sorti due nuovi gruppi: Medellin (Colombia), e Transilvania (Romania).
Il presidente Perona, dopo aver consegnato i gagliardetti ai capigruppo, prende la parola per ringraziare tutti i presenti: autorità, alpini, rappresentanze civili e militari provenienti dall’estero. Un saluto particolarmente caloroso lo riserva ai tre presidenti emeriti presenti in sala: Vittorio Trentini, Nardo Caprioli e Beppe Parazzini.
Non capita spesso di vedere assieme un pezzo importante della storia dell’ANA impersonato da personaggi così carismatici. Commozione e orgoglio per questi presidenti che hanno contribuito a tenere alto il prestigio dell’associazione in anni difficili, caratterizzati da profonde trasformazioni politiche, sociali. Il pensiero del presidente va quindi all’esperienza dell’Abruzzo, alle sofferenze di quelle popolazioni e allo slancio degli alpini che è andato ben oltre le più rosee previsioni, in termini di presenze di volontari, giornate lavorative e realizzazione di opere importanti. Ricorda il Villaggio di Fossa, la sede del gruppo ANA, la Chiesa ed altre iniziative portate avanti autonomamente dalle singole sezioni.
Perona rivolto ai nostri soldati in armi, presenti con la bandiera di guerra, la fanfara, i reparti e la sempre apprezzata iniziativa della Cittadella degli Alpini dichiara: Siamo fieri di voi, del modo con cui portate avanti la tradizione dei padri . Manifesta quindi il suo plauso per la numerosa e qualificata presenza di esponenti dei paesi federati nell’IFMS e si dice onorato di vederli sfilare con noi.
Gli alpini delle sezioni all’estero riserva un saluto particolarmente affettuoso sottolineando come abbia avuto modo di incontrare quasi tutti nei paesi in cui ora vivono e abbia apprezzato il loro inserimento nelle comunità constatando come con il loro dinamismo e la voglia di fare del bene abbiano tenuto alto il nome e il prestigio dell’Italia. Prima di chiedere avete sempre dato conclude e per voi la distanza non è lontananza. I figli e i nipoti chiedono di portare il cappello dei padri e dei nonni?In futuro penseremo di fare qualche cosa .
Prende la parola il dottor Calvisi, sindaco di Fossa e, emozionato, ricorda come abbia scoperto’ la capacità operativa degli alpini in occasione della tragedia che si è abbattuta sul suo comune. Degli alpini ci si fida dice visibilmente commosso ci avete insegnato che in un mondo come il nostro si può avere ancora fiducia . A conclusione di questo toccante momento di incontro della grande famiglia alpina il vice presidente Cesare Lavizzari legge l’indirizzo di saluto del Presidente della Repubblica per l’occasione dell’adunata, accolto con un lunghissimo applauso, cui fanno seguito i saluti di rito e gli scambi di doni con le autorità da parte di tutte le Sezioni all’estero presenti.
Pubblicato sul numero di giugno 2010 de L’Alpino.