Una terra affascinante, di città, paesi e borghi ricchi di storia e cultura, che riflette le cime delle sue montagne nei rapidi corsi d’acqua, improvvisamente inghiottiti e poi magicamente di nuovo alla luce. Ambiente che, per grandi letterati vissuti in questo territorio quali Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini, è stato fonte di creativa ispirazione. È questo il Friuli Occidentale, un territorio tutto da amare, come recita il brand per la promozione del turismo provinciale Pordenone with love.
NATURA
È la montagna pordenonese lo scrigno in cui sono racchiusi i diademi di più grande valore. Meta sciistica invernale ma frequentata anche in estate per i percorsi naturali è il comprensorio del Piancavallo. Nel Parco delle Dolomiti Friulane, invece, vola maestosa l’aquila reale, in un paradiso naturale per l’escursionismo, il trekking e il cicloturismo. A pochi passi ci sono uno spettacolare canyon, la Forra del Cellina, e il Campanile di Valmontanaia, monolite che si erge in cielo per quasi 200 metri. Siamo nelle Dolomiti Friulane, riconosciuto Patrimonio Unesco dal 2009 così come i Palù del Livenza, tra Polcenigo e Caneva, tutelati due anni dopo per la presenza di un abitato palafitticolo risalente al Neolitico. Infine i Magredi tra i fiumi Cellina e Meduna: una vasta coltre sassosa di ciottoli bianchi conosciuta come la “steppa pordenonese”.
ENOGASTRONOMIA
I prodotti sono semplici, legati alle tradizioni contadine, a partire dagli insaccati quali il muset (cotechino lesso) o il salame cotto nell’aceto. Da non perdere è la pitina, una sorta di polpetta di carni miste tutta da scoprire. Altro alimento tipico è il formaggio, in particolare il Montasio nelle sue diverse stagionature, al quale si accostano i tipici salat (salato) o l’àsin (a pasta morbida e cremosa), e quello tal cit (pezzettini mescolati fino a formare una crema, racchiusi in un vaso di pietra). Formaggio che viene utilizzato anche nei piatti tipici friulani quali il frico e il toc in braide. Nei dolci, sapore tutto particolare per il Biscotto Pordenone. Il tutto innaffiato dagli ottimi vini bianchi e i rossi, che coprono il 55 per cento della produzione regionale con le Doc Friuli Grave, Lison Pramaggiore e Prosecco a cui si aggiungono quelli esclusivi dei vitigni autoctoni.
ARTI E MESTIERI
Il Friuli Occidentale scrive la sua storia su lavoro, artigianato e industrializzazione. Nel distretto maniaghese si realizzano la metà della produzione nazionale di coltelli, forbici e attrezzi da taglio e il 50 per cento dei cavatappi di tutto il mondo. Della “filiera del vino” fanno parte anche le barbatelle, piantine dalle quali si genera la vite e cresce l’uva. A Rauscedo oltre 250 vivaisti coltivano circa 70 milioni di giovani viti esportate in tutto il mondo. Dai sassi del fiume Tagliamento ha origine invece un’altra importante attività economica: stiamo parlando dei terrazzi e mosaici, che hanno fatto di Spilimbergo la capitale mondiale di questa attività. Ciò che ha contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo è anche la presenza nella cittadina pordenonese di una scuola unica nel suo genere, che ogni anno richiama studenti provenienti dalle nazioni di tutti e cinque i continenti.
CULTURA
Il dialogo tra le genti, gli scambi economici e le conseguenti contaminazioni culturali hanno permesso di creare in questa terra le basi sulle quali poggiano grandi festival letterari, cinematografi ci e musicali. Pordenone è diventata marchio di una cultura forte, attiva in tutte le stagioni: a settembre va in scena pordenonelegge. it, (15a edizione nel 2014) la festa del libro con gli autori che richiama più di centomila visitatori e ospiti di fama internazionale. Da oltre trent’anni a ottobre in città si tengono le Giornate del Cinema Muto, mentre in primavera si svolge Dedica, la rassegna incentrata su una grande personalità della cultura. Anche la musica si è ritagliata nel tempo i suoi spazi. Fabbrica di idee e di gruppi musicali soprattutto negli anni ’80, la tradizione viene ancora promossa grazie a Vibraction, rassegna che racchiude sei festival che si svolgono in particolari ambientazioni.
GRANDE GUERRA
Anche in provincia di Pordenone sono visibili testimonianze che ricordano le vicende belliche della Prima Guerra Mondiale. Quella di maggior rilievo è la “Strada degli Alpini” della Forcella Clautana, infrastruttura costruita tra il 1910 e il 1912 che si sviluppa nel cuore nelle Prealpi pordenonesi. La rotabile, voluta dal Comando Supremo italiano, venne inserita nel progetto di difese militari in caso di guerra con il vicino Impero asburgico. Balzerà agli onori delle cronache nel novembre del 1917, quando, dopo la disfatta di Caporetto il battaglione guidato dal giovane tenente Erwin Rommel raggiunse la zona della Forcella Clautana e poi Longarone utilizzando proprio la “Strada degli Alpini”. Molti dei caduti negli scontri a fuoco durante la ritirata sono stati seppelliti nel cimitero militare di Val da Ros, che si trova lungo la strada che collega Clauzetto con la località di Pielungo.
CITTÀ E BORGHI
Diversi sono gli scrigni di bellezza in provincia. Ad esempio Sacile, con le sue eleganti architetture legate alla Serenissima Repubblica che si specchiano nelle acque del fi ume Livenza o Spilimbergo con i suoi quattrocenteschi scorci e il duomo mediovale. E poi i comuni inseriti nella lista dei “mille borghi più belli d’Italia”: Valvasone, gioiello di urbanistica e architettura; Poffabro, frazione di Frisanco, che nel periodo natalizio si trasforma in un piccolo presepe antico; Cordovado, con la sua torre millenaria, al di là della quale il tempo sembra essersi fermato. Ma poi ci sono anche Sesto al Reghena, culla del potere temporale grazie alla presenza dell’Abbazia benedettina di S. Maria in Sylvis, oppure Erto e Casso, con le dimore tutelate dalle Belle Arti per la forma particolare e la cui recente storia è legata alla triste vicenda della vicina diga del Vajont.