La mattina di venerdì 7 maggio il Consiglio Direttivo Nazionale ha reso omaggio al Beato don Carlo Gnocchi il cui corpo, conservato in una teca di cristallo, è stato traslato dalla sede milanese della Fondazione al Duomo di Bergamo, a Città Alta il giorno precedente, alla presenza del vescovo mons. Francesco Beschi.
La Fondazione don Gnocchi aveva infatti accolto il desiderio di rendere omaggio al cappellano degli alpini durante l’Adunata nazionale come ha confermato il presidente della Fondazione mons. Angelo Bazzari perché alla cerimonia di beatificazione, avvenuta lo scorso 25 ottobre in piazza Duomo a Milano, avevano potuto partecipare solo una parte delle penne nere che avrebbero voluto presenziare.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione al completo si è raccolto in preghiera al centro della chiesa dove è stata posta la salma del Beato. L’intervento del presidente nazionale Corrado Perona è stato un colloquio quasi personale con don Gnocchi: Noi alpini siamo qui per chiedere l’intercessione a don Carlo, che è nei nostri cuori per l’esempio che ci ha dato, non cedendo mai alle avversità. Io non ti ho conosciuto ma oggi ho voglia di dirti che, anche se i tempi son cambiati, noi alpini siamo sempre quelli di una volta, siamo una tradizione pulita e vogliamo aver fede anche nella nostra storia e nella nostra Associazione .
Durante la cerimonia il celebrante ha letto un passo del libro scritto da don Gnocchi Cristo con gli alpini e ha parlato del cappello degli alpini, che è prezioso perché protegge dalle intemperie e dal freddo: Don Gnocchi è un po’ il vostro cappello, vi è stato accanto e vi ha protetto con la sua forza d’animo, alleviando la sofferenza delle piaghe della guerra .
Di sicuro il messaggio di don Carlo e la sua opera di carità sono giunti potenti fino a noi, oggi. E l’abbraccio delle penne nere e di tanta gente (cinquantamila pellegrini, da giovedì a lunedì) che gli ha reso omaggio a Bergamo ne è la testimonianza più forte e più bella. (m.m.)
Pubblicato sul numero di giugno 2010 de L’Alpino.