La recinzione di Chiomonte

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    Leggo con dispiacere l’uso degli alpini a difesa della recinzione di Chiomonte (Val di Susa). Sono un alpino in congedo fino a dieci minuti fa orgoglioso di esserlo, oggi fiero di abbandonare il cappello e non rinnovare l’iscrizione all’ANA. Recinzione perché di recinzione si tratta. Nessun cantiere è partito e nessun cantiere partirà. 

    Leggo sul sito della Taurinense: “La brigata Taurinense è una delle grandi unità specializzate per il combattimento in montagna che la Forza Armata annovera fra le sue fila”. E cosa ci va a fare a Chiomonte? A combattere mamme e bambini che lottano contro un’opera inutile, disastrosa e che metterà a rischio anche le stesse Truppe alpine bruciandone i soldi che invece servirebbero per alimentarle e rinnovarle?

    Federico Valle

    Vediamo di mettere un po’ di ordine alle idee, perché nella tua lettera, come in tante altre consimili arrivate in redazione (sulla vicenda della TAV, in Val di Susa), c’è tanta passione e poca coerenza. Partiamo dall’impiego degli alpini o di altri Corpi in ordine pubblico. È una decisione che spetta al Governo non ai militari o all’ANA. Il servizio O.P. l’abbiamo fatto in Alto Adige negli anni Sessanta, lo hanno fatto i militari in Sicilia e in altre regioni del Sud, lo fanno attualmente sulle piazze di parecchie città italiane, li abbiamo visti recentemente a Napoli e a Lampedusa.

    Potevano dire di no? Lo sdegno che ti porti dentro trova una motivazione se diretto nei confronti dei responsabili di un uso improprio dei militari, non se spari nel mucchio. Veniamo all’ANA e all’orgoglio alpino. L’Associazione, apartitica, non ha strumenti per intervenire nei confronti del ministro della Difesa e dirgli quando e come impiegare l’esercito. Perché allora tiri in ballo la Taurinense se le viene ordinato di operare in un contesto anomalo? Dalle pagine de L’Alpino, e qui vengo con te, abbiamo ripetutamente ribadito l’inopportunità di impiegare la Forza Armata come un jolly buono per tutte le evenienze.