L’ottimismo dell’essere Alpini

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    Non staremmo diventando troppo seri? Certo il momento è grave, tutto sembra andare a rotoli, ma, se continueremo ad essere quelli di sempre potremo sperare. Una volta avevamo una serenità diversa, non tanto perché il mondo che ci circondava era migliore, ma perché i nostri “veci” sapevano guardarlo con gli occhi della speranza, con ottimismo.

    Ottimismo che dobbiamo recuperare anche noi. Per una buona iniezione di fiducia, in fondo, basterebbe prendere atto che siamo sempre gli stessi: osserviamo le regole, ci dedichiamo agli altri, siamo solidali – dagli interventi nelle calamità, al villaggio A.N.A. di Fossa, alla Casa per Luca – vigiliamo sui valori fondamentali ed operiamo concretamente perché non vengano depauperati, amiamo la nostra Patria.

    L’Adunata Nazionale di quest’anno non è stata una improvvisata. Un’Adunata particolare in una città particolare perché Torino è stata la prima capitale d’Italia, certo, ma è stata soprattutto una conferma che abbiamo vissuto con l’emozione di sempre. Altri si sono dovuti organizzare per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia: noi eravamo preparati, perché celebriamo l’Italia sempre con il nostro stile di vita, non soltanto ogni cinquant’anni. Adesso sembra franare tutto, perfino il territorio, devastato dal cemento e dall’incuria. Siamo tentati di cercare i responsabili dei vari disastri, di fronte ad una politica che si dichiara sempre spudoratamente infallibile e sembra aver perso il senso dello Stato.

    Come popolo abbiamo paura di farci un collettivo esame di coscienza. Ci dimentichiamo che questa nostra Patria viene da lontano e da immani sacrifici, che questa nostra Italia ci chiede unità e coerenza ed ha un profondo, quasi disperato, bisogno di essere amata, mentre ci troviamo sconcertati e confusi da una spessa cappa di pessimismo che ci sovrasta giorno dopo giorno e che costringe quasi ognuno di noi a guardare al proprio orticello. Ma in questo panorama cupo ci sono anche gli Alpini che non registrano fallimenti, che sono la solida realtà di sempre, che continuano caparbiamente a curare le proprie radici pur guardando con fiducia ad ogni nuovo germoglio; che sanno di non poter raddrizzare da soli le sorti della Nazione, ma che non per questo si fermano a piangersi addosso e continuano a lavorare per il bene comune e a costituire un esempio vivente dei risultati che si possono raggiungere con l’amicizia e la concordia.

    Per questo, in una società che tende ad allontanarsi dai valori fondamentali e sembra smarrirsi come una “nave senza nocchiere”, dobbiamo essere promotori di un senso di fiducia. Allontaniamo l’insidia dello svilimento e del malcostume che ci chiudono ogni possibilità di recupero, sentiamoci forti del nostro ottimismo e certi dei sentimenti che ci sorreggono e ci inducono a guardare, se non con gioia, certamente con speranza ai giorni che verranno. Portiamo un sorriso anche nelle nostre manifestazioni, pensieri positivi, amicizia e fratellanza, comuni intenti.

    Ce lo hanno insegnato i nostri Padri, ce lo chiedono oggi i giovani, che sono il nostro destino. Con questo auspicio porto il mio saluto e il mio augurio. Ai cari reduci, agli Alpini d’oltre oceano e d’oltralpe così lontani ma sempre vicini, ai sofferenti nel fisico e nel morale, ai nostri Alpini impegnati nelle pericolose missioni all’estero, alle famiglie dei nostri Caduti di pace, al Comandante delle Truppe Alpine Gen. Alberto Primicerj, agli Ufficiali, sottufficiali, graduati di truppa e volontari, a tutti gli Alpini della nostra amata Associazione e ai loro cari, agli amici che ci seguono, a tutti rivolgo di cuore l’augurio di Buon Natale e di un sereno nuovo anno.

    Corrado Perona