L’incanto magico del Grappa

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    Dapprima un tremito di freddo, poi la bruma… infine l’aria, quell’aria che ha modellato i fianchi delle montagne, che ha scavato le rughe profonde dei nostri veci; quell’aria che ha inciso tracce indelebili nel mio modo di essere connotando la mia identità ed attivando quei processi che mi riportano alle origini con umiltà e gratitudine. E da lassù il mio sguardo si perde verso quel mondo in cui ho imparato a leggere la realtà, a vivere il tempo, ad alimentare quel sentimento di appartenenza che unisce le penne nere di oggi e di ieri.

    Ed ecco che in quel luogo saturo di storia m’immergo come estasiato, vinto dall’ incanto magico di quei luoghi così sperduti ma così presenti nel ricordo sempre vivo di noi alpini e m’abbandono sereno, affrontando quell’aria pungente quasi con diletto. E in quel turbinìo d’emozione che m’avvolge ascolto la voce dei silenzi e seguo con lo sguardo l’incedere imperioso dei nostri muli lungo quel “cammino della memoria”.

    Il loro incedere sicuro su quei sentieri, quasi a scandire il ritmo della vita, mi riportano a tempi ormai lontani dove il raggiungimento della mèta t’appagava delle fatiche, dove l’umiltà e la semplicità erano d’esempio per altri, dove vi era rispetto per i vecchi ed attenzione per i giovani.

    Un camminare lento, quello dei muli, ma costante, quasi a ricordarci di vivere la vita in tutti i suoi momenti senza voler sempre correr via ma piuttosto ogni tanto sostare per gustarne i piccoli intensi momenti, assaporarne l’essenza e coglierne i valori e le ragioni. Tra i viottoli e i sentieri della mia esistenza continuerò a seguire il loro lento andare e quando, stanco, verrà il momento di posar lo zaino a terra sentirò ancora il suono degli zoccoli, avrò negli occhi umidi il loro sguardo penetrante e fiero, respirerò di nuovo quell’aria del Grappa, pregna di verità e di storia e sarà dolce riposare in quei ricordi.

    Graziano De Biasi
    Reparto salmerie sez. ANA di Vittorio Veneto