Metà gennaio, sull’altopiano del Renon (Bolzano): il bosco dorme silenzioso. Si sente solo il fruscìo degli accumuli di neve che cadono dai rami mentre ci avviciniamo al nostro Soggiorno alpino. La neve ghiacciata scricchiola sotto i piedi, e ghiacciato è anche il caratteristico laghetto che fra poco ospiterà i giocatori di curling (con pietre levigate al posto delle bocce) per la partita quotidiana. Superato il piccolo dosso che precede il parcheggio, irrompe assordante il rumore dei demolitori all’opera nell’interno dell’edificio frontale.
L’intera struttura sembra vibrare alle percussioni dei martelli pneumatici, la polvere offusca l’aria e l’occhio non ancora abituato scorge solo l’andirivieni di figure che accumulano detriti, li rimuovono con carriole e altre figure ancora che, armate di mazza, demoliscono quanto è previsto perché sia poi ricostruito secondo il progetto. È necessario recuperare il ritardo dovuto allo spostamento dei nostri volontari in terra d’Abruzzo, dove l’emergenza era più pressante e dove hanno scritto pagine di dedizione e di straordinario altruismo.
Terminata la fase d’emergenza, sono tornati a Costalovara. Si fa presto, però, a dire andiamo a Costalovara . Non è mica estate, non ci sono le tiepide giornate lunghe che consentono il piacere della passeggiata a fine lavoro, o quell’alzabandiera al mattino, quando il prato è bagnato di profumata rugiada e il bosco si sveglia all’aria che profuma di resina. C’è ancora buio quando suona la sveglia e il buio quando viene interrotto il lavoro. E poi il freddo, anche se non si sente, basta lavorare sodo . Ma forse basta avere il cuore dei nostri meravigliosi volontari.
A metà giornata il pasto caldo, preparato dalla cuoca Rita (una istituzione, a Costalovara), sempre premurosa e sorridente con tutti, che continua ad aggiungere dosi ai pentoloni perché quando si fermano e si siedono qui, hanno fame, questi uomini . Così hanno lavorato per due settimane, dall’11 al 16 gennaio 17 volontari della sezione di Pordenone e in quella successiva 13 della sezione Vallecamonica. Hanno completato le previste demolizioni interne del primo e del secondo lotto.
Ora i lavori sono stati affidati a un’impresa che dovrebbe concludere l’opera in modo da consentire questi sono i programmi la riapertura del Soggiorno alpino già, si spera, nell’anno in corso.
Ildo Baiesi
Pubblicato sul numero di marzo 2010 de L’Alpino.