L’alpino Magalotti da Cesena si domanda: “Ma gli alpini sanno chi fu veramente Cantore?”. E bolla il burbero generale sampierdarenese (genovese), come una ‘testa calda’ che si riteneva ‘spavaldamente immortale’ rimanendone… fregato; ben gli sta, sembra concludere.
Ma lui, il Magalotti, lo sa chi fu veramente Cantore? E soprattutto: conosce l’origine della ‘sentimentaloide espressione’ – Paradiso di Cantore – che tanto lo disgusta? Che dire? Cantore era noto per un certo caratteraccio che non disdegnava, all’occorrenza, la bestemmia… ma che ai soldati non dispiaceva. “Per piacere ai soldati egli aveva tutto: il coraggio fatto di gesti temerari e di noncuranza al freddo, la parlata rude salace ed efficace, il pugno di ferro e la fortuna sfacciata”. Sono parole dell’alpino giornalista Maso Bisi ma prima di esprimere qualsiasi opinione invitiamo a leggere, almeno, questi due libri di evidente obiettività e con una estesa bibliografia: “Oreste Bruno Ongaro – Antonio Cantore” e “Claudia de Marco – Il mito degli alpini”, entrambi di Gaspari Editore. Per quanto riguarda il paradiso di Cantore ha già risposto concisamente ed efficacemente il direttore.
Pietro Firpo – presidente sezione Genova
Non sapevo che Cantore smoccolasse pure. Ad averlo saputo prima forse parleremmo del Purgatorio di Cantore. Scherzi a parte non formalizziamoci sulle parole. Il senso del Paradiso di Cantore è pensare che chi ha pagato con la vita ha ben diritto a godere il meritato “congedo”, finalmente in pace.