Bolzano è una città strategica che sorge in un punto attraverso il quale si è obbligati a passare per poter raggiungere le vette, considerate tra le più belle al mondo, delle Dolomiti. Montagne che sovrastano ed insieme avvolgono l’agglomerato urbano che ospita cittadini appartenenti a tre madrelingue diverse. Escludendo gli stranieri, il 73% della popolazione del capoluogo altoatesino è di madrelingua italiana, il 26,3% di madrelingua tedesca e lo 0,7% di madrelingua ladina, una lingua romanza legata alle antiche popolazioni celto-romane stanziatesi in passato sulle Dolomiti.
Bolzano raccoglie, insieme agli importanti centri di Merano e Bressanone, la maggior parte degli italofoni residenti sul territorio provinciale: il 26,5% della popolazione totale del Sudtirolo. Il 69% circa di essa è invece costituita da cittadini che come lingua madre parlano il tedesco, mentre la percentuale rimanente ha una migliore padronanza con il ladino. Il gruppo linguistico italiano prevale solamente in cinque Comuni. La presenza dei tre gruppi, che convivono pacificamente fianco a fianco ormai da anni, ha permesso all’Alto Adige di diventare un modello da imitare.
Non è infatti raro che delegazioni estere si rechino nella provincia autonoma perchè intenzionate a studiarne il funzionamento. Un esempio recente di quanto detto è costituito dalla Serbia, interessata a prendere spunto dalla situazione altoatesina per risolvere il caso spinoso del Kosovo. Un modello sociale che funziona, e che accoglie al suo interno cittadini appartenenti a gruppi linguistici differenti, rappresenta non solo un motivo di orgoglio per i suoi abitanti, ma anche un’indiscussa risorsa economico-culturale.
In un suo recente scritto, il giornalista e deputato al Parlamento Europeo Magdi Cristiano Allam, ha definito non a caso l’Alto Adige come un territorio che “risulta all’avanguardia sia sul piano dello sviluppo economico sia sul piano della stabilità e della sicurezza sociale”. E non è un caso nemmeno se il trilinguismo, insieme alla ricerca e all’innovazione, sia uno dei punti di partenza principali su cui è stata fondata la Libera Università di Bolzano. Nata soltanto nel 1997, la Lub è già considerata tra gli atenei più “europei” proprio grazie alla sua offerta didattica plurilingue. Un valore aggiunto per una realtà territoriale come quella bolzanina che affonda le sue radici in una vocazione commerciale che perdura sin dal Medioevo.
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Sorta in un punto strategico sul quale si incrociavano le strade percorse dai mercanti durante i loro viaggi, la città ha mantenuto la sua caratteristica tendenza al traffico di merci, grazie anche all’importante lavoro svolto dalla locale Camera di commercio di Bolzano, che trae le sue origini dall’antico Magistrato mercantile. Esso fu istituito dal privilegio emanato nel lontano settembre 1635 dall’arciduchessa d’Austria e reggente del Tirolo Claudia de’ Medici. Tale magistratura era costituita da un tribunale con due istanze per la definizione di controversie commerciali, i cui collegi giudicanti erano composti da un presidente e due assessori scelti alternativamente tra i due gruppi linguistici italiano e tedesco.
Una simile composizione testimonia come già secoli addietro si volesse fare delle differenze linguistiche un punto di forza sul quale fare affidamento, anziché un antiproduttivo motivo di diversità. La possibilità di poter comunicare sia in lingua italiana che in quella tedesca, ha quindi permesso, e consente tutt’oggi, di accogliere numerosi turisti provenienti da oltre confine e di realizzare numerosi e cospicui scambi (vini, prodotti agricoli e tipici su tutti) con i paesi germanofoni.
Il commercio estero svolge infatti un ruolo importante nell’ambito dell’economia altoatesina. Le importazioni superano ogni anno i 3.000 milioni di euro (l’1,0% sul totale nazionale), mentre le esportazioni vanno oltre i 2.500 milioni di euro (lo 0,9% sul totale nazionale). I due principali partner commerciali dell’Alto Adige sono, in linea con quanto precedentemente anticipato, la Germania (dalla quale proviene il 45% delle importazioni e verso la quale è diretto il 40% delle esportazioni totali) e l’Austria (che incide per il 26% sulle importazioni e sull’11% delle esportazioni totali).
L’incrocio tra turismo, agricoltura, industria, l’attenta amministrazione, il combinarsi degli interessi individuali con l’interesse collettivo sono stati fattori importanti che hanno permesso di superare molte difficoltà e di arrivare alla composizione di una società benestante, solida e multilingue, che ha ricevuto benefici sia come maggioranza locale sia come minoranza nazionale, con piena soddisfazione dei suoi abitanti. Il trilinguismo rappresenta quindi per la città di Bolzano, e per l’intera provincia autonoma dell’Alto Adige, una risorsa fondamentale che permette di guardare con ottimismo non solo al presente, ma anche al futuro.
A cura dell’Azienda di soggiorno e turismo – Bolzano