Direttore, seguo sempre con interesse i suoi editoriali e le risposte alle varie lettere che riceve. Sono rimasto colpito e affascinato dall’ultimo suo editoriale, parole che senz’altro vengono dal cuore e considerazioni profonde da interpretare e riuscire a trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni.
Le premetto che purtroppo non sono alpino, ma semplicemente un fante, ma dentro mi sento alpino di spirito ed essendo fratello di due alpini mi sento anche fratello minore di tutti gli alpini. Ad ogni modo sono da anni tesserato come amico degli alpini qui a Baselga di Pinè dove vivo, e quando posso partecipo alle iniziative del locale gruppo ANA.
Volevo inoltre dirle che sono nel mondo del volontariato da molti anni, da 33 canto in un coro di montagna, faccio parte della Croce Rossa come volontario da oltre 26 anni, ed è per questo che condivido in pieno quello che lei ha scritto.
Il bello di essere volontari è poter dare senza pretender nulla. Da molti anni quando mi capita di descrivere il volontariato, mi piace citare una frase di Edmund Burke, che è diventata il mio motto: “Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco”.
L’importante è dare quello che si può, senza strafare e voler bruciare le tappe. Il bello viene sempre domani, oggi si lavora e domani si vedranno i risultati. Un cordiale saluto da un alpino mancato ma grande ammiratore di tutti i veci e bocia.
Mattia Boschini – Baselga di Pinè (Trento)
Ci sono alpini col cappello e alpini nella vita. Sono quelli che hanno il dono del fare senza chiedere nulla in cambio. Una lezione silenziosa della quale la società non potrebbe fare a meno. Non solo perché resterebbero molte cose da fare, ma soprattutto perché saremmo tutti meno umani.