Nello scorso mese di luglio tre tragiche notizie sono giunte dall’Afghanistan dove sono impegnati i soldati italiani. In attentati, a distanza di dieci giorni l’uno dall’altro, hanno perso la vita il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo, il primo caporal maggiore Roberto Marchini e il primo caporal maggiore David Tobini.
Il 2 luglio è stato ucciso Gaetano Tuccillo, 29 anni, di Palma Campania (Napoli), appartenente al battaglione logistico “Ariete” di Maniago (Pordenone). L’attentato è avvenuto nei pressi del villaggio di Caghaz, 16 chilometri a ovest di Bakwa (nella provincia di Farah). L’autocarro pesante su cui viaggiava è stato investito dall’esplosione di uno IED (acronimo di Improvised Explosive Device), un ordigno artigianale, posizionato lungo la strada. Nell’attentato è stato anche ferito ad una gamba il caporal maggiore Aniello Cerqua, paracadutista al 186° reggimento della “Folgore”. Il feretro con le spoglie del caporal maggiore scelto Tuccillo è stato trasportato a Ciampino lo scorso 4 luglio da un C-130 dell’aeronautica militare. Ad accogliere il feretro c’erano i familiari e la moglie Evelyn, sposata un anno prima. Tra le numerose autorità il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Biagio Abrate e dell’Esercito, generale di C.A. Giuseppe Valotto. I funerali di Stato si sono svolti il 5 luglio nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma e, in forma privata a Nola, nella parrocchia di Maria Santissima del Rosario.
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Sempre nel distretto di Bakwa è stato ucciso da un ordigno il primo caporal maggiore Roberto Marchini, 28 anni di Viterbo, geniere paracadutista dell’8° rgt. della Folgore di stanza a Legnago (Verona). Marchini era appena sceso da un blindato e stava fornendo sicurezza al team di artificieri che aveva già neutralizzato tre IED, ma un quarto ordigno – non si sa se si trattava di una mina o uno Ied telecomandato – è esploso uccidendolo. Il parà della Folgore, alla sua terza missione all’estero, avrebbe dovuto tornare in licenza in Italia quattro giorni dopo per festeggiare il compleanno. Ad accogliere la salma di Marchini a Ciampino, con le alte autorità militari e politiche, c’era la famiglia, distrutta dal dolore: papà Francesco, mamma Pina e la sorella Elisa. I funerali solenni a Roma sono stati celebrati il 14 luglio dall’ordinario militare don Vincenzo Pelvi. In chiesa – assente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché in visita a Zagabria – c’erano i presidenti del Senato e della Camera, Schifani e Fini, quello della Corte Costituzionale Quaranta, il ministro della Difesa La Russa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il giorno seguente si sono svolte le esequie in forma privata nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, a Caprarola.
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Il primo caporal maggiore David Tobini, romano di 28 anni, in forza al 183° reggimento paracadutisti “Nembo” di Pistoia, è stato ucciso durante uno scontro a fuoco. Altri due militari sono rimasti feriti, il caporal maggiore scelto Simone D’Orazio, 28 anni di Roccaraso (L’Aquila), è ricoverato a Kandahar, in un ospedale americano in condizioni critiche. Non è invece in pericolo di vita l’altro militare ferito, Francesco Arena, 32 anni di Vibo Valentia. L’attacco è avvenuto mentre i paracadutisti stavano svolgendo un’operazione congiunta tra militari italiani e forze afgane nei pressi del villaggio di Khame Mullawi, nella zona a nord ovest della valle del Murghab. Al termine di una operazione di perlustrazione in un villaggio i militari sono stati attaccati da un gruppo di insorti che ha fatto fuoco, uccidendo il caporal maggiore Tobini e ferendo il caporal maggiore D’Orazio. Dopo aver cercato riparo in alcune case, la pattuglia è stata nuovamente attaccata da altri insorti e in questo secondo attacco è rimasto ferito Francesco Arena. La forza aerea alleata, con quattro elicotteri, un aereo francese e uno americano, hanno bombardato la zona consentendo l’evacuazione dei militari. Le esequie solenni del caporal maggiore Tobini si sono svolte, alla presenza del Capo dello Stato, mercoledì 27 luglio a Roma, sua città natale, che ha osservato un giorno di lutto cittadino.
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Gli alpini hanno terminato nei mesi scorsi la loro attività in Afghanistan, a dar loro il cambio come forze di manovra si trovano oggi il 183°, 186° e 187° reggimento paracadutisti della brigata “Folgore” (rispettivamente alla Task Force North a Bala Murghab; Task Force South East a Bakwa e Task Force South a Farah) e l’11° reggimento bersaglieri della brigata “Ariete” (Task Force Centre, a Shindand). Con la morte di Tuccillo, Marchini e Tubino sale a 41 il numero di militari italiani uccisi in Afghanistan dall’inizio della missione. Il primo a perdere la vita fu Giovanni Bruno, alpino del 3° reggimento, che morì in un incidente nell’ottobre 2004. Negli anni seguenti, anche a causa del maggiore impiego dei nostri militari nelle operazioni in prima linea, il numero dei Caduti, purtroppo, è andato aumentando. In un triste computo gli anni più funesti sono stati gli ultimi due; dall’inizio del 2011 sono sei i militari italiani morti in missione in Afghanistan.