Come nacque L’Alpino

 
La testata de “L’Alpino” nel 1919.

Sfogliando i numeri de L’Alpino del lontano passato abbiamo ritrovato questo articolo comparso il 1º agosto 1923, quando la nostra rivista era quindicinale. In esso l’autore, il ten. Enrico Villa, ci fa sapere come nacque L’Alpino . Pensiamo di fare cosa gradita al lettore ricordando quell’avvenimento.

Ho inteso a Intra, l’8 luglio, che molti soci dell’ANA ignorano l’origine di questo nostro giornale, che quindicinalmente li va a trovare, ricco di cari ricordi, di eroici nomi e di interessanti relazioni. Molti mi hanno chiesto chi ha avuta la prima idea, chi ha improntata la struttura del giornale, che lo fa unico in Italia nella sua missione d’amalgamatore di vincoli d’amicizia alpina. E la curiosità di alcuni, che non lo conobbero prima del 1920, è tale che vorrebbero la ristampa almeno del primissimo numero. E’ vero, non si è fedeli d’un giornale senza esserne un po’ gli amici, e non si è amici senz’essere un po’ curiosi.

Vi ringrazio della vostra curiosità, o amici alpini, e mi accingo a descrivervi la storia del bel giornaletto verde. Ma mi raccomando! discrezione, poi un giorno uscendo dalla caserma dell’8º Regg. Alpini ad Udine, in compagnia del Ten. Italo Balbo e del S.Ten. Lomasti, si pensò per la prima volta ad un giornale da pubblicare onde glorificare e ricordare le gesta di guerra del Tolmezzo, del Gemona e di tutti i battaglioni figli dell’8º. Due giorni dopo Italo Balbo, viene inviato in licenza, mentre Lomasti tenta, nella sua qualità di Aiut. Magg. in II, di presentare l’idea al buon Costantino (così viene ancor oggi chiamato dagli ufficiali il glorioso Colonnello C. Cavarzerani), mentr’io prendevo i primi accordi con la Prefettura, raccoglievo un po’ di reclame per la quarta pagina e stabilivo il prezzo per la stampa con l’Unione Tipografica Udinese. Il buon Costantino, con quella intuizione che gli è propria, comprese subito che L’Alpino sarebbe presto diventato il giornale di tutti i Reggimenti e col suo primo benestare ci raccomandò di non essere troppo per l’8º.

Fu così che nel giugno 1919, con pochi giorni di preparazione, fu attuata l’idea, ed il primo numero dell’Alpino, con una magnifica testata raffigurante uno scarpone in ginocchio con la baionetta innestata e pronto a difendere la gloriosa conquista, e col tradizionale motto: “Di qui non si passa”; esce e va coi nostri soldatini in linea d’armistizio. Tutti lo comperano e lo leggono con passione, moltissime le richieste per il secondo numero; mentre il primo è in due giorni completamente esaurito e le duemilacinquecento copie iniziano trionfalmente la sua imperitura vita. Italo Balbo, (oggi Generalissimo della Milizia Nazionale), rientra dalla licenza, sente d’essere stato nominato Direttore dell’Alpino e vedendo già il primo numero stampato e la redazione pronta ad iniziarne il secondo, bacia la prima copia e ci ringrazia.

A Lomasti è riservato il compito di revisore di bozze ed al sottoscritto quello di Amministratore. In quel periodo di passione per la città sorella (Fiume n.d.r.) quasi tutti i numeri portavano articoli semi censurati dalla intransigente superiore Autorità. Per sottrarre il giornale a tale fastidioso controllo, pensammo di cederlo all’ANA da poco costituita a Milano, E così fu fatto! Oggi, l’Alpino è quello che è, ed è legato alla nostra Vita Alpina, ai nostri Eroi, morti e mutilati, e soprattutto alla nostra Patria.

tenente Enrico Villa