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sabato, 7 Giugno 2025

Le porte aperte

«La giovinezza è un rimpianto di chi non l’ha più. Una speranza, per chi vede nelle nuove generazione il futuro del Paese. Ma la giovinezza è anche una malattia da cui si guarisce presto». La battuta, che non avrei più dimenticato, era di un vecchio signore, che me la ripeteva spesso quando da poco avevo cominciato a portare i pantaloni lunghi. Sapevo che mi voleva bene e questo giustificava l’ottimismo verso i giovani.

Genesi di un santo

«Cari amici, noi ci domandiamo se don Gnocchi abbia esaurito il suo servizio sacerdotale alla Chiesa ambrosiana chiudendo gli occhi all’esistenza terrena, oppure se egli lo continui in una forma che non sia soltanto quella dell’efficacia della sua opera, della nostalgia della sua persona, ma in una missione permanente per la Chiesa di Dio». 

Amor di Patria

Leggo sugli ultimi numeri del nostro mensile la storia di italiani che sebbene all’estero decisero di venire in Italia e combattere per la Patria. Posso dire che anche mio nonno fece una cosa simile, era a Vienna con altri due fratelli a vendere dolciumi e gelati, ma allo scoppio della Grande Guerra disse ai fratelli che sarebbe tornato a casa per combattere anche se era troppo vecchio e aveva già 5 figli, il sesto sarebbe arrivato in quell’anno.

Dicono di lui…

  Mario Rigoni Stern «Segni di croce sugli alpini» Struggenti le parole di Mario Rigoni Stern, anch’egli alpino della Tridentina, reduce di Russia e autore...

Stop ai furbetti

Domando tante volte a me stesso perché molti alpini finti portano il bel cappello da alpino. Mi perdoni signor direttore, sono nauseato di vedere questi burattini marciare a tutte le Adunate. 

Difendiamo i nostri valori

Il mondo è continuamente “in divenire” e la velocità dei cambiamenti è così rapida che non si fa tempo a metabolizzare le novità perché già superate dal nuovo che avanza. 

L’Adunata più bella

  ASIAGO La più bella? A Venezia nel 1960. Adesso però mi piacerebbe ce ne fosse una in Ortigara, come nel 1920. Felice Alberti classe 1931,...

Pensieri condivisi

Ho letto l’editoriale di marzo e come succede sempre l’ho gustato e apprezzato ma questa volta mi sono anche compiaciuto.

Il ponte ignorato

Mi rivolgo a lei come ultimo salvagente. Abito a Borso del Grappa e ho nel mio terreno un ponte, tipo decauville, otto piloni in cemento, di una ferrovia fatta nel 1917 dopo Caporetto, che da Bassano portava rifornimenti in una villa veneta che poi con teleferiche raggiungevano il fronte a Cima Grappa.

Don Carlo e gli alpini

Sono trascorsi sessant’anni dalla sua dipartita eppure l’eco di don Gnocchi risuona ancora in tutti, alpini e non. È emblematico come quest’uomo, figlio di un artigiano del marmo, modelli la propria vita sulle orme di Cristo facendone un esempio luminoso che rifulge a distanza di anni continuando a (s)colpire le nostre vite. La sua è una carità trasbordante, quella che all’indomani dalla Russia mette in moto qualcosa di nuovo. L’esperienza della guerra con il suo alito di morte e neve lo cambia, ma è lui, in ultimo, a mutare il conflitto stesso, umanizzandolo fino alla creazione del fiore più bello, la Pro Juventute. Un’ancora di Pace nella fluttuante atrocità della guerra. E per una volta possiamo dire che la montagna partorisce un gigante. Un alpino instancabile capace di grande sensibilità e acume in grado di sollevare gli animi, specialmente dei più giovani, gli stessi che oggi tornano nell’occhio del ciclone. Prendiamo allora parte a questa sua eredità con la semplicità di quel sorriso che fa nuova la società!

Punti di vista

Perdonami se compio un peccato confessando che leggendo i tuoi articoli su L’Alpino provo dell’invidia nei tuoi confronti, questa invidia è scaturita nel dedurre che vivi in un mondo a dir poco meraviglioso, mio caro dimmi se c’è un posto anche per me, e per la mia famiglia sarei veramente felice ed eternamente riconoscente, la mia Patria si chiama Italia ho sempre amato la mia Patria, soprattutto durante gli 11 anni di lavoro all’estero. Questa mia sfortunata Patria... 

Aprite le porte

Grandi novità quest’anno alla ventesima edizione del Cisa. Per la prima volta nella sua storia, il Convegno Itinerante della Stampa Alpina, tenutosi nei giorni del 2 e 3 aprile a Belluno, ha visto la partecipazione di noi ragazzi: Tommaso Anselmi di Treviso, Alessandro Marcomini e Nicola Vazza entrambi di Belluno ed io, chiamati a contribuire attivamente al dibattito nato attorno al tema “L’Ana e i giovani, loro speranze e attese”.

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Federico Vietti

Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

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