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martedì, 14 Maggio 2024

Quadrivio insanguinato

Quindicimila alpini hanno partecipato a Isola del Gran Sasso (Teramo) alla commemorazione di Selenyj Jar, la battaglia “del quadrivio insanguinato” di fine dicembre 1943, dove gli alpini abruzzesi si immolarono per difendere le posizioni conquistate. La ventiduesima edizione della commemorazione è iniziata con l’alzabandiera, nella mattinata di sabato 15 febbraio, seguita dalla Messa, celebrata presso la chiesa madre in ricordo dei Caduti di tutte le guerre. Momento toccante della cerimonia è stata la consegna della piastrina di riconoscimento del carabiniere Giuseppe Grotta di Isola del Gran Sasso, disperso durante la Campagna di Russia.

Conviviamo pacificamente

Alpino dal 1964, naja in Piemonte, residente da sempre in Lombardia ma frequentatore assiduo dall’inizio degli anni ’70 del Trentino (Valli Judicarie), con qualche puntata in Alto Adige, rare per diversi anni per l’ambiente ostile riscontrato e più frequenti ora in una situazione un po’ (mai troppo) ammorbidita (naturalmente è un’opinione personale).

16 rubli per “La nostra fede”

La nostra fede: 1914-1920. È questo il titolo di un giornaletto senza pretese, stampato nel campo di concentramento di Kirsanoff in Russia dove, nel 1916, in attesa d’imbarcarsi per l’Inghilterra e da là rientrare poi in Italia, vennero riuniti gran parte dei trentini e dei giuliani che avevano vestito la divisa austro-ungarica ed erano stati presi prigionieri dai russi dopo le battaglie in Galizia e sui Carpazi. Il giornale venne composto con i pochi mezzi a disposizione. Si raccolsero i 16 rubli che servirono a comprare miele, glicerina e colla di pesce ingredienti necessari al clichè della stampa.

ASTI – A scuola dagli alpini

Gli alunni della scuola primaria Aluffi di Castelnuovo Calcea accompagnati dalle insegnanti e dagli alpini castelnovesi hanno visitato la nuova sede delle penne nere di Asti, situata nel parco di Rio Crosio, dove sono stati accolti dal presidente Adriano Blengio e da alcuni alpini della Sezione. È stato proiettato il documentario “Ma chi sono questi alpini?”, realizzato dal Centro Studi ANA, in cui la protagonista è una simpatica penna nera che racconta, in modo semplice e divertente, la storia degli alpini.

Celebrata la verità

La prima domenica di febbraio, promosso dall’Associazione partigiani Osoppo Friuli, si è rinnovato a Faedis l’incontro per ricordare l’eccidio di Porzùs. Il 7 febbraio 1945 un centinaio di partigiani della brigata “Garibaldi”, legati al Partito Comunista e inseriti nell’esercito di liberazione della Jugoslavia, raggiunsero le malghe di Porzùs, dove si trovava il comando della brigata partigiana Osoppo, collegata agli altri partiti del Comitato di Liberazione Nazionale.

Riscoprirsi alpini

Lo spunto per scriverle mi è venuto dalla lettura dell’articolo “capitano quaquaraqua” de L’Alpino di novembre firmato da Gianluigi Amici e in proposito avrei anch’io qualcosa da aggiungere a riguardo.

Le vite senza valore

Ci sono alcuni fatti che mi hanno colpito in questi ultimi tempi. In Gran Bretagna stanno approntando una legge che obbliga a sospendere le medicine agli anziani che ne abbiano già beneficiato troppo negli ultimi anni e che si consideri abbiano raggiunto un’adeguata aspettativa di vita, ovvero, come recita la legge «quando l’anziano non rappresenta più un beneficio complessivo per la società». Tradotto: siamo alle vite di scarto, alle vite senza valore. In Belgio è entrata in vigore la legge sull’eutanasia applicata ai minori consenzienti, se affetti da malattia grave e irreversibile. Hanno chiesto ad uno psichiatra quale libertà di decisione possa avere un bambino di cinque anni. Lapidaria la risposta: un bambino gravemente malato può avere la maturità di un adulto. Anche qui, come sopra, la logica è identica.

Quegli alpini che ci salvarono la vita

Ai primi di marzo del 1984, in viaggio di nozze, scendevamo in macchina sulla strada che porta da Dobbiaco a Bressanone quando ad una curva, per il ghiaccio, persi il controllo della macchina finendo in pericoloso bilico su una scarpata.

Pordenone with love – Amerai la nostra provincia

Una terra affascinante, di città, paesi e borghi ricchi di storia e cultura, che riflette le cime delle sue montagne nei rapidi corsi d’acqua, improvvisamente inghiottiti e poi magicamente di nuovo alla luce. Ambiente che, per grandi letterati vissuti in questo territorio quali Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini, è stato fonte di creativa ispirazione. È questo il Friuli Occidentale, un territorio tutto da amare, come recita il brand per la promozione del turismo provinciale Pordenone with love.

Fuoripista in sicurezza

Tre progetti per aumentare la sicurezza in montagna sono stati realizzati dalla Sezione Meteomont del Comando Truppe Alpine e dal comprensorio “Adamello Ski” che con i suoi 100 km di piste e con alcuni dei più suggestivi itinerari fuoripista dell’arco alpino attira ogni inverno un numero sempre crescente di appassionati. Per promuovere una corretta frequentazione della montagna sulle piste del Tonale e di Pontedilegno sono attivi un campo artva, un check point sul ghiacciaio e una stazione meteonivologica.

I superstiti del Monte Marrone

Il segretario nazionale dell’ANA gen. Silverio Vecchio mi ha informato che il 70° di Monte Marrone figurerà tra le manifestazioni ufficiali 2014. Alla Messa di Natale in Duomo, sul sagrato, alle spalle del presidente sezionale Boffi, eravamo in tre ufficiali del btg. “Piemonte”, praticamente i soli superstiti, o quasi, degli 800 alpini che hanno preso parte prima all’occupazione di sorpresa, senza colpo ferire, all’alba del 31 marzo 1944, di tutte le creste di Monte Marrone, poi alla difesa, all’alba del lunedì di Pasqua del 10 aprile 1944, dal furioso contrattacco dei Gebirgsjäger della Edelweiss.

Il capitano Bosonetto

L’opportunità di riscriverti e di inondare di carta la tua scrivania me la offre la lettera del “pais” Luciano Mantero pubblicata su L’Alpino di gennaio dove ricorda con commozione l’allora suo capitano Bosonetto. Tu l’hai titolata “Un Uomo maiuscolo” e giustamente commentata.

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