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domenica, 12 Maggio 2024

La Grande Guerra, in 38×27

C’era una volta… la Grande Guerra. Combattuta nelle trincee non meno che nelle retrovie del Paese. Non c’era ancora la televisione a portare la gente nel fuoco dell’inferno e la radio era privilegio di pochi. Gli Stati Maggiori coinvolsero i migliori grafici per tappezzare il Paese di manifesti che demonizzavano il nemico e spronavano i cittadini alla vittoria. I giornali – quotidiani e riviste – non furono da meno, avendo sottomano una schiera di giornalisti dell’area futurista che glorificavano la guerra come unica igiene e motore del mondo. Gli stessi giornalisti che, una volta andati alla guerra, scoprirono che era brutta e cattiva, lo scrissero e furono emarginati dal regime per tutto il periodo del Ventennio. A anche un po’ dopo.

“Raccontare una guerra non è meno importante che combatterla, specialmente se dura 41 mesi e coinvolge milioni di uomini e milioni di famiglie delle quali è indispensabile conquistare il consenso. Era una guerra diversa da quelle del Risorgimento, che si svilupparono e conclusero nell’arco di qualche settimana o qualche mese, ed ebbero un impatto territoriale limitato.

SICILIA – Onorati i Caduti delle “Batterie siciliane”

Ogni anno davanti al gruppo bronzeo dedicato alla “Batteria Masotto” (dal nome del suo comandante Umberto Masotto, primo artigliere da montagna ad essere insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare) e ai montagnini siciliani, sito lungo la passeggiata a mare di Messina, si celebra l’anniversario della battaglia di “Adua” del 1° marzo 1896. Alla cerimonia di quest’anno c’era una folta delegazione di alpini della sezione Sicilia con il presidente Giuseppe Avila e alcuni rappresentanti dei gruppi di Messina, Catania e dell’arco etneo.

L’asilo dal cuore alpino

W gli Alpini. Grazie agli Alpini: è la scritta preparata dai bambini di Casumaro, appesa alla vetrata della nuova scuola materna voluta e realizzata dall’Associazione Nazionale Alpini in un paese, frazione del comune di Cento, a cui la forza del sisma del maggio 2012 ha strappato l’asilo. Dopo un anno trascorso all’interno dei moduli scuola, retrostanti alla nuova struttura, i bambini, assieme alle insegnanti e alla comunità intera, ancora scossa dal terremoto, hanno accolto e festeggiato, sabato 1° giugno l’arrivo del popolo degli alpini.

Da Cima Vallona invito alla pace

Cima Vallona, 46 anni dopo. E sembra ieri. Sembra ieri che sia stato ucciso da una mina l’alpino 22enne Armando Piva, del battaglione Val Cismon, e dilaniati da altri ordigni il capitano dei carabinieri Francesco Gentile, il sottotenente Mario Di Lecce e il sergente Olivo Dordi, entrambi paracadutisti incursori del 9° reggimento d’assalto “Col Moschin”.

Quando la vita ti sorride

Il 20 maggio 2012 lo ricordo come fosse oggi… il 29 è stato peggio. È arrivato il terremoto e ha scosso tutto: la terra, le case, i pensieri e la vita delle persone. Tanta paura, preoccupazione per il futuro e convinzione che mai più nulla sarebbe stato come prima… mai più. Le belle e floride provincie emiliane in pochi secondi si sono inginocchiate davanti alla potenza della natura e con loro, a tratti, la forza di credere in un futuro. Settimane trascorse in tenda, in camper, al mare ed in montagna sfollati come ci fosse la guerra al paese.

Se il canto ti accompagna

Un giorno che Papa Giovanni Paolo II era in vacanza in Valle d’Aosta, andò a fargli omaggio un coro di lassù. Quando cominciò a cantare “Signore delle cime”, il Papa esclamò “Questa la so anch’io”. Ma nella sua Polonia, molti cori la intonano così: Bóg nieba, Pan szczytów... Due sole strofe, naturalmente, perché la terza, che i miei Crodaioli non propongono, non è mia: è stata scritta da un caro amico ormai salito nel silenzio di Dio, Rolando Moro di Carmignano di Brenta.

Una bella novità per il giornale

Sulla rivista L’Alpino ho letto un bellissimo articolo, scritto da Mariolina Cattaneo, intitolato “Essere direttori”. Questa giornalista descrive molto bene le caratteristiche dei tre direttori. Il generale Cesare Di Dato, che sono orgogliosa di conoscere, essendo di Como, è veramente “signore”.

Le emergenze, in aula

Terremoti, alluvioni, disastri di origine antropica. Sono tutte situazioni di emergenza nelle quali si è trovata e si troverà prima o poi nuovamente ad operare, nel contesto della Protezione Civile nazionale, la P.C. ANA. Nei recenti interventi si è constatato che grazie alla Colonna Mobile dell’ANA e a un addestramento sistematico da parte delle strutture decentrate, i tempi medi della prima emergenza si sono notevolmente ridotti.

La poesia che scalda il cuore

Ieri stavo mangiando in una trattoria e mi è capitata in mano la vostra rivista L’Alpino dedicata alla sfilata di Piacenza. Ho fatto l’alpino anch’io, prima ad Aosta e poi da sottoufficiale al 7° reggimento Alpini di Belluno come esploratore. Ma non ho mai partecipato ad una sfilata, nemmeno quando è stata qui da noi a Bassano del Grappa.

L’ANA: appartenenza e condivisione

Sono un alpino iscritto al Gruppo del mio paese, Pederobba, in provincia di Treviso. Qualche tempo fa sono venuti a mancare nel mio paese tre reduci alpini combattenti dell’ultima guerra in Grecia e Albania, due dei quali hanno anche sofferto le pene della prigionia. Nonostante si potesse leggere loro in faccia la tristezza e la paura per gli orrori vissuti, hanno sempre mantenuta integra e viva la fede alpina.

2 Giugno a Roma…

Alla sfilata per la festa della Repubblica, il 2 Giugno a Roma, c’era anche il nostro Labaro, scortato dal vice presidente nazionale vicario Adriano Crugnola. Come era stato annunciato, la sfilata si è svolta in forma ridotta a causa della crisi economica che colpisce, con l’Europa, anche l’Italia, ma non per questo è stata meno suggestiva. Anzi, è sembrata esprimere maggiormente il rapporto fra i militari, le associazione d’Arma, le forze del volontariato e i cittadini. Particolarmente applaudite la fanfara della brigata alpina Julia seguita dalla Bandiera di guerra del 9° reggimento, scortata da una compagnia di alpini in tuta bianca, zaino e sci in spalla.

Ciao, Nardo

Leonardo Caprioli si è spento il 2 luglio a Bergamo, dove era nato il 24 novembre 1920. È stato presidente della sezione di Bergamo dal 1969 al 1984, anno in cui viene eletto alla guida dell’Associazione Nazionale Alpini: è stato l’ultimo presidente nazionale ad aver partecipato alla guerra e con uno dei mandati più lunghi, interrotto soltanto da una malattia.

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