14.9 C
Milano
domenica, 18 Maggio 2025

LA TRAGEDIA DEL GALILEA

Quella del “Galilea” è una ferita ancora aperta non solo nella memoria storica, ma soprattutto fra la gente del Friuli. A settant’anni di distanza ricostruisce questo dramma del mare Paolo Montina con il volume “La tragedia alpina del Galilea: 28 – 29 marzo 1942”, edito dalla casa editrice Aviani&Aviani di Udine. Sul “Galilea”, silurato da un sottomarino mente era in rotta per l’Italia, dalla Grecia, erano imbarcati oltre 1.300 uomini, in gran parte alpini, e di questi si salvarono meno di trecento.

In breve – maggio 2013

Notizie in breve.

Sfogliando i nostri giornali – maggio 2013

La nostra stampa.

ALPINI IN AFGHANISTAN

Il blog degli alpini della brigata Taurinense nella loro ultima missione in Afghanistan (sono stati sostituiti dai fratelli della brigata gemella Julia) è diventato un interessante libro che ha una particolarità: è raccontato dagli stessi protagonisti che hanno vissuto la missione in prima linea. É curato dal maggiore Mario Renna, portavoce della brigata in Afghanistan. “Un’antologia di esperienze”, come ha scritto nella prefazione il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Claudio Graziano, commentando la presenza italiana che sta volgendo al termine nel “paese degli aquiloni”. Una missione costata “52 Caduti con onore tra quei monti lontani che da troppo tempo non conoscono la pace”, conclude Graziano.

APOCALISSE NELLA STEPPA

Vagoni fermi, quaranta soldati per vagone, per tre giorni a 40 sottozero. “Non ci portano nulla, si fa a turno per leccare la brina sui bulloni del treno. …C’è puzza, siamo tra morti e feriti, è tutto infetto da togliere il respiro. Ai congelati, quando tolgono le calze, vengono via pezzi di carne…”. Altra testimonianza: “…durante la marcia molti furono uccisi perché cadevano a terra sfiniti…”. Era la marcia del davai, verso i campi della Siberia dove sarebbe sopravvissuto uno su dieci. Abbiamo iniziato dalla fine, dai racconti dei superstiti della prigionia, per segnalare il libro di Antonio Leggiero sulla tragica Campagna di Russia, sulla quale non si finisce di aggiungere tasselli. Il saggio non si occupa soltanto degli alpini, ma di tutti i soldati italiani che fecero parte del CSIR prima e dell’ARMIR poi.

LA MIA “JULIA”

Nel 70° anniversario dei combattimenti di “Quota Cividale” (Campagna di Russia), l’Associazione Fuarce Cividat ha deciso di pubblicare nella sua collana storica le memorie del cap. magg. Elio Borgobello, Medaglia di Bronzo al Valor Militare per il suo comportamento proprio a “Quota Cividale”. Erano già pronte, raccolte in un fascicolo dato in copia all’Associazione, che le ha stese nel rispetto dell’originale. Dopo la tragica ritirata dell’8 settembre, a 22 anni torna a casa. È la storia raccontata da chi l’ha vissuta.

I DUECENTO DELLA TAURINENSE

L’apporto dei militari italiani nella Resistenza è ancora tutto da scoprire. Di certo, furono i primi ad avviarla, da Cefalonia alla ricostruzione dei primi reparti combattenti con gli alleati. Il politicamente corretto ha a lungo steso un velo su avvenimenti per i quali dovremmo invece andare fieri. Questa dei duecento è un’avventura iniziata dopo l’8 settembre del ’43, quando nel massiccio di Bjela Gora, in Montenegro, la taurinense rifiuta di consegnare le armi e combatte i tedeschi. Un mese dopo, sulle montagne che incombono sulle Bocche di Cattaro, una parte della Divisione si sposta sul massiccio del Bjela Gora: da questo gruppo, le cui possibilità di contrastare il nemico diventano sempre più deboli, si staccano duecento alpini che continuano la resistenza nei boschi, unendosi alla 217ª Divisione partigiana di Tito, nella Bosnia centrale. I superstiti rientrano in Italia nell’aprile dell’anno dopo, in tempo per partecipare alla guerra di liberazione con il battaglione Piemonte, aggregato alle forze angloamericane. Il libro è ricavato dagli appunti dell’allora colonnello Maggiorino Anfosso, comandante del 3° Alpini, conservati dalla figlia Luciana e trasmessi ad uno dei superstiti, Edoardo Vertua, che ne ha fatto un libro. Il volume sarà presentato il 4 maggio, nella sala del Consiglio comunale di Castagnole delle Lanze (Alba).

VITTORIO GASPARINI

L’insegnamento civile che ci ha lasciato il partigiano Vittorio Gasparini, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Nel ventennio fascista rifiuta l’omologazione, la sua tempra morale e le virtù cristiane fanno sì che non fosse disposto a tradire. Ma più di tante parole serve leggere la motivazione della sua Medaglia d’Oro: “Si prestava volontariamente a cooperare con il fronte clandestino di resistenza della Marina militare raccogliendo e inviando preziose informazioni militari, politiche ed economiche… Arrestato dai tedeschi e torturato per più giorni resisteva senza mai tradirsi né rivelare i segreti a lui noti, addossandosi le altrui colpe e riuscendo con ciò a scagionare un compagno che veniva liberato. Condannato a morte veniva barbaramente fucilato in una piazza di Milano, poco discosta dalla propria abitazione. Elevato esempio di indomito coraggio e di incrollabile forza morale, ammirevole figura di ufficiale e di martire che ha coronato la propria esistenza invocando la Patria”.

TASI E TIRA

È il motto degli alpini, ma può diventare anche il racconto d’una vita. Questo si legge come un romanzo nel quale molti si riconosceranno, in particolare negli anni che vanno dall’Accademia (“punizioni a gogò”) o dai mesi del CAR, al reggimento, in questo caso alla caserma Battisti, a Merano, nell’Orobica che fu. E poi i mitici anni Sessanta, l’altrettanto mitica “Cinquecento”, gloriosa ma che ogni tanto si guastava… e tanti piccoli episodi in un racconto che si snoda negli anni e non mai monotono, perché non è fatto solo di ricordi, ma di storie di uomini con i loro difetti e le loro passioni, descritti con sottile ironia che non abbandona mai l’autore, il generale Scaranari che migliaia di alpini ricordano. Comandò il 4° Corpo d’Armata alpino e fu il primo a comprendere il tutt’uno che unisce alpini in armi e alpini in congedo, avviando un rapporto di continuità sempre più stretto oggi ampiamente acquisito. Il volume non è in vendita, può essere richiesto direttamente a: robertoscaranari@ gmail.com. Sarà spedito gratuitamente, ma saranno gradite, e meritorie, offerte a sostegno del Museo degli Alpini, via Fucine 60, 25047 - Darfo-Boario Terme (Brescia), presso il quale, comunque, potrà essere ritirata una copia del bel volume. (ggb)

LA STORIA DELLA GUARDIA DI FINANZA E DELL’EX CASERMA SAN MARCO A CONEGLIANO

C’è un legame forte che unisce un alpino alla caserma in cui ha prestato servizio di leva e questo perché per un anno e più, essa ha rappresentato per lui una casa da condividere con i fratelli di naja. Questo volume, stampato su carta patinata con meravigliose illustrazioni d’epoca, ripercorre la storia dell’edificio San Marco (sede del 7° reggimento Alpini e della brigata di artiglieria da montagna del Veneto) dalla sua nascita, nel 1886, fino ad oggi. Nei locali dell’ex “palazzina Comando”, infatti, ha sede attualmente la Compagnia della Guardia di Finanza. Il lettore viene condotto in un coinvolgente excursus dove potrà rivedere luoghi e contesti che la patina del tempo ha potuto incidere solo in parte: ripercorrere idealmente la piazza d’armi, i corridoi e le camerate, ricordando gli anni del servizio militare e della gioventù che giacciono ancora immoti lì, dove ha vissuto un periodo indelebile nella vita di ogni militare e di ogni uomo.

In breve – aprile 2013

Notizie in breve.

Sfogliando i nostri giornali – aprile 2013

La nostra stampa.

ULTIMI ARTICOLI

Partecipa anche tu al Campo Scuola all’Adunata di Biella

In occasione della 96ª Adunata nazionale Alpini che si terrà a Biella, stiamo organizzando un’attività volta a pubblicizzare i Campi Scuola coinvolgendo tutti coloro...

Andrea Cainero

Giuseppe Vezzari

Remo Facchinetti