CADORE – Gruppo di Calalzo, classe 1921
Non succede spesso che un Gruppo alpini sia nato prima della Sezione di appartenenza. È quanto è accaduto al gruppo di Calalzo, fondato nel 1921, un anno prima della formale costituzione della sezione cadorina. Il 90° è stato celebrato a Calalzo, che ha ospitato anche il 23° raduno sezionale, con la partecipazione di molti alpini, autorità militari e civili e rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d'arma. Il sabato incontro ufficiale nella sede del Comune dove Bergamo, già presidente della Sezione negli anni ’70, ha illustrato le ragioni della intitolazione del Gruppo ai "Fratelli Fanton", figure storiche per il paese di Calalzo, mentre il gen. Perelli ha rievocato pagine inedite della storia alpina con un intervento dal titolo "Sui sentieri della memoria".
Il Premio “Martiri di Cefalonia” al capitano Todisco del 9° Alpini
Il premio “Martiri di Cefalonia” è stato tributato a L’Aquila al capitano degli alpini Francesco Todisco, in forza al 9° Reggimento. L’importante riconoscimento concesso dall’associazione culturale Vox Militiae, che annualmente conferisce il premio a personalità o enti pubblici particolarmente sensibili alle tematiche del mondo militare, ha gratificato la professionalità del capitano Todisco quando, al comando di un convoglio di mezzi militari, in occasione di un attentato terroristico subìto lo scorso anno in Afghanistan, veniva investito dall’esplosione di un ordigno posto sul ciglio della strada.
MODENA – Prignano: Adunata sezionale e 80° del Gruppo
La 69ª Adunata della sezione di Modena si è svolta quest’anno a Prignano sulla Secchia in occasione dei festeggiamenti per l’80° di fondazione del Gruppo guidato da Guerrino Costi e l’intitolazione di una piazza agli Alpini. La festa è iniziata il sabato - in un paese vestito di tricolore - con l’alzabandiera e la partecipazione di una folta rappresentanza di alunni delle scuole che hanno portato una gaia nota di tricolore. Successivamente è stata inaugurata una mostra storica al Centro Civico, dove ha avuto luogo la premiazione dei ragazzi vincitori del concorso “Alpini Sempre”.
C’erano una volta… cinque brigate alpine
Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, la ricostituzione delle Grandi Unità alpine era ostacolata dal trattato di pace non ancora firmato e dalla precaria situazione economica e sociale del Paese stremato da una guerra durissima combattuta anche sul territorio nazionale. Con il trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 e l’adesione dell’Italia alla NATO il 4 aprile 1949, il Paese può iniziare a riorganizzare le proprie Forze Armate. È in questo contesto che tra il 1949 ed il 1953 vengono costituite cinque brigate alpine con il compito della difesa dei confini nord-orientali ripercorrendo l’idea di Perrucchetti del 1872. La prima è la Julia, quindi la Tridentina, la Taurinense, l’Orobica e infine la Cadore. Ma ripercorriamone la storia.
In breve
Notizie in breve.
Il gen. Graziano nuovo Capo di SME
Il generale alpino di Corpo d’Armata Claudio Graziano ha assunto la carica di capo di Stato Maggiore dell’Esercito. L’avvicendamento con il generale Giuseppe Valotto, sancito ufficialmente dal passaggio della Bandiera di Guerra dell’Esercito, è stato celebrato alla presenza del Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, i sottosegretari alla Difesa Filippo Milone e Gianluigi Magri, l’ex ministro Ignazio La Russa, il capo di Stato Maggiore della Difesa generale Biagio Abrate, i capi di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Marina ed il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
MARCHE – Ad Acquasanta l’86° raduno sezionale
Con gran senso di ospitalità, dignità e capacità di realizzazione, gli alpini di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), capogruppo Giulio Buatti, hanno organizzato l’86° raduno sezionale delle Marche cui hanno aderito rappresentanze di penne nere da molte parti d’Italia, con la presenza del consigliere nazionale Salvatore Robustini. Cerimonie civili, militari, religiose si sono susseguite alla presenza di varie autorità territoriali immergendo in un bagno di gioiosa partecipazione la cittadina termale compresa tra il Parco Nazionale dei Sibillini e quello dei Monti della Laga. Il presidente della sezione Marche, Sergio Mercuri, nella sua allocuzione ha dato spazio al particolare significato del raduno nel 150° dell’Unità d’Italia e ha riconosciuto il gruppo alpini di Acquasanta come uno dei più infaticabili della Sezione.
SVIZZERA – Cerimonia all’ambasciata di Berna
L’ambasciatore italiano in Svizzera, Giuseppe Deodato, ha invitato una delegazione di alpini del gruppo di Ginevra, guidati dal capogruppo Antonio Strappazzon, ad una cerimonia in onore del col. Luciano Repetto, addetto militare presso l’ambasciata italiana a Berna, per la fine del suo incarico a causa della chiusura dell’ufficio di rappresentanza militare italiana a Berna. Erano presenti autorità civili e militari. Il generale dell’esercito svizzero Roberto Fisch ha elogiato il col. Repetto per il suo operato.
Editoriali ripetitivi
Il nostro giornale è sempre più ricco di notizie e questo fa onore alla redazione. Ho notato però che gli ultimi editoriali quasi quasi si ripetono. Mi spiego meglio. A novembre Roberto Bertuol parla di legalità, valore civico e impegno associativo che sono temi cari agli alpini: ad ottobre si parla di senso dello Stato.
Gli alpini nella storia d’Italia (11ª puntata)
Dall’armistizio alla ricostruzione
LA LOTTA DI LIBERAZIONE
Dopo l’8 settembre 1943 (quando le truppe italiane, sparse su tutti i fronti della guerra, furono lasciate senza ordini e senza indicazioni, esposte alla rappresaglia tedesca) e sino alla conclusione del conflitto, la storia degli alpini si fraziona in tante storie individuali, come quella di tutti gli altri Corpi dell’esercito: venti mesi di tribolazioni, di lotta, di resistenza, molti con i gruppi partigiani al nord, alcuni con i reparti alleati che risalivano la penisola, altri nei campi di prigionia russi o dietro il filo di ferro dei lager di internamento in Germania: venti mesi carichi di sofferenze e di speranze, che riscattavano gli anni bui della dittatura e preparavano l’Italia repubblicana. Di queste esperienze sono state lasciate numerose testimonianze, ma è impossibile distinguere, nei movimenti convulsi di quel periodo, ciò che è patrimonio degli alpini in quanto Corpo dell’esercito, da ciò che è patrimonio collettivo della nazione.
Quegli alpini con il manganello
Che tristezza! L’altro giorno ho dovuto recarmi in città e sul piazzale della stazione ferroviaria ho incrociato una “ronda” formata da un carabiniere e da due ragazzi in divisa d’alpino che portavano un vistoso sfollagente nero al fianco.
Militari NATO e alpini varesini lungo la linea Cadorna
Duecento militari del presidio del Corpo d’Armata di reazione rapida della NATO di stanza alla caserma Ugo Mara di Solbiate Olona comandato dal gen. C.A. Giorgio Battisti, alpino, che comprende, oltre ad italiani, ufficiali di 15 Paesi dell’Alleanza Atlantica, unitamente ad alpini della sezione di Varese con il loro presidente Francesco Bertolasi, hanno effettuato una marcia di addestramento lungo un tratto della Linea Cadorna, con partenza e arrivo a Cuasso al Monte.