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mercoledì, 14 Maggio 2025

Chi ha suonato per il reduce?

Mi piacerebbe che su L’Alpino fosse dato il giusto risalto a un episodio accaduto durante l’Adunata di Treviso. Mi riferisco agli onori tributati ad un alpino reduce di Guerra, quasi centenario, da una banda musicale che vedendolo ha suonato in suo onore l’inno degli alpini. 

Uomini di valore

Domenica 14 maggio, prima che iniziasse la sfilata, ho letto su un quotidiano un articolo che mi ha indignato per la ovvietà e la stupidità delle descrizioni fatte dall’autore su noi alpini. Come al solito, ma speravo che ormai nel terzo millennio certe posizioni preconcette fossero state rimediate da un minimo di informazione e di cultura, siamo definiti gli ubriaconi di sempre, pieni di alcol dalla mattina alla sera, un po’ buffoni di corte per il divertimento dei cittadini ospiti. 

Grazie di cuore

Sono un alpino di 68 anni e da 44 anni sono associato all’Ana. Con queste mie poche righe sono da lei per esprimere e per dirle che ogni volta che ricevo il mensile della nostra rivista L’Alpino è sempre una ventata di gioia, dove passo passo ho visto crescere la nostra rivista sia nella grafica, ma soprattutto nei contenuti e negli argomenti interessanti e godibili. 

Un’Adunata da record

Gentile direttore, a poche ore dalla conclusione della splendida Adunata del Piave svoltasi nella mia città, sono a scriverti la mia grande soddisfazione e penso anche quella di tutti noi trevigiani, vittoriesi, coneglianesi e valdobbiadenesi, per un’Adunata veramente da record. 

Il decoro di chi sfila

Sfila la Sezione di Treviso, s’inserisce un ragazzo sui 25- 30 anni, pantaloni corti, lo vedo e gli dico: “Con quei pantaloni non puoi sfilare…”. Mi guarda come se avessi bestemmiato e mi risponde: “Ma no dai, dici davvero?”, non ho capito se fosse davvero sorpreso e se mi volesse sfottere. Non ho l’autorità per metterlo fuori, ma avrei voluto prenderlo a calci.

Treviso bellissima e pulita

Faccio i doverosi complimenti al comitato organizzatore dell’Adunata di Treviso per la bellissima gestione della pulizia della città; ho notato da subito che i cestini e gli angoli delle vie erano sempre in ordine. Gruppi di ragazzi giravano con dei carrelli a pulire e svuotare i cestini, come li incontravo li ringraziavo e lo faccio tuttora.

Ferrovie, che scandalo!

Volevo innanzitutto complimentarmi per l’attenzione rivolta alla tutela e alla pulizia che gli organizzatori hanno previsto in questo evento storico dell’Adunata città di Treviso. Sono stati veramente in gamba tutti i giovani che giravano sempre per la città a svuotare e ripulire le vie da residui vari lasciati non solo dagli alpini ma da tutta la gente che ha accolto ed enfatizzato questo evento. 

Pola, Fiume e Zara

Sono un alpino, figlio di un capitano dei bersaglieri, che combatté nell’ultimo conflitto mondiale, e di una istriana, esule in Patria, e nipote di un ufficiale degli alpini del btg. Cividale, che fu impegnato, tra gli altri, sul fronte greco. Ho prestato servizio di prima nomina come sottotenente, uscito dal 111º corso Auc della Smalp di Aosta, nel btg. Gemona, tra il 1983 e il 1984. Quando mi è possibile partecipo alle Adunate nazionali e, se ce la faccio, sfilo (anche e prima di tutto) con gli alpini di Pola, Fiume e Zara.

E gli Acs?

Ho una richiesta da farvi: lo speaker durante il passaggio della Smalp anche a Treviso ha commentato solo gli Auc ma vorrei rammentare che alla Smalp sono passati 50 corsi di Acs. Gradirei che il prossimo raduno durante la sfilata venissero almeno citati. 

Non solo monumenti di pietra

Sono stato a Caporetto. Un’esperienza profondamente toccante che ha suscitato in me un forte desiderio di condivisione. Raggiungiamo Cividale del Friuli con un cielo grigio e piovoso. Proseguendo oltre il confine arriviamo a Kobarid, Caporetto nella Prima Guerra Mondiale.

Quelle sacche di pregiudizio

Sono un caporal maggiore alpino, scaglione 3º/’86, fiero di essere alpino e altre svariate cose, ma soprattutto consapevole di essere un uomo che fa parte di una comunità cittadina e parrocchiale in cui è parte attiva. La premessa è doverosa, in quanto ho letto spesso sul suo e nostro bel giornale le lamentele di tanti fratelli alpini che ai funerali non sono stati “onorati” con la Preghiera dell’Alpino, o con il picchetto per incomprensioni con l’officiante.

Il selfie dei politici

I politici che non hanno fatto il servizio militare negli alpini non devono indossare il cappello alpino. Di qualunque colore politico siano, non devono cavalcare il momento della cerimonia a cui partecipano. Sta di fatto che alla commemorazione della Giornata del Ricordo alla Foiba di Basovizza sia la Meloni che Salvini sono stati ritratti con il cappello alpino in testa e pubblicato sul quotidiano locale.

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