Cappello alpino e nuovi iscritti
Vorrei esprimere il mio rammarico per il poco rispetto che c’è per il nostro cappello. In tanti nostri gruppi, pur di avere un alto numero di soci, si assiste ad una percentuale di iscritti che non hanno nemmeno fatto il militare tra gli alpini e poi vanno alle feste ed alle Adunate con il cappello in testa. Con tutto il rispetto per questi simpatizzanti, a mio parere, il cappello loro non lo devono portare. A noi, che il servizio negli alpini l’abbiamo fatto davvero, il cappello è stato dato il primo giorno in caserma e, anche per questo, lo abbiamo portato e lo portiamo con orgoglio e con onore. Lo si portava, con lo zaino in spalla, sulle montagne, tra la neve e non solo per la festa.
Domenico Spinardi - Orzivecchi (BS)
Che tristezza la vecchia caserma
Ho letto l’editoriale del numero di marzo de L’Alpino: lo condivido in pieno per lo stile corretto e pacato. Sono stato in Val Pusteria a San Candido a trovare il mio vecchio furiere di quando comandavo (tenentino) gli esploratori/alpieri sciatori in quel di La Thuile: è arzillo, sordo abbastanza, con i suoi 92 anni. Prima sorpresa: nessuno ha saputo indicarmi dov’era la casa di riposo: è conosciuta come “Sozial Zentrum”! La lingua italiana è scomparsa. Ridiscendo la valle: mi fermo a Monguelfo. La caserma non solo non c’è più. Solo la cappelletta resiste, o meglio, finge di esistere. Detriti, sporcizia, lampade staccate, erbacce, piante non curate. Quale tristezza.
Gen. Aldo Varda - Nus (AO)
Bedeschi e il critico letterario
Adunata nazionale di Torino: momenti di intensa italianità nel nostro 150° di unità sotto una sola bandiera. È naturale che la curiosità ci porti a cercare notizie, curiosità, foto ed altro nell’ormai insostituibile “rete”. Sul sito del quotidiano La Stampa un articolo di Marco Belpoliti che commenta la scelta dei libri più significativi degli ultimi 150 anni alla “Mostra del libro 2011” di Torino. Il filosofo e giornalista ci dice che un libro come “Centomila gavette di ghiaccio”, di Giulio Bedeschi, non può comparire nella classifica dei libri che hanno fatto la storia della letteratura italiana perché, cito testuali parole “letterariamente e culturalmente mediocre”.
Roberto Vuerich - Valdagno
Emozione all'Adunata
Della matrice cristiana nelle Adunate non ho mai avuto dubbi. La comunione che crea l’identità alpina è rigenerante. Partecipare ad una Messa dove sono radunati numerosi alpini, in particolare durante le Adunate, è un’emozione particolare. L’Adunata è una “invasione”. Sei spinto a confrontarti con questa nuova realtà “esterna”. Che poi di fatto non lo è. È come un amico che ti è sempre vicino anche se a volte lo ignori ma che sa farsi vivo nei momenti che contano. Per alcuni è un gesto straordinario per altri invece è un modo di vita. Ed è nell’ordine e nella disciplina che tale forza può manifestarsi.
Massimiliano Zonta
Ideologie e stupidità
Volantini e scritte contro gli alpini sono stati rinvenuti ieri mattina a Carasco (Genova) in occasione dell’annuale raduno organizzato dal gruppo locale dell’Associazione Nazionale dei Militari in Congedo. “Via gli alpini”, recitavano i graffiti sui muri di due palazzi all’ingresso di piazza Umberto I, dove sono stati affissi anche i volantini. Su uno era riprodotto il volto di un anziano commilitone, con accanto la scritta “Una faccia di fiumi di vino, un cappello da lago di sangue”, su un altro “Sul cappello che noi portiamo... una scia di sangue lunga da Genova al Medio Oriente”. Durissime le reazioni del sindaco Laura Remezzano.
Massimo Casaretto
Mininaja = alpini?
Il ministro della Difesa ha istituito la “mininaja” e l’adesione al progetto ha superato le più rosee aspettative. I ragazzi che hanno partecipato possono iscriversi solamente in qualità di “amici degli alpini” in quanto il nostro Statuto prevede il minimo di due mesi di permanenza nel Corpo degli alpini per poter essere iscritti come soci ordinari. È giusto e corretto che vi sia questo paletto, però la limitazione era stata posta quando esisteva ancora la naja e non sussisteva il problema della riduzione delle Truppe alpine.
Il Tricolore con lo stemma dei Savoia
Ho partecipato il 17 marzo 2011 all’alzabandiera eseguita alla sede della sezione milanese della nostra Associazione e mi son chiesto per l’ennesima volta perché mai ci si ostini a tenere il simbolo della nostra Unità Patria mutilata della sua composizione originale. Nato con lo stemma di Casa Savoia, quel simbolo fu fatto parte integrante della composizione dello stendardo alla pari coi tre colori.
Aiuti alle famiglie dei Caduti
Abolita la leva, ci sono gli specialisti. Parlando con alcuni “nipoti” (soldati in servizio) li trovo molto preoccupati per il rischio che comportano le attuali missioni all’estero. Le famiglie dei Caduti o feriti ricevono dallo Stato un aiuto economico esiguo.
Lo Stato e il volontario bistrattato
Il gruppo alpini di Mantova, sempre impegnato in iniziative di solidarietà e Protezione civile, sentiva l’importanza di possedere una sede, in un contesto socio-territoriale ben diverso da quello delle regioni a vocazione alpina. Dopo varie richieste ci furono concessi dal Ministero due locali presso l’attuale Circolo unificato di Presidio dell’Esercito di Mantova, due locali da ristrutturare. L’agenzia del Demanio di Milano ci aveva informato - seppur a titolo provvisorio - che il canone di concessione - era stato calcolato in euro 530 annui.
Denigratori dell'Unità d'Italia
Pur essendo d’accordo sull’Unità dell’Italia, devo precisare che la prima Medaglia d’Oro in assoluto, il carabiniere Giovanbattista Scapaccino, fu ucciso dai mazziniani, come i padri Domenicani uccisi a Roma nel 1848/’49 o i circa 27 morti innocenti causati dalla bomba messa da Monti e Tognetti a Roma nel 1867 (condannati a morte l’anno dopo) mentre Garibaldi si avvicinava a Mentana dove fu sconfitto dalle truppe papaline e francesi. Fino a che non si avrà il coraggio di dire la verità storica ci saranno sempre dei denigratori dell’Unità.
Dino Zuccherini - Padova
L'Adunata a Bolzano
Conosco bene l’Alto Adige. In vacanza lassù fin da piccolo, ho svolto pure il servizio militare. Da tempo ci lavoro con un mio ufficio. Posso dire che gli altoatesini/sudtirolesi sono gente molto seria e non odiano gli italiani.
Poesia d'autore ignoto
Invio una poesia (autore ignoto) e tramandata oralmente da madre in figlia, dal titolo: Madre di un Caduto. “Curva dagli anni, lenta la vecchietta / col velo nero in capo ed impresse in fronte / d’un perenne dolor le vive impronte / s’avvia solinga all’erma chiesetta. / Entra ed innanzi l’altar di Maria / prega sommessa …”.
Pietro Siviero – gruppo di Cassola (Sez. Bassano del Grappa)