L’altro papà degli alpini
Il Risorgimento fu il periodo storico nel quale visse e fu protagonista Cesare Francesco Ricotti Magnani, prima nella vita militare che lo portò a diventare generale già in giovane età, solo 42 anni, e successivamente chiamato alla vita politica come Ministro della Guerra. Nacque il 30 gennaio 1822 a Borgolavezzaro, vicino a Novara, paese che lasciò nel 1830, a soli 8 anni, per entrare nell’Accademia militare di Torino.
Riflessioni a margine del Convegno
Tutti conosciamo la vicenda di Gavino Ledda, l’autore di “Padre padrone”, il quale attribuisce al servizio militare l’inizio del suo riscatto dalla schiavitù dell’analfabetismo. Ledda nasce il 30 dicembre 1938. Possiamo quindi collocare il suo servizio nell’Esercito fra il 1966 e il 1968. Gli anni dell contestazione. Proprio nel periodo storico in cui tradizione, cultura, scuola, famiglia, chiesa, istituzioni, venivano assalite da un’onda contestatrice incontenibile, Ledda vedeva nell’esperienza di leva, comune ai maschi giovani italiani fin dall’Unità d’Italia, l’occasione fondamentale della sua vita per uscire dall’isolamento della Sardegna.
Motore alpino…
Grande, grandissima stagione di Giandomenico Basso, il pilota di Cavaso del Tomba che, in un crescendo rossiniano, lo scorso mese di ottobre a Verona, si aggiudica il Campionato Italiano di Rally alla guida di una Ford Fiesta R5, alimentata a gas per la prima parte della stagione, per poi tornare alla più classica alimentazione a benzina. Giandomenico Basso, da pronunciare tutto d’un fiato quasi fosse uno scioglilingua, alla fine di una stagione massacrante ma dall’epilogo indimenticabile, è riuscito a sbaragliare la folta e agguerrita concorrenza bissando il successo del 2007 a suggellare così una carriera fin qui prestigiosa ma che, vista la determinazione e la professionalità del pilota, promette altri grandi traguardi ambiziosi.
Identità e valori collettivi
Il 21º convegno della stampa alpina di Biella ha completato un percorso avviato nel 2015 e legato alla necessità di aprire un dialogo con i giovani per facilitare la trasmissione dei valori cari all’Ana e utili alla società. Due anni fa ci eravamo chiesti cosa il mondo alpino avesse da trasmettere ai giovani, mentre l’anno successivo ci siamo focalizzati su che cosa i giovani chiedono agli alpini. Il tema di quest’anno “Il servizio militare come fonte di sicurezza di sé” è stato sviluppato grazie ad uno stimolante dibattito, incoraggiato dal direttore de L’Alpino Bruno Fasani, dalla prof. Gabriella Colla che lavora al supporto dell’Autonomia scolastica presso l’Ufficio provinciale di Novara, dove coordina e promuove progetti sulla cittadinanza attiva, sull’educazione alla legalità, sull’alternanza scuolalavoro, e dal prof. Stefano Quaglia, dirigente dell’Ufficio scolastico Territoriale di Verona, accompagnato da tre giovani di 5ª scientifico: Riccardo Barbieri, Federica Genero e Laurens Lanzillo che hanno fatto toccare con mano la loro realtà e il loro pensiero.
Le ali di Cino
Il 23 marzo scorso se n’è andato Cino Tortorella, noto a tutti per il suo personaggio televisivo più famoso, il bonario Mago Zurlì, nei panni del quale condusse per tanti anni lo Zecchino d’Oro in tv. Non sono però in molti a sapere che Cino (Felice) era stato anche alpino, anzi, un alpino “con le ali”! Il suo servizio di leva lo fece, infatti, nel lontano 1954, nel primo plotone alpini paracadutisti della brigata Taurinense.
Treviso e i Savoia
Dalla denuncia del Comune alla Regia Commissione d’Inchiesta sugli atti del nemico contro il diritto delle genti risulta che: «Le incursioni nemiche su Treviso dall’aprile 1916 alla fine di ottobre 1918 sono state 32 con lancio di bombe; gli ordigni caduti e constatati dal Comune furono 1.526. I morti fra la popolazione furono 30 e i feriti 50. Le abitazioni distrutte furono 50, gravemente danneggiate 160 e parzialmente lesionate 1.300».
Milano non dimentica
Il mese d’agosto è, o dovrebbe essere, l’occasione per recuperare quel lembo di vita che, essa stessa, con i suoi doveri, necessità, costrizioni e quant’altro, ci costringe date le circostanze, a non gustare pienamente delle grandi e piccole cose di ogni giorno.
Addestramento in Val di Susa
Una giornata spettacolare sotto tutti i punti di vista. I monti dell’alta Valle di Susa, comunemente conosciuti come i monti della Luna, hanno vissuto uno dei momenti più belli degli ultimi anni. Un sole splendido, un cielo terso e dal blu intenso e poi loro, quei 1.128 uomini e donne tra alpini, artiglieri da montagna, genieri alpini, dragoni che lentamente e da vie diverse salivano al col Bousson a 2.155 metri di altezza.
Sempre pronti
In questo numero de L’Alpino e nei successivi, desidero portare a conoscenza dei nostri associati come sono distribuite le risorse di mezzi e materiali della nostra Colonna mobile. La Colonna mobile dell’Associazione Nazionale Alpini è un progetto, ancora in corso di implementazione, nata sulle molteplici esperienze acquisite tramite l’assistenza alla popolazione, dopo il sisma del 6 aprile 2009 che colpì L’Aquila e i suoi dintorni.
Piste da Campioni
L’articolo di apertura della brochure di presentazione del campionato Ana di slalom gigante, è stato dedicato alla località che ha ospitato la competizione. “Abetone nido di aquile”, questo il titolo, è un omaggio al filmato d’epoca di Fosco Maraini nel quale le aquile erano rappresentate dai grandi campioni dello sci che in quelle parti erano nati e vivevano, come Zeno Colò, Vittorio Chierroni, Celina Seghi.
Il Galilea 75 anni dopo
Ricorre quest’anno il 75º anniversario dell’affondamento del piroscafo Galilea che dalla Grecia riportava in Italia il battaglione Gemona, alcuni ospedali da campo della Divisione Julia e altri militari. Era la notte tra il 28 marzo 1942, verso le ore 22,45 quando un siluro inglese colpì la nave sul lato destro verso prua, che dopo un’agonia di circa sei ore s’inabissava nelle fredde acque dello Jonio.
In attesa degli alpini, con un sorriso
Città d’acque e di case affrescate, Treviso si prepara ad accogliere con un sorriso le penne nere in questa grande Adunata. È la terza volta: già nel 1967, esattamente mezzo secolo fa e poi nel 1994, il capoluogo della Marca ha ospitato gli alpini che hanno pacificamente invaso il centro storico racchiuso dalle mura cinquecentesche.