Nel pomeriggio di sabato, nella suggestiva cornice della corte quadrata del Lazzaretto, un complesso cinquecentesco articolato su quattro corpi di cellette a formare un chiostro di grande effetto scenico, mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo ha celebrato la Messa, presente il Labaro scortato dal presidente nazionale Corrado Perona, il CDN e una folta partecipazione di alpini. La giornata finalmente soleggiata rende particolarmente gradevole la temperatura, lasciando la piacevole sensazione di un momento di comunità nel ricordo dei Caduti.
Nel corso dell’omelia il presule, prendendo lo spunto dalla biblica città futura di Gerusalemme, invita i presenti a portare il cuore verso confini sempre più ampi. La vastità degli orizzonti aiuta la persona a coltivare valori alti, come la pace, la vocazione alla solidarietà, allo spirito di Corpo che fanno parte della storia e della spiritualità alpina.
La capacità a sopportare i sacrifici rafforza il bisogno della dedizione al bene per gli altri, un bene che va oltre l’interesse personale . E a questo punto non poteva mancare un riferimento al cappellano alpino don Gnocchi, presente in cattedrale per l’incontro con le sue penne nere. Non abdicate, conclude il vescovo, alla fede che vi fa uomini capaci di percorrere le strade che portano in alto, a costruire la città fondata sullo spirito di solidarietà . La cerimonia si conclude con la recita della Preghiera dell’Alpino da parte del presidente della sezione di Bergamo, Antonio Sarti.
Pubblicato sul numero di giugno 2010 de L’Alpino.