In attesa di essere ricevuto nel mio Comune, ho potuto sfogliare una rivista dal titolo “La Protezione Civile Italiana” n. 5 giugno 2011 ed a pagina 90 trovo: “Friuli, 35 anni fa la terra trema”, che tratta di un convegno presso il Castello di Udine su quella catastrofe. Poiché partecipai come alpino in congedo della sezione ANA di Modena alla ricostruzione, ho letto con particolare interesse quello scritto. Meraviglia e amarezza: non vengono citati né l’ANA, né la Julia e gli alpini alle armi. E dire che erano presenti prefetti, presidenti, onorevoli, professori. Siamo proprio “alla frutta”, ormai.
Alfonso Pasquali, Fanano (MO)
Ho letto l’articolo e premetto che l’ANA e la Julia erano nel lungo elenco di personalità del mondo accademico, istituzionale, religioso e politico presenti al convegno. In Friuli nel 1976 gli alpini, in armi e in congedo, non sono stati una presenza marginale, senza dire che da quel terremoto è partita in modo strutturale la macchina organizzativa della nostra Protezione civile. Una realtà che, con l’ospedale da campo, ha dato dei contributi di operatività e prestigio a livello nazionale e internazionale.
Solo in Abruzzo nel 2009 hanno operato oltre 8.500 penne nere e sempre gratuita mente. Non a caso il capo del Dipartimento Nazionale di Protezione civile, Franco Gabrielli, nel suo intervento “ha ringraziato il mondo del volontariato, indispensabile ‘esercito’ nelle attività emergenziali”. Tento di dare un senso all’esclusione che segnali nel carattere tecnico del convegno e forse anche nelle difficoltà degli organizzatori ad estendere gli inviti a tutte le associazioni che popolano l’area del Volontariato. È pur vero che alcune di queste non fanno molto, ma sono pronte alla rissa se le escludi nel momento di “apparire”.