Un quotidiano triestino titola così la pagina dell’attualità: “Tre triestini e una stella, la più vecchia dello spazio”, e nell’occhiello precisa: “Assieme a undici scienziati hanno scoperto l’astro più antico, quasi privo di metalli. Ha 13 miliardi di anni. La ricerca appare sulla rivista britannica Nature”. I tre scienziati triestini dell’equipe sono Elisabetta Cuffau, Paolo Molinaro e Piercarlo Bonifacio cui va il plauso della comunità. A me piace ricordare Piercarlo Bonifacio perché è un alpino della Julia, perché nipote di Carlo “Carletto” Tagliaferro, parente di Duilio Tagliaferro (storico di Dante) e del colonnello Alessandro Tagliaferro, attualmente in servizio presso la brigata Julia.
I nostri veci ricorderanno certo Carlo Tagliaferro che per tantissimi anni ha valutato, come consigliere e revisore dei conti, le sorti economiche della Sezione; ma, al di là di questo, ricordo il giorno in cui ha presentato Piercarlo, in divisa di alpino, nella vecchia baita: gli brillavano gli occhi dalla soddisfazione per avere un suo discendente alpino, per aver rinverdito, nella sua già avanzata età, un motivo in più d’orgoglio e di compiacimento nel veder tramandata una tradizione oltre, beninteso, alle numerose soddisfazioni che questo nipote gli aveva recato completando studi d’eccellenza.
E Piercarlo Bonifacio, assolto l’obbligo militare, ha conseguito nella vita civile dei traguardi di ampia soddisfazione e riconoscimenti per le sue capacità, apprezzato ovunque per ingegno e cultura passando attraverso esperienze in ogni angolo della terra. Pensate che oggi è a Parigi e ricopre la carica di direttore del GEPI, il laboratorio di Parigi per lo studio delle galassie, delle stelle, della fisica e della strumentazione dell’osservatorio colà ubicato. Non tutto va a remengo, se ci sono uomini (e donne) che esaltano la nostra civiltà, fanno onore all’Italia, alla nostra cultura e, in questo, la componente alpina ha il suo peso.
Gianpiero Chiapolino