Una sofisticata apparecchiatura, unica in Italia, per la diagnosi precoce e l’eventuale rimozione di alcune forme di tumori al seno, è stata donata dagli alpini della sezione di Milano (in collaborazione con la sede nazionale) all’Istituto dei tumori. I risultati dell’applicazione della metodica eseguita con questa apparecchiatura sono stati presentati nel corso dell’assemblea annuale della Sezione, svolta il 7 marzo scorso nell’aula magna della Fondazione IRCCS dell’Istituto, dai dottori Gianfranco Di Felice e Domenico Galluzzo.
Era il 7 marzo, la vigilia della Festa della donna’, giornata scelta non a caso per l’assemblea della sezione ANA di Milano nella inconsueta sede della Fondazione. Non è la prima volta che gli alpini aiutano la ricerca, non mai abbastanza sostenuta. Spessissimo, infatti, in Italia si sente lamentare la scarsa attenzione e considerazione delle capacità dei nostri ricercatori, anche in campi tecnici d’assoluta avanguardia: la fuga dei cervelli’ italiani all’estero, a fronte di finanziamenti nazionali, molto bassi o inesistenti, per le loro ricerche ed applicazioni, è un’amara realtà.
Va dunque a merito degli alpini l’aver mostrato concreta sensibilità anche in questo campo. I due medici avevano partecipato all’assemblea dell’anno scorso e illustrato una nuova metodica scarsamente invasiva per la diagnosi precoce dei tumori al seno adottata in alcuni istituti all’estero. Purtroppo, mancavano alla Fondazione i fondi per acquistare questa macchina, nonostante le varie richieste ad enti e istituzioni.
Di qui l’appello rivolto alla sede nazionale, che ha coinvolto anche la sezione di Milano, per competenza territoriale. Era fatta, perché quando si mettono in moto gli alpini l’obiettivo viene raggiunto. La sofisticata apparecchiatura è stata acquistata e si è subito dimostrata all’altezza delle aspettative. All’assemblea del 7 marzo i due medici hanno presentato i risultati di questa nuova metodica, applicata ormai su numerose pazienti. Si tratta di un intervento ambulatoriale eseguito in anestesia locale, affatto invasivo, coperto dal Servizio Sanitario Nazionale.
È effettuato con una sonda sottile quanto un capello. In un paio d’ore la paziente viene dimessa. Senza incisioni, ferite, punti di sutura, cicatrici, mutilazioni. La valutazione ed asportazione precoce dei tumori ne consente, fra l’altro, un miglior controllo e permette di ipotizzare una soluzione fausta di tale malattia, appunto perché scoperta precocemente. I dottori Di Felice e Galluzzo hanno ringraziato gli alpini anche a nome del direttore medico dell’IRCSS, ed hanno illustrato la metodica e i progetti futuri ch’essa consente.
Nulla da dire: il giorno prima dell’8 marzo, gli alpini hanno donato alle donne una magnifica mimosa! E non è finita, perché la sezione di Milano ha continuato a sostenere questo progetto con una ulteriore raccolta di fondi: serviranno per acquistare apparecchiature integrative che consentiranno di ottimizzare l’impiego del prezioso endoscopio.
Pubblicato sul numero di aprile 2010 de L’Alpino.