Avrei voluto che la manovra economica emanata dal governo fosse stata con tagli più mirati sugli sprechi. Avrei voluto una manovra che favorisse, con piccoli investimenti a partire da subito, opere socialmente utili che contribuissero a far ripartire l’occupazione. Poi bisognerebbe fare tutto il possibile per non cadere nelle condizioni di paura, di incertezza, anche di disperazione di chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo e deve rinunciare a progetti di speranza.
Francesco Lena Cenate Sopra (Bergamo)
Non entriamo nel merito della manovra economica. Non è di nostra competenza. Guardiamo tuttavia con attenzione alle sorti del nostro paese e non nascondiamo le preoccupazioni. Gli sprechi e, aggiungo, le costose furbate di personaggi senza scrupoli ci sono. Se è vero, come dicono giornalisti non di parte, che solo le auto blu e alcuni costi della politica, incomprensibili se rapportati con quelli di paesi di più antica democrazia, darebbero un deciso sollievo alle finanze dello Stato, qualche perplessità nasce. Un decreto relativo alla spedizione dei periodici, approvato a fine marzo scorso con una celerità fulminea, costa alle casse dell’ANA, cioè alle nostre tasche, circa un milione di euro. Poco o nulla importa se sul nostro Libro Verde della Solidarietà compaiono cifre incredibili di giornate di lavoro gratuite ed elargizioni in favore della comunità. Vedi l’Abruzzo. Evidentemente per qualcuno siamo uno dei tanti enti inutili. Non per questo, caro Francesco, siamo disposti a rinunciare a progetti di speranza .
Pubblicato sul numero di settembre 2010 de L’Alpino.