A Paolo Rumiz il “Premio giornalista dell’anno”

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    Il giornalista Paolo Rumiz, già inviato speciale de Il Piccolo di Trieste ed editorialista di La Repubblica, è il vincitore del “Premio giornalista dell’anno” per l’edizione 2013. Lo ha deciso la commissione del premio, presieduta dal consigliere nazionale Renato Cisilin, nella riunione del 26 febbraio scorso. Rumiz ha seguito per anni gli eventi dell’area balcanica-danubiana e nel 2002 è stato corrispondente di guerra in Afghanistan. Scrittore affermato, con stile elegante e piacevole, racconta pagine segrete di storia e di viaggi vissuti in prima persona.

    Nel 2013, alla vigilia del centenario della Grande Guerra, compie un grande lavoro storico e giornalistico ripercorrendo tutto il fronte italo-austriaco. Ha al suo attivo la collaborazione al bellissimo film documentario “L’Albero tra le trincee” di Alessandro Scillitani, dove sono confluite le indagini e i racconti di viaggio che Rumiz ha pubblicato come pezzi giornalistici sul quotidiano La Repubblica.

    Questa la motivazione: “Giornalista, storico, scrittore e documentarista, rigorosamente attento ai fatti e curioso di indagarli, si è sempre distinto per la grande professionalità del suo operare, finalizzato a fare informazione attraverso inchieste che si fanno camminando, vedendo e ascoltando gente e storie. Ne “L’albero tra le trincee”, straordinario film documentario di Alessandro Scillitani, al quale egli ha collaborato attivamente, sono confluiti le indagini e i racconti di viaggio che Paolo Rumiz ha pubblicato come pezzi giornalistici sul quotidiano nazionale La Repubblica, nello scorso agosto 2013. Resoconti che assumono il valore metaforico di una lettera scritta ai figli, in cui si raccontano panorami storici, teatro di sanguinose battaglie. Una linea infinita di pinnacoli, camminamenti, trincee e fortini. Un itinerario che attraversa tutto il fronte italo-austriaco, scenario del protagonismo degli alpini nelle vicende belliche passate, da Trieste allo Stelvio, dal Pasubio al Pal Piccolo, dall’Ortigara al Grappa. Il tutto per farci rivivere un passato ancora vivo nel nostro presente, sorgente fecondissima sulla quale fiorisce la ricerca storica e si alimenta la memoria morale di tutta l’Associazione Nazionale Alpini”.