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domenica, 4 Maggio 2025

Progettare sogni

Viva il 1° Maggio, anche se in questo periodo la situazione economica e sociale è sempre più difficile, con l’aumento di disoccupati, precari, aziende che chiudono e tante persone che sono alla disperazione.

TRENTO – Marciando insieme

Alpini, ufficiali e sottufficiali del comando militare del Trentino- Alto Adige insieme in una marcia di addestramento. È il tradizionale appuntamento annuale che vede sulle montagne trentine una lunga colonna di alpini in armi, alpini in congedo e militari delle varie armi che compongono il Comando Esercito della regione, tra i quali artiglieri del 2° artiglieria “Vicenza”.

Parliamoci chiaro, da amici

Caro direttore, come può la solidarietà rovinare la vita ad un alpino, un artigliere da montagna grande e grosso che da 32 anni quando gli viene chiesto, allarga la borsa, si rimbocca le maniche, mette a disposizione attrezzature che costano centinaia di migliaia di euro e va a portare la sua personale solidarietà alpina anche a centinaia di chilometri da casa senza chiedere mai nessuna forma di rimborso spese?

La presidente Boldrini in visita all’asilo

Alla scuola materna di Casumaro è arrivata un’ospite inattesa quanto gradita dagli alpini che stavano eseguendo gli ultimi preparativi in vista dell’inaugurazione: la presidente della Camera Laura Boldrini, che stava facendo una visita ai luoghi terremotati dell’Emilia. Era accompagnata dalla presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra, dal presidente della Regione Vasco Errani e dal sindaco di Cento Piero Lodi.

Tre Alpini. Con la A

Visi immobili e concentrati, occhi lucidi di commozione fissi sul palco dove i premi per “l’Alpino dell’Anno 2012” stanno per essere consegnati. La folla assiepata sulla piazza del Comune di Varazze, città che quest’anno ha voluto organizzare l’evento, è stretta attorno agli alpini Giuseppe Zonca e Luca Antonacci e al parente dell’alpino “andato avanti” Walter Bevilacqua e ascolta in profondo silenzio la lettura delle motivazioni per le quali i tre sono stati prescelti tra le numerose segnalazioni delle sezioni ANA.

Il sapore dell'“emilianità”

Cari alpini, veci e bocia, chi vi scrive è una giovane piacentina che ha passato gli ultimi tre giorni insieme a voi in mezzo alle strade della mia città. Inutile dirvi che stamattina, la città si è alzata più sola: tutto era più triste e, purtroppo, è ritornato ad essere tutto silenzioso e melanconico. Abbiamo passato tre giorni tra persone vere e genuine come voi, abbracciando i vostri valori e il vostro profondo senso dell’onore. Grazie a voi, abbiamo imparato che, standovi insieme, si impara la vita e si diventa più uomini (come diceva uno striscione durante la sfilata), ci si arricchisce moralmente e umanamente.

La Grande Guerra, in 38×27

C’era una volta… la Grande Guerra. Combattuta nelle trincee non meno che nelle retrovie del Paese. Non c’era ancora la televisione a portare la gente nel fuoco dell’inferno e la radio era privilegio di pochi. Gli Stati Maggiori coinvolsero i migliori grafici per tappezzare il Paese di manifesti che demonizzavano il nemico e spronavano i cittadini alla vittoria. I giornali – quotidiani e riviste – non furono da meno, avendo sottomano una schiera di giornalisti dell’area futurista che glorificavano la guerra come unica igiene e motore del mondo. Gli stessi giornalisti che, una volta andati alla guerra, scoprirono che era brutta e cattiva, lo scrissero e furono emarginati dal regime per tutto il periodo del Ventennio. A anche un po’ dopo.

“Raccontare una guerra non è meno importante che combatterla, specialmente se dura 41 mesi e coinvolge milioni di uomini e milioni di famiglie delle quali è indispensabile conquistare il consenso. Era una guerra diversa da quelle del Risorgimento, che si svilupparono e conclusero nell’arco di qualche settimana o qualche mese, ed ebbero un impatto territoriale limitato.

SICILIA – Onorati i Caduti delle “Batterie siciliane”

Ogni anno davanti al gruppo bronzeo dedicato alla “Batteria Masotto” (dal nome del suo comandante Umberto Masotto, primo artigliere da montagna ad essere insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare) e ai montagnini siciliani, sito lungo la passeggiata a mare di Messina, si celebra l’anniversario della battaglia di “Adua” del 1° marzo 1896. Alla cerimonia di quest’anno c’era una folta delegazione di alpini della sezione Sicilia con il presidente Giuseppe Avila e alcuni rappresentanti dei gruppi di Messina, Catania e dell’arco etneo.

L’asilo dal cuore alpino

W gli Alpini. Grazie agli Alpini: è la scritta preparata dai bambini di Casumaro, appesa alla vetrata della nuova scuola materna voluta e realizzata dall’Associazione Nazionale Alpini in un paese, frazione del comune di Cento, a cui la forza del sisma del maggio 2012 ha strappato l’asilo. Dopo un anno trascorso all’interno dei moduli scuola, retrostanti alla nuova struttura, i bambini, assieme alle insegnanti e alla comunità intera, ancora scossa dal terremoto, hanno accolto e festeggiato, sabato 1° giugno l’arrivo del popolo degli alpini.

Da Cima Vallona invito alla pace

Cima Vallona, 46 anni dopo. E sembra ieri. Sembra ieri che sia stato ucciso da una mina l’alpino 22enne Armando Piva, del battaglione Val Cismon, e dilaniati da altri ordigni il capitano dei carabinieri Francesco Gentile, il sottotenente Mario Di Lecce e il sergente Olivo Dordi, entrambi paracadutisti incursori del 9° reggimento d’assalto “Col Moschin”.

Quando la vita ti sorride

Il 20 maggio 2012 lo ricordo come fosse oggi… il 29 è stato peggio. È arrivato il terremoto e ha scosso tutto: la terra, le case, i pensieri e la vita delle persone. Tanta paura, preoccupazione per il futuro e convinzione che mai più nulla sarebbe stato come prima… mai più. Le belle e floride provincie emiliane in pochi secondi si sono inginocchiate davanti alla potenza della natura e con loro, a tratti, la forza di credere in un futuro. Settimane trascorse in tenda, in camper, al mare ed in montagna sfollati come ci fosse la guerra al paese.

Se il canto ti accompagna

Un giorno che Papa Giovanni Paolo II era in vacanza in Valle d’Aosta, andò a fargli omaggio un coro di lassù. Quando cominciò a cantare “Signore delle cime”, il Papa esclamò “Questa la so anch’io”. Ma nella sua Polonia, molti cori la intonano così: Bóg nieba, Pan szczytów... Due sole strofe, naturalmente, perché la terza, che i miei Crodaioli non propongono, non è mia: è stata scritta da un caro amico ormai salito nel silenzio di Dio, Rolando Moro di Carmignano di Brenta.

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