L’ironia come arma
Sono rimasto sorpreso dal tono della risposta alla lettera di Alberto Baldani, “Il finto alpino” (numero di agosto-settembre 2017). Da te mi sarei aspettato ben altro, non il commento ironico che ho letto. Ci rendiamo conto? Uno, presunto amico degli alpini, pensa di avere il diritto di indossare il cappello alpino perché alle adunate o alle feste ci sono ambulanti che li vendono.
Dalla storia al mito
È un’immagine luminosa, di spiritualità senza limiti, di spazio e libertà quella che avevano i soldati chiamati a combattere in alta quota durante la Grande Guerra. Un’illusione che si frantuma con il trascorrere dei giorni, spazzata via dalle battaglie, dalla logorante vita di trincea. Ora la montagna è diventata nemica, madre matrigna. La battaglia dell’Ortigara è stato anche questo. A raccontarlo nell’aula intitolata a Ippolito Nievo, all’Università degli Studi di Padova, Mario Isnenghi, Paolo Pozzato e Diego Leoni abilmente intervistati e incalzati da Massimo Bernardini. «Appare una nuova figura di uomo-soldato – sottolinea Diego Leoni– ‘Quello che scende giù’. Terreo, animalesco, provato, irriconoscibile quasi».
Il sonno dei giusti
La Sezione Bari-Puglia-Basilicata ha organizzato il 7º pellegrinaggio nazionale che quest’anno, ricorrendo il quinquennio, ha valenza solenne. Sabato 30 settembre nel suggestivo Sacrario militare dei Caduti d’Oltremare, il Labaro scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero e da alcuni Consiglieri è stato accolto da vessilli e gagliardetti provenienti da diverse Regioni. Il Presidente della Sezione di Bari- Puglia-Basilicata Luigi Leo ha salutato e ringraziato per l’importante presenza nel luogo sacro dove oltre 75mila Caduti dormono “il sonno dei giusti”.
Divisione partigiana Garibaldi
In merito all’articolo pubblicato sul nostro giornale L’Alpino di agosto-settembre, trovo giusto quanto detto circa la Divisione Partigiana Garibaldi che nel 1945, dopo l’8 settembre si è unita alle formazioni partigiane della resistenza di Tito. Ma una premessa è doverosa: bisogna precisare che la Bandiera della Garibaldi era il Tricolore con al centro una vistosa stella rossa simbolo del comunismo. Purtroppo la storia continua.
Fiumi Sicuri 2017
È normale che in certi momenti e in determinate situazioni, si creino delle aspettative alte. Quando poi si è sul campo e si tocca con mano, succede che la realtà superi quello che ci si è immaginato e allora il semplice orgoglio di far parte della grande famiglia alpina va oltre, diventa emozione. Un sentimento che nasce dentro e ti porta a dire “Complimenti, ragazzi!”. E “Fiumi Sicuri 2017”, è stato questo: l’esercitazione del 2º Raggruppamento nella Bassa Bergamasca, che ha coinvolto 980 volontari di Lombardia ed Emilia Romagna, dispiegati in 17 cantieri nei territori di 12 Comuni con il grande campo base a Scanzorosciate.
Sulle mie montagne
Ora che si fa tardo il chiarore dell’autunno
e mute le montagne nel sole morente
si ergono bianche di sassi e di neve...
se vorrete incontrarmi cercatemi nel fruscio della sera
quando lucido il silenzio degli occhi diviene preghiera
come il canto che risuona intorno a voi...
BRESCIA – Voci per aiutare
Durante una riunione del direttivo del coro Ana Alte Cime, uno dei presenti, Luigi Quaresmini, si è chiesto: «Ma noi non facciamo nulla per i nostri amici colpiti dal terremoto? ». Con l’assenso della presidenza sezionale, tramite la quale sono stati girati alla Sede Nazionale i proventi raccolti, ci si è messi subito al lavoro. Sono stati coinvolti altri tre cori: Coro della Montagna di Inzino, coro La Soldanella di Villa Carcina e coro Rocce Roche di Brescia.
CUNEO – Per chi non fece ritorno
In circa tre anni di lavoro grazie all’aiuto di altri due alpini, lo scultore Barba Brisiu e l’amico Sergio Falco, ho realizzato tre sculture ricavate da tronchi di castagno e ispirate alle vicissitudini e ai ricordi che la mia famiglia mi ha trasmesso. In questo modo ho voluto onorare il cappello alpino e raccontare il dolore delle famiglie e degli uomini in guerra ricordando l’aiuto del popolo russo nei confronti degli alpini.
Amicizie ritrovate
Ho chiesto ad un mio vecchio alpino trevigiano, ritrovato in occasione del 2º Raduno degli alpini in Europa, che mi descrivesse in qualche modo ciò che aveva vissuto nelle due giornate trascorse a Petros‚ani (Romania) a contatto con i volontari e gli alpini di Casa Pollicino. Vi propongo lo scritto così com’è poiché mi sembra che, fra le tante attestazioni di stima e simpatia ricevute, questa sia la più gratificante per chi si è impegnato nella buona riuscita dell’evento.
Mani tese per l’Afghanistan
Alla Taurinense il generale Massimo Biagini è di casa. Non solo perché da luglio dello scorso anno ne è il comandante, ma soprattutto perché è la realtà dove ha mosso i suoi primi passi da ufficiale ed è nato e cresciuto professionalmente.
Chiampo capitale alpina
Un cappello alpino da record, del peso di 3 quintali, svetta dalla sommità della colonna dorica in piazza Zanella a Chiampo (Vicenza) a far da richiamo al raduno del 3º Raggruppamento dell’Ana dal 15 al 17 settembre. Chiampo, posto nel mezzo della vallata omonima, dove l’economia è basata sulla lavorazione del marmo, la lavorazione della pelle, la produzione di miele, il tartufo di Marana, la “cincionela co la rava” (la salsiccia con la rapa, n.d.r.), il vino durello e recioto. E infine l’acqua, dell’Agno e del Chiampo, a far sì che questa vallata sia fertile e rigogliosa. Una vallata che però ha conosciuto le atrocità e la carestia durante i secoli, non soltanto durante la Prima Guerra Mondiale in cui, all’indomani della Strafexpedition le genti furono costrette a sfollare ingrossando le fila del profugato, ma anche subito dopo l’Unità d’Italia.
Ultimo sopralluogo a Campotosto
Campotosto, ultimo sopralluogo prima dell’inaugurazione. Il Presidente Favero, il responsabile delle Grandi Opere Lorenzo Cordiglia e il Consigliere nazionale Antonello Di Nardo, insieme al Presidente della Sezione Abruzzi D’Alfonso, al comandante delle Truppe Alpine gen. Bonato e al sindaco del piccolo borgo abruzzese Luigi Cannavicci hanno fatto visita al cantiere ormai in fase di ultimazione. Dal 3 agosto scorso hanno lavorato incessantemente a turno, in squadre da 7/8, gli alpini della Sezione di Pordenone. Accanto a loro, i volontari di Trento che hanno montato il tetto offerto dalla Sezione e infine i volontari della Sezione di Vicenza per la posa del porfido dei marciapiedi esterni. La struttura di Campotosto sarà il primo dei 4 progetti realizzati dall’Ana per il Centro Italia che verrà completata e arredata entro il 25 novembre, giorno previsto per l’inaugurazione dell’opera donata al Comune e alla popolazione duramente colpita dal terremoto.