GERMANIA – Il 4 Novembre a Monaco
Il Gruppo di Monaco di Baviera ha partecipato alla cerimonia in ricordo dei Caduti di tutte le guerre, presso il Cimitero militare italiano nel Waldfriedhof di Monaco, recentemente risistemato in accordo con la direzione di Onorcaduti. La cerimonia organizzata dal console generale d’Italia a Monaco di Baviera Cianfarani e dal vice console Ricciardi, socio alpino del Gruppo, ha visto la partecipazione del personale delle Forze Armate italiane in servizio presso organismi Nato di Monaco e di Oberammergau, di esponenti di organizzazioni italiane presenti in Baviera e di altre autorità.
La qualità degli uomini
Leggo sempre le lettere dei lettori pubblicate su L’Alpino. La maggior parte delle quali sono altamente condivisibili e alcune anche toccano il cuore di noi veci. Qualche volta però ci casca dentro qualche nota stonata come quella del signore di Buriasco che, giustamente, fa l’elogio delle truppe di professionisti condito però con il dispregio di noi che, “sprovveduti”, secondo lui, si lavorava ottusamente solo di Garand e Srcm.
L’Alpino va in tv
Questo Natale, sotto l’albero, gli alpini hanno trovato un nuovo, bellissimo regalo. Si chiama L’Alpino settimanale televisivo, una finestra aperta sul mondo delle penne nere, per rimanere costantemente aggiornati sulle attività e gli appuntamenti dell’Associazione. La “tv con la penna” è nata, su iniziativa della Presidenza Ana e del Cdn, grazie a Tele Boario, l’emittente della Valcamonica con la quale l’Ana collabora già da qualche anno in occasione delle Adunate nazionali e degli altri più importanti avvenimenti associativi. L’appuntamento con il telegiornale alpino avrà cadenza settimanale e potrà essere seguito da affezionati e curiosi su 24 televisioni locali (il numero si riferisce alle emittenti che hanno aderito alla data di stampa de L’Alpino) che coprono, in tutto o in parte, ben 13 Regioni del nostro Paese.
Termina la missione della Taurinense in Afghanistan
Lo scorso 14 dicembre, presso l’aeroporto di Herat, si è svolta la cerimonia di avvicendamento alla guida del Train Advise Assist Command West, il comando Nato multinazionale e interforze a guida italiana che opera nella regione Ovest dell’Afghanistan nell’ambito della Missione Resolute Support.
Spirito e testimonianza
Pochi sanno o ricordano che anche gli alpini, hanno sventolato il loro cappello e la loro lunga penna nera sull’aeroporto di Cortina d’Ampezzo. Lo spiazzo dietro l’albergo Fiames, un tempo solo pista per elicotteri, fu ampliato per essere utilizzato anche per i piccoli aerei da turismo. Due mesi di lavoro (luglio/agosto 1963) e pochi alpini allungarono ed allargarono la pista esistente.
Milano abbraccia gli alpini
Parlare della Messa in Duomo è raccontare una cerimonia che da 61 anni permette a migliaia di alpini di ritrovarsi la seconda domenica di dicembre. Quanti ne ho conosciuti in tutti questi anni: da Peppino Prisco che iniziò l’evento in ricordo dei suoi commilitoni del battaglione L’Aquila, ai tanti presidenti nazionali e sezionali. Oramai non conto più quante volte vi ho partecipato. In 52 anni di iscrizione all’Ana, penso di averne perse poche. Si iniziò nel Civico Tempio di San Sebastiano di via Torino, chiesa di proprietà del Comune di Milano, poi ci spostammo nella chiesa di San Carlo e infine in Duomo.
Monumento vivente
Centinaia di alpini e sostenitori hanno fatto da cornice, a Brescia, alla cerimonia della posa della prima pietra della Nuova Scuola Nikolajewka, un grande edificio su tre piani, che si affiancherà a quello omonimo esistente, che già ospita persone con disabilità fisiche gravi e gravissime. Una cerimonia solennizzata dalla presenza del Presidente nazionale, Sebastiano Favero, affiancato dai presidenti delle tre Sezioni bresciane, Brescia, Salò e Vallecamonica (Turrini, Micoli e Sala) e da quella del sindaco di Brescia, on. Emilio Del Bono e dai rappresentanti di Regione, Provincia e Ats.
SALUZZO – In aiuto ai terremotati
Il Gruppo di Barge ha deciso di devolvere un aiuto alle persone più bisognose colpite dal sisma in Centro Italia che ha devastato molte aree residenziali, produttive e di lavoro. Gli alpini si sono messi quindi in contatto con il Presidente della Sezione Abruzzi, Pietro D’Alfonso, che ha segnalato tre famiglie che, a causa sia del terremoto sia delle anomale precipitazioni nevose, avevano subìto danni rilevanti.
TORONTO – Nel ricordo di Franco
Il fondo “Franco Bertagnolli” venne costituito per dare la possibilità a studenti, figli e nipoti di alpini, di frequentare l’università italiana. L’ex consigliere nazionale Gianni Franza, che conosco da una vita ormai, è stato per molti anni delegato ai contatti con le Sezioni all’estero e fu il principale artefice di questa iniziativa.
Dolomiti Hydrotour
Dopo la Prima Guerra Mondiale le centraline elettriche che approvvigionavano il Basso Trentino erano state distrutte e si doveva ripartire. E forse i reduci non pensavano che una volta tornati a casa dal fronte avrebbero ripreso in mano l’esplosivo che avevano imparato a usare in battaglia, stavolta non per annientare ma per costruire. Le cariche dovevano aprire la roccia del Monte Rocchetta per realizzare i quasi 10 chilometri della galleria di derivazione che avrebbe condotto l’acqua dal sovrastante lago di Ledro e del torrente Ponale alla centrale in riva al Garda.
Una precisazione sulla “Garibaldi”
Ho letto la lettera di Carmelo Raccuia sulla Divisione partigiana italiana “Garibaldi” pubblicata su L’Alpino di novembre e mi corre l’obbligo, quale componente di tale Divisione di fare una precisazione in proposito, per verità storica e per rispetto della memoria dei miei commilitoni che hanno lasciato la vita in Jugoslavia e di quelli già “andati avanti”. Le formazioni “Garibaldi” del citato comandante Bianco o colonnello Krieger erano cosa del tutto diversa dalla nostra Divisione partigiana italiana che ha avuto al comando prima il gen. Oxilia, poi il gen. Vivalda e infine il col. Carlo Ravnich, già comandante del Gruppo artiglieria alpina Aosta di cui ho fatto parte.
Le trentatré cartoline
A volte in famiglia lo inducevano a rievocare le atrocità della guerra, l’esasperazione della trincea, gli assalti alla baionetta. La madre era sgomenta, ma voleva lo stesso sapere. «Ma Sandro, no te avaré mia copà qualche cristian quando che te eri in guera?» «Mama, mi no lo so, ma piutosto che lu m’avesse copà mi, l’è meio che mi abia copà lu!». La madre stravedeva per questo suo ultimo figlio maschio, per la sua allegria, le battute sempre pronte, la capacità di essere ottimista anche contro tutte le evidenze.