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domenica, 4 Maggio 2025

Fondamentale la prevenzione

Oltre 800 volontari, suddivisi un po’ tra tutti e quattro i Raggruppamenti - anche se a farla da padrone sono il secondo ed il terzo - attrezzature d’avanguardia, preparazione completa e formazione continua delle squadre: questo è l’Antincendio Boschivo dell’Ana, guidato da Francesco Morzenti. 

La forza dei Gruppi

Si è tenuto ad Avezzano dal 4 al 6 agosto il raduno del 4º Raggruppamento dell’Ana promosso dalla Sezione Abruzzi. «Considerando la grande importanza di questo evento, il nostro gruppo alpini di Avezzano, con orgoglio si è fatto carico dell’intera organizzazione, pur essendo a conoscenza del forte dispendio economico e di non poche energie, necessarie per la buona riuscita della manifestazione».

Il gen. Caruso al Comfose

Il generale Ivan Caruso lascia Bolzano per andare a Pisa dove ricoprirà l’incarico di comandante delle Forze speciali dell’Esercito Italiano, il Comfose, che ha il compito di selezionare, formare e addestrare il personale destinato al comparto delle operazioni speciali dell’Esercito e a garantire l’addestramento delle unità alle sue dipendenze, integrandone e uniformandone anche la dottrina. Dipende direttamente dal comando delle Forze operative terrestri, comando operativo dell’Esercito con sede a Roma.

La naja obbligatoria

Sono un alpino di 34 anni, con 6 anni di Esercito alle spalle, di cui più di 4 nelle penne nere. Seguo con inquietudine gli avvenimenti degli ultimi anni riguardo al dilagare sempre crescente del terrorismo di radice islamica, con la continua e inesorabile erosione dei sacri valori di Patria e identità culturale, sia italiana che europea. Per rimanere in tema, qualche numero fa ho letto con interesse la lettera di un alpino il quale asseriva che il reintrodurre la naja obbligatoria fosse una “stupidada”. 

La grandezza di uno “Scricciolo”

Da ormai diversi anni, per il coro Scricciolo di Cameri, il momento più emozionante è quello di animare la Messa in occasione del raduno del 20º corso Acs della Smalp di Aosta in cui ha militato anche il suo direttore, Armando Travaini. Ma ciò che fa venire i “brividi” al nostro gruppo vocale è quando la Messa è celebrata all’interno di un sacrario e l’omelia è tenuta da don Bruno Fasani al termine della quale, chi scrive, si è ritrovato a piangere, ma non è il solo. Per un attimo, in quell’ambiente, pare risuonare un eco: non sono i nostri canti o preghiere, bensì le voci di tutti quei ragazzi che ci hanno preceduto e, a uno a uno, ci stanno dicendo: “Presente!”.

Voci dall’Ortigara

L’Ortigara a distanza di cento anni è ancora capace di portarci le voci degli alpini che per sempre custodiranno questo luogo, un messaggio dentro una bottiglia lanciata nel mare del tempo. 10 giugno 1917. Nelle trincee di quota 2.012 della linea italiana, gli alpini osservano con trepidazione il bombardamento italiano che promette di distruggere i reticolati e i nidi di mitragliatrice che proteggono la linea austriaca. Tra loro vi è un muratore padovano, di Vigonza per la precisione. Il suo nome è Antonio Baratto, classe 1891, inquadrato nel battaglione Sette Comuni. Durante il gelido inverno, ha avuto la fortuna di essere scelto come attendente di un tenente di Biella, cugino del comandante della compagnia, un Capitano di Vercelli. Il giovane si fa subito voler bene dai suoi superiori. 

Unificatore di culture

Nella sua risposta pubblicata sul numero di maggio lei cita Carlo Magno come unificatore di popoli e nazioni europee, le rammento che prima dell’Ottocento i Longobardi avevano riunito l’Italia sotto un’unica corona fatta eccezione per lo Stato Pontificio. 

BASSANO – Ai soldati del Grappa

Una due giorni intensa quella che ha caratterizzato la presenza dell’ambasciatore slovacco Jan Soth nel bassanese e al Sacrario di Cima Grappa in territorio di Crespano (Treviso). In base ad accordi presi con Onorcaduti e con i vertici dell’Ana l’alto rappresentante del Governo slovacco, accompagnato dal direttore generale del Ministero degli Interni slovacco, ha potuto realizzare uno dei sogni della sua vita: onorare i Caduti della sua terra in territorio italiano durante la Prima Guerra Mondiale con lo scoprimento di una targa commemorativa all’interno del Museo storico alla Caserma Milano. 

La foto che non c’è

Sono un’amica degli alpini, che per sesso ed età non ha prestato il servizio militare, oggi aperto anche alle donne, ma faccio parte di quella schiera di non alpini che militano nella Protezione Civile dell’Ana. Sono delusa ed anche un po’ amareggiata che tra le foto dell’Adunata pubblicate sul numero di giugno 2017 non ce ne sia una colorata di giallo, magari piccola e di taglio basso.

Il potente messaggio della montagna

Sono cresciuto in una piccolissima contrada della Lessinia veronese. Tre famiglie, quattordici bambini, dieci vacche in tutto. Prati e boschi ripidissimi. Belli da correrci per giocare, ma sfinenti quando si doveva portare a spalle l’erba per far mangiare gli animali durante l’inverno. Fu allora che decisi che a me di fare il contadino non sarebbe mai piaciuto. Eppure di quei tempi, che porto dentro con rimpianto e nostalgia, ricordo soprattutto i lunghi filò nelle stalle, mentre la neve ci imprigionava dentro notti senza stelle. Si era insieme, a parlar di nulla, se non a tessere la trama di un racconto, che aveva per tema la reciproca appartenenza e la felicità che si sperimentava nello stare insieme. Ricordo soprattutto le mani di mio padre che intrecciava cesti con i rami sottili presi dal bosco, dando loro forma e armonia. Sembrava che ci mettesse dentro la voce a quei cesti. Che erano piccoli se servivano per portare i dolci per Santa Lucia, più grandi se servivano per il raccolto nei campi. 

A cinquant’anni dall’eccidio

La pioggia battente non ha impedito la commemorazione dei Caduti di Cima Vallona nel 50º dell’eccidio avvenuto proprio domenica 25 giugno 1967 ad opera di terroristi sudtirolesi. Già di primo mattino sul luogo dell’attentato nei pressi della Forcella, quasi 200 persone, assieme ai sindaci di San Nicolò di Comelico Giancarlo Ianese e di Comelico Superiore, Marco Staunovo e al Presidente della Sezione Cadore, Antonio Cason, hanno partecipato al semplice rito presso il sacello, con la deposizione di un mazzo di fiori e un canto dedicato ai Caduti.

Il nostro giornale

Sono un caporale alpino, scaglione 2º/’40 e sono fiero di essere alpino. Sono iscritto al Gruppo di Borgo Casale dal 1964. Con questa mia non voglio farti la solita sviolinata di complimenti, ma sento il dovere di esprimere un plauso a tutta la redazione (articolisti, fotografi, impaginatori) per la magnifica rivista, per il contenuto e per gli articoli.

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