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lunedì, 13 Maggio 2024

TREVISO – Il nuovo Gruppo “Città di Treviso”

I tre Gruppi storici della città: “Treviso città”, “Treviso Movm Tommaso Salsa” e “Movm Enrico Reginato”, si sono unificati nel nuovo Gruppo “Città di Treviso – Medaglie d’Oro Tommaso Salsa e Enrico Reginato”, mentre il quarto Gruppo della città, “Padre Marangoni”, nato nel 2013, non ha ancora deciso di aderire. La nuova realtà manterrà come sede quella del Gruppo “Tommaso Salsa” e avrà un totale di 400 soci.

Fare politica

Carissimo direttore, è da tempo che volevo scriverle per sapere cosa pensa sulla questione dell’Ana in rapporto alla politica. Io penso che bisogna distinguere fra apartitico e apolitico. È un dovere essere apartitico, è un dovere non essere apolitico. È un nostro dovere fare politica. Se non la facciamo si fa il gioco dell’avversario.

La nostra Preghiera

Compie cento anni la “Preghiera dell’Alpino”. Nata nella Grande Guerra, ha avuto diverse versioni, fino ad arrivare alle due attuali, ed è sempre il momento più sacro per noi alpini: una voce annuncia solenne: «Preghiera dell’Alpino», squilla l’attenti e mentre scorrono quelle parole sfila davanti a noi la lunga colonna di quelli che ci hanno preceduti, le loro imprese, i loro sacrifici. La Preghiera del ’15-’18 è molto diversa dall’attuale, ma esprime già concetti che torneranno nelle versioni successive: i ghiacciai eterni posti a difesa della Patria, l’invocazione a salvarci dal gelo e dalla tormenta e a proteggere le famiglie lontane. Nel 1935 viene pubblicata la “Preghiera dell’Alpino” scritta dal magg. Sora, comandante del battaglione Edolo, che contiene gli elementi base della versione definitiva.

Custodi di un insegnamento

Sul Monte Pasubio, ogni roccia, ogni sentiero, ogni angolo, ogni cresta pulsa di ricordi degli alpini, quegli uomini che lì si immolarono per fermare l’avanzata austroungarica della Strafexpedition. Sulla parete rocciosa che delimita la Strada degli Eroi sono collocate le targhe delle 15 Medaglie d’Oro al Valor Militare che lì combatterono, tra i quali Cesare Battisti, Fabio Filzi che furono catturati sul Monte Corno di Vallarsa, cima del massiccio del Pasubio, e Damiano Chiesa. Il Pasubio ha visto ogni tipo di guerra, di mine, di trincea, di fortezze, ma anche l’ingegno e la capacità dell’uomo di costruire opere belliche di grande ingegneria militare come la Strada delle 52 gallerie. E c’è un appuntamento, la prima domenica di settembre di ogni anno, al quale un alpino non può mancare: è il pellegrinaggio sul Pasubio, quest’anno nazionale e solenne.

Alpini in Nord America

Domenica 16 agosto i primi ad arrivare a Vancouver sono stati gli alpini di Montreal e poi via via le Sezioni e i Gruppi di Canada e Stati Uniti. Dall’Italia è arrivato il Presidente nazionale Sebastiano Favero, accompagnato dal vice Presidente e delegato ai contatti con le Sezioni all’estero Ferruccio Minelli e dal Consigliere nazionale Marco Barmasse. C’erano anche alcuni alpini del Gruppo di Trichiana (Belluno). Dopo la visita ad alcune località, giovedì 20 agosto tutti a casa di Silvano e Lina Xausa, sulle colline di Anmore, per un barbecue in famiglia.

Per la Julia

Dopo una notte di tregenda, che ormai da un po’ di tempo accompagna questa bizzarra stagione, il 6 settembre scorso, sul Monte Bernadia che sovrasta Tarcento (Udine), un tiepido sole coronava lo sforzo di quanti si erano attivati per ricordare degnamente il 57º anniversario dell’inaugurazione del Monumento “Faro-Julia” che dal 1958 irradia la pianura friulana con il suo fascio tricolore. È proprio il caso di dire che ogni tanto anche gli alpini hanno in cielo qualcuno che li osserva e li aiuta.

MILANO – Alpini e bambini a Paderno Dugnano

Il Gruppo di Paderno Dugnano ha organizzato la seconda edizione della “Notte bianca degli alpini”. Nella due giorni oltre 40 bambini e bambine, suddivisi in 5 plotoni (Taurinense, Orobica, Tridentina, Cadore e Julia), hanno partecipato a diverse attività ludiche, canti e tanto divertimento, finalizzati alla conoscenza degli alpini e della loro storia.

Le armi della fede

Carissimo direttore, non appena venuto a conoscenza della censura attuata alla “Preghiera dell’Alpino”, da parte della diocesi di Vittorio Veneto, il mio primo pensiero si è indirizzato alla tua persona, il che mi ha indotto ad eleggerti, se me lo consenti, a mio confessore e consolatore.

Sui sentieri della storia

La Protezione Civile Ana ha voluto ricordare il centenario della Grande Guerra con un intervento di carattere ambientale nelle località e nei luoghi del conflitto. Il tributo a quanti hanno combattuto e sono caduti ha affiancato le attività, tipiche della Pc, mirate ad affinare i meccanismi organizzativi, procedurali e operativi della Colonna Mobile dell’Ana. L’esercitazione ha coinvolto il 3º raggruppamento con 1.200 volontari che dall’11 al 13 settembre sono stati impegnati nelle attività minuziosamente e adeguatamente preparate dalla Sezione di Bassano del Grappa.

Una storia di dedizione

Un richiamo forte alla fratellanza e alla solidarietà, a tutti i valori alpini è partito dal 44º raduno alpino al Bosco delle Penne Mozze, mentre l’albero del memoriale racchiuso nella suggestione della valle di San Daniele, si è arricchito di altre due foglie: Bassano del Grappa e Casale Monferrato si sono aggiunte sulla stele monumentale, accanto alle altre 2.503 stele ferree degli alpini trevigiani forgiate da Simon Benetton.

FRATEL LUIGI DEGLI OSPEDALI

L’autore, ex allievo salesiano, ha conosciuto personalmente fratel Bordino. In questa biografia ne ripercorre la vita, dall’adolescenza in una famiglia contadina ai patimenti della guerra vissuta da artigliere della Cuneense fino alla prigionia in Siberia. Patimenti che lo segneranno per sempre, tanto che al suo ritorno a casa scelse di diventare un laico consacrato all’assistenza dei malati e dei poveri. Impegnato in questo servizio, spese tutta la sua vita al Cottolengo di Torino. Morì di leucemia nel 1977, tuttavia anche durante la sua dolorosa malattia non smise mai di ringraziare Dio. Dalle testimonianze raccolte in questo libro emergono i tratti di una personalità fuori del comune e di una fede incrollabile, vissuta nella quotidianità.

DEL MIO LUNGO SILENZIO

L’autore racconta la Grande Guerra attraverso le parole dei protagonisti, in maggioranza bresciani, con documenti inediti e sorprendenti, spesso frutto di una lunga ricerca. A confronto, il punto di vista di due classi sociali e culturali lontane, ma fianco a fianco nella vita di trincea: i contadini dediti al duro lavoro nei campi e quasi tutti neutralisti, e gli intellettuali (studenti e professionisti) di cui molti interventisti. L’insieme dei documenti diventa un racconto coinvolgente, che l’autore commenta senza esprimere giudizi.

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