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domenica, 18 Maggio 2025

CAMPIONATI SCIISTICI DELLE TRUPPE ALPINE

Il libro, illustrato con più di 200 fotografie a colori, racconta tramite immagini la storia dei Campionati sciistici delle Truppe Alpine, la grande manifestazione sportiva e militare alla quale partecipano atleti e squadre di nazioni dalla tradizione alpina. Particolare risalto è dato alla gara regina dei CaSTA, la gara dei plotoni, nella quale formazioni delle Truppe Alpine, team stranieri e rappresentative di altre Unità delle Forze Armate si confrontano al fine di verificare lo stato ed i progressi dell’addestramento mirato a muoversi, sopravvivere e combattere in montagna e con gli sci.

1915-16 L’ALBUM FOTOGRAFICO DI KARL PFLANZL

Ufficiale di carriera dell’esercito austro-ungarico, Pflanzl era “Alpin Referent” (consigliere alpino), figura peculiare dell’esercito austro-ungarico di alpinista affidabile e qualificato, di vitale importanza per la conoscenza dei luoghi e la capacità di gestire le problematiche legate all’alta quota. Questo album fotografico, che si snoda sulle tappe del servizio di Pflanzl, contribuisce a svelare un aspetto originale della Grande Guerra, uomini su opposti schieramenti spesso legati da un denominatore comune: l’amore per la montagna. La prefazione, l’introduzione e le note sono in tre lingue: italiano, tedesco e inglese.

TUCC UN

“Tucc Un” (titolo che riprende il motto del battaglione Ivrea), è un’opera in due volumi dedicata al battaglione dalla nappina bianca, il reparto che ha portato il nome della città di Ivrea, sede dal 1887 al 1935 del 4° reggimento Alpini. Le vicende piccole e grandi di questo reparto - composto da giovani delle valli piemontesi ma anche da un buon numero di liguri, bergamaschi e parmensi - sono inserite nel contesto delle varie epoche, per meglio comprendere le azioni del battaglione alla luce dei fatti storici. L’opera, imponente e costata tre anni di lavoro, è impreziosita da numerose belle foto in bianco e nero.

LE ORME E LE FERITE DELLA MEMORIA

Il libro, voluto dal gruppo di Collegno, è un omaggio a tutti i collegnesi caduti nelle guerre dello scorso secolo. La ricerca ha preso avvio dall’esame delle lapidi commemorative presenti sul territorio comunale ed è proseguita consultando l’archivio storico, lo stato civile, l’anagrafe e la biblioteca della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino. Per chi ha avuto un parente o un conoscente partito e non più tornato sarà come ritrovarlo e seguirlo nelle vicende che ha vissuto prima della morte. Leggerlo servirà a stimolare la riflessione sulle vicende belliche del Novecento.

ROSSOSCH IN DUE LIBRI

È in ristampa il libro “Ritorniamo a Rossosch – Operazione Sorriso” di Sebastiano Favero, Cesare Poncato e Lino Chies, che racconta la storia della costruzione dell’Asilo Sorriso a Rossosch e dei suoi primi vent’anni. La ristampa riporterà tutte le integrazioni segnalate dopo la prima edizione (compresa quella del prof. Guido Vettorazzo) con l’aggiunta di 16 pagine sulla cerimonia di Rossosch per il ventennale dell’asilo. Sempre a cura della Commissione Nazionale Rossosch e grazie alla disponibilità di Bortolo Busnardo, Lino Chies, Sebastiano Favero e Cesare Poncato, è uscito il libro del prof. Alim Morozov “La mia scoperta dell’Italia e degli Alpini, 1942 - 2012”. La pubblicazione è stata resa possibile grazie al contributo economico di Luciano Mazzer di Conegliano, nel ricordo dei due zii Giacomo ed Enrico, (artiglieri da montagna del 3°, dispersi in Russia) e alla traduzione di Gianna Valsecchi.

BRESCIA – Novanta volte Castegnato

Un 90° anniversario ricco di avvenimenti quello organizzato dal gruppo di Castegnato che ha saputo unire sport, tradizione e ricordo. La manifestazione è stata aperta dalla marcia sul monte Trabucco: in vetta, a quota 2.300 metri, vicino al grande crocifisso innalzato nel 2010, gli alpini hanno intonato l’Inno di Mameli e hanno acceso fumogeni bianchi, rossi e verdi. Il Tricolore ha sventolato per tutta la durata della discesa a Castegnato e per altri 90 chilometri lungo la Valle Camonica, portato dalla “Staffetta dell’amicizia” nella quale le penne nere si sono alternate lungo il tragitto, attraversando i borghi di Breno, Malegno, Cividate, Boario, Darfo, Pisogne.

VAL SUSA – Novalesa: 90 anni di solidarietà alpina

Era il 1923 quando Michele Roccia, reduce della Grande Guerra, fu nominato capogruppo di Novalesa, secondo gruppo iscritto della sezione Val Susa. Negli anni gli alpini del Gruppo si sono distinti per lodevoli iniziative a favore del Comune, degli enti locali e della chiesa; nel dopoguerra per la ricostruzione, poi per l’aiuto ai terremotati del Friuli e in seguito per la realizzazione di un Sacrario e la ristrutturazione della sala del vecchio municipio.

Una serata da incorniciare

Splendida serata quella organizzata ad Arzignano: c’erano tutti gli ingredienti per trasformare un concerto di cori in un momento di comunità per la Val dell’Agno e del Chiampo. Innanzi tutto il luogo. L’azienda Marelli Motori, erede della mitica Pellizzari, che ogni anno mette a disposizione gli spazi dell’azienda per allestire palco e platea, mentre l’Associazione Arzignano Futura e i Crodaioli, con un robusto contributo della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine, si occupano dell’organizzazione.

Gli eroi della Cuneense

Gelido il vento sul volto dei nostri alpini quel 20 gennaio 1943. Li spingeva verso la salvezza un lontano miraggio prodigo di sacrifici e speranze mutilate. Appena un giorno innanzi la 21ª compagnia del btg. Saluzzo e la 72ª batteria del gruppo Val Po si erano immolate sul campo di battaglia aprendo la via che da Popowka conduceva a Nowo Postojalowka, terribile varco da dover superare a ogni costo. Per la Cuneense la sventura era tuttavia iniziata già nei mesi precedenti con la pressione dei russi sui punti che più avrebbero facilitato l’irruzione nelle nostre linee. Uno di questi era costituito dall’estremo settore di destra della Cuneense, a ridosso del Kalitva affluente del Don, di là del quale era schierata la divisione Cosseria. Lo presidiava il btg. Saluzzo del 2° Alpini.

Educare all’impegno civile

La quasi totalità dei 300mila alpini che fanno parte della nostra Associazione sono “figli della naja”. Per tanti giovani il servizio militare era il vero distacco dal nucleo familiare, era la prima volta che viaggiavano, conoscevano e si confrontavano con altri giovani che avevano diversi dialetti, abitudini, occupazioni. Era un periodo faticoso, spesso pieno di disagi, in cui ci si metteva alla prova per affrontare gli obblighi imposti dalla realtà militare, considerata quasi un mondo parallelo, con il suo vocabolario particolare, ritmi e riti diversi da quelli della vita civile.

TORINO – Nuovi colori al Regina Margherita

Ottantacinque volontari tra alpini della sezione di Torino e dipendenti del corriere espresso “DHL”, coordinati dalla Fondazione “F.O.R.M.A.” onlus, sono stati protagonisti di un intervento di riqualificazione di alcune aree dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

Onori al carnefice

Carissimo Direttore, ritorno con una considerazione che sento di dover esternare. Il 10 febbraio lo Stato ricorda l’esodo di oltre 200mila istriani fiumani e dalmati e la tragedia delle foibe con le sue migliaia di vittime. Però una dozzina di vie di città italiane (Aci Sant’Antonio, Campegine, Nuoro, Palma di Montechiaro, Parma, Quattro Castella, Reggio Emilia, Scampitella, Ussana, Verzino) sono ancora intitolate al maresciallo Tito, boia degli italiani alla fine della seconda guerra mondiale.

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