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venerdì, 2 Maggio 2025

Grazie alla terra Giuliana

Gorizia, un raduno festoso, protetto da un tempo favorevole, finalmente senza il fastidio dei trabiccoli e dell’ineducazione di chi li conduce e li usa. La città è stata una piccola Berlino. Il muro che divideva la città, protetto da torri armate di mitragliatrici, separava l’abitato goriziano rimasto italiano, dai quartieri periferici e dalla stazione della ferrovia Transalpina.

Una precisazione

Ieri mi è arrivato il nostro giornale e leggendo la posta a lei indirizzata, avendo per titolo “I fucilati di Cercivento” sono saltato sulla sedia. Leggendo la sua risposta, infatti presentava un’inesattezza che può considerarsi grave. La mia regione è suddivisa in tanti territori, una prova sono le ben otto Sezioni dell’Ana. 

Educare testimoniando

Sono un bocia di 49 anni che ha partecipato domenica 15 maggio all’89ª Adunata ad Asti, la mia prima Adunata. È stato un “turbinio di emozioni”, fantastico! 

Ancora una volta, grazie alpini

Sono qui, commossa, davanti alla televisione, come ogni anno, per me è un appuntamento importante l’Adunata degli alpini, fanno parte della mia vita... Penso sempre di sapere tante cose sugli alpini, sulla loro grandezza, invece ne scopro sempre di nuove che li rendono ancora più meravigliosi e grandi... Adesso è iniziata ufficialmente la sfilata, non è ancora l’ora del mio amato Friuli, mio marito sarà tra loro, come ogni anno... 

Le solite mandrie selvagge

Sono un iscritto all’Ana da diversi anni e volevo complimentarmi per lo spessore morale della rivista. Ho partecipato all’Adunata di Asti mi congratulo per l’organizzazione della sfilata che si è svolta in modo corretto. 

La dignità offesa

La meravigliosa creazione dell’artigiano, o meglio, del maestro Carluccio Zangirolami di Portoviro, assemblata con frammenti di residuati bellici risalenti alla Grande Guerra, raccolti sul monte Valbella, che ho chiamato “la sentinella”, dai giorni dell’Adunata Triveneta 2013 a Schio, sta simbolicamente di guardia sulla tomba di mio figlio, Matteo Miotto nel piccolo cimitero di guerra a Thiene dove riposano in gran parte soldati del primo conflitto mondiale. 

Questione di forma

Non ho avuto l’onore di portare il cappello alpino (come avrei peraltro voluto), ma sono comunque orgoglioso di far parte della famiglia alpina come socio aggregato. Frequento le occasioni di incontro del Gruppo e della Sezione dove sono stato accolto, nove anni fa, con grande simpatia ed affetto e dove ho trovato dei veri amici. Mi permetto di scrivere solo per rilevare quella che ritengo una piccola indelicatezza da parte dell’Associazione, per quanto riguarda la tessera degli amici degli alpini. 

Un atto di umana pietà

Scrivo in merito alla fucilazione dei quattro alpini a Cercivento nel 1916, per esprimere una posizione non so se minoritaria, ma certamente controcorrente e probabilmente scomoda rispetto a quella che va ormai per la maggiore.

Storia di un alpino

Ieri ero in giro per Asti, passando nelle vie delle città, il clima di festa dovuto all’arrivo degli alpini il 15 maggio si fa sentire come una folata di tricolore nell’aria. Mi sono accorto che un evento così atteso, gioioso che per anni ha dato gioia anche a me come alpino, quest’anno mi rende malinconico.

I cantieri in Friuli

Mi felicito sia con lei che con tutta la redazione perché il nostro giornale è sempre più bello e interessante. L’edizione di marzo è stata magnifica sia per gli articoli che per le foto. Mi ha fatto ringiovanire di trent’anni. Uno studente sedicenne me l’ha requisito per leggerlo con calma. La Rai a L’Aquila è stata un fallimento perché presentato da due donne non documentate. 

Valori sì, ma non contro qualcuno

È una giornata stizzosa quella che fa da cornice all’Assemblea 2016 dell’Ana. L’acqua che viene giù senza creanza non consente divagazioni. Meglio andare dentro e andarci il prima possibile. Ed è lì dentro che l’acquazzone diventa metafora per fare uno spot sulle acque cristalline dei valori e per lavare qualche panno sporco di famiglia. A tener banco è l’etica, senza la quale anche gli alpini rischiano di omologarsi a certo andazzo che si vede in giro, dentro e fuori dalla politica e dal mondo degli affari.

“Rendi forti le nostre armi…”

Leggo ancora una volta una lettera che ci riporta alla nostra Preghiera, anche se questa volta non ha nulla di “polemico”. Colgo l’occasione, per ricordare a tutti che la “Preghiera dell’Alpino”, in quanto tale, non ha bisogno né di modifiche né di interpretazioni.

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