Il forte Bramafam
Con questa nostra lettera vogliamo ringraziare ufficialmente e pubblicamente il Gruppo di Bardonecchia (Sezione Val Susa). Il Gruppo si è dimostrato l’unica realtà in Alta Valle di Susa che ha spontaneamente deciso di contribuire finanziariamente al lavoro di volontariato che noi da più di vent’anni svolgiamo per il recupero e l’allestimento museale del Forte Bramafam di Bardonecchia.
Ricordi di giovinezza
Nell’editoriale di agosto-settembre “Il potente messaggio della montagna”, ho rivisto molto della mia giovinezza con i filò nella stalla della mia famiglia. Nel mio paese di La Valle Agordina, si può dire che ogni abitazione rurale avesse vicino la stalla con il fienile, qualche volta erano uniti. Nelle lunghe notti invernali, le nostre mamme e nonne, in attesa che le mucche gravide partorissero, filavano la lana, rammendavano vestiario e costruivano “scarpet” (calzature in pezza) per tutta la famiglia.
Errata corrige
Nel numero di settembre de L’Alpino la cronaca del pellegrinaggio sul Cimone, da me scritta, si conclude con questa frase: “Una cerimonia semplice in memoria di quei giovani di un secolo fa che morirono su questo Monte, tra loro anche Antonio Bergamas, il figlio di Maria, la donna che simbolicamente scelse la salma del Milite Ignoto ad Aquileia nel 1921”.
Nessuna distinzione di grado
Nel numero di agosto-settembre, sotto il titolo “scuole alpine”, ha esortato gli alpini a sfilare tutti assieme senza distinzione di grado, evitando campanilismi inutili e fuori luogo. Anch’io sono uscito dalla Scuola Militare Alpina di Aosta e condivido in pieno il suo pensiero perché quello che oggi ci accomuna è lo spirito alpino e quello che ci distingue è il nostro simbolo: il cappello alpino.
Non generalizziamo
Ho letto la lettera di Luigi Di Meglio su L’Alpino di agosto-settembre e non ho saputo tacermi. Il ragionamento che lui fa è coerente per chi, nella vita, ha cercato il posto sicuro (ed essere dipendente statale ne è la massima espressione), ma lontano da chi è alpino. Sono un Capogruppo Ana della Sezione di Colico (sergente del Susa), figlio di un reduce di Russia del Morbegno; ho vissuto lavorando, per 40 anni, nei cantieri di mezzo mondo e credo che sei mesi di servizio per la Patria, chiamatelo militare o civile, equivarrebbero, per me, ad una “vaccinazione contro l’apatia” dei giovani odierni.
Onori per ogni soldato
L’Associazione “Military Historical Center” di Udine, presieduta dal ten. Roberto Machella, in collaborazione con le Associazioni d’Arma della Regione Friuli Venezia Giulia e del Gruppo di coordinamento “Albo d’Oro”, che ha sede presso la Sezione Ana di Udine, ha omaggiato i 529.025 soldati Caduti, dando prova di riconoscenza per il tributo di sangue dato da tutte le famiglie italiane per la Patria.
La nostra Italia
Lo so, è impossibile, anche tecnicamente, un ritorno alla lira. Quello che non mi va è il continuo ricorso al nostro debito pubblico per scusare la cessione della nostra sovranità all’asse franco-tedesco. In fin dei conti siamo un Paese solido, l’anno scorso abbiamo avuto un surplus commerciale enorme, siamo la terza nazione europea manifatturiera (prima dell’euro eravamo la seconda), abbiamo sempre pagato fior di interessi, abbiamo sborsato decine di miliardi per rimborsare le banche franco-tedesche creditrici di Grecia e Spagna, soprattutto abbiamo in giro per il mondo migliaia di nostri ragazzi che versano il sangue per questi che poi ci deridono.
Sulle mie montagne
Ora che si fa tardo il chiarore dell’autunno
e mute le montagne nel sole morente
si ergono bianche di sassi e di neve...
se vorrete incontrarmi cercatemi nel fruscio della sera
quando lucido il silenzio degli occhi diviene preghiera
come il canto che risuona intorno a voi...
Di qui non si passa
Sono un alpino classe 1941 e alcuni anni fa con un gruppo di compaesani abbiamo deciso di fare una ricerca storica sull’attività che era primaria nel nostro comune, le vecchie fornaci di laterizi. Il lavoro è durato 11 anni e nelle varie ricerche ho trovato delle tegole dette marsigliesi non prodotte nel nostro comune, ma di una fornace che si trova a circa 8 km.
Grazie ai volontari
Carissimi volontari del Servizio Ordine Nazionale, le cerimonie e le sfilate dei nostri quattro Raggruppamenti per l’anno 2017 si sono concluse. Ringrazio i miei più stretti collaboratori per l’assistenza e per l’impegno profuso. Ai miei preziosi e numerosi volontari, chiamati in aiuto per coordinare tutte le fasi che caratterizzano queste manifestazioni, invio un grandissimo e affettuoso abbraccio di riconoscenza, sapendo il vostro sacrificio economico per le spese di viaggio sostenute.
L’ironia come arma
Sono rimasto sorpreso dal tono della risposta alla lettera di Alberto Baldani, “Il finto alpino” (numero di agosto-settembre 2017). Da te mi sarei aspettato ben altro, non il commento ironico che ho letto. Ci rendiamo conto? Uno, presunto amico degli alpini, pensa di avere il diritto di indossare il cappello alpino perché alle adunate o alle feste ci sono ambulanti che li vendono.
L’avvenire dei nostri giovani
C’è un’unica volta che il termine sacro è citato dalla nostra Costituzione ed è quello relativo al dovere che ogni cittadino deve compiere nei confronti della Patria prestando servizio militare. Il concetto di dovere è venuto meno, è andato via quando il qualunquismo, edonismo, l’individualismo, il menefreghismo si sono affermati culturalmente suffragati da una classe politica che ha legiferato sulla “sospensione” della naja. Sospensione in Italia significa eliminazione.