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sabato, 10 Maggio 2025

Quel “vecio” a Ponte di Legno

Controvoglia ma per dovere rispondo alla lettera dell’alpino di Casnate con Bernate pubblicata sul numero di novembre. Al pellegrinaggio in Adamello non esistono alloggi collettivi a disposizione di chicchessia ma semplicemente alloggi riservati ai pellegrini regolarmente iscritti e, aggiungo, accettati e assicurati. Parlo ovviamente di coloro che compongono le colonne che si muovono in quota, non certamente di quanti, alpini e cittadini, sono parecchie centinaia se non alcune migliaia, partecipano liberamente, a titolo personale o meno, per i quali la sezione Vallecamonica non può ovviamente farsi carico di sistemazione. 

Commodoro… o no?

Una precisazione su una parola che appare in un articolo di Cesare Lavizzari su L’Alpino di ottobre. La parola è “commodoro”. La sua spiegazione è in parte giusta, nel senso che è un eufemismo che si dà ai diportisti, precisamente al presidente di un yacht club, e non solo nel Mediterraneo, ma bensì in tutti gli yacht club del mondo. Ma il vero significato della parola è un altro, cioè nelle marine militari, USA e britannica, corrisponde ad un grado temporaneo che viene conferito ad un ufficiale superiore, capitano di vascello, con funzioni di comando di una squadra navale.

Osvaldo Monti - Gruppo “Francesco Bona” ANMI

Dova sta la democrazia?

È la prima volta che scrivo a un giornale. Il motivo che mi ha spinto a tale decisione è che vorrei comunicare con l’alpino Federico Valle (lettera al direttore, Val Susa, mese di settembre) per porgli un quesito che da tempo mi pongo. Premesso che da tanto non seguo le beghe nazionali perché è sempre difficile sapere dove sta la ragione e dove iniziano i vari interessi di bottega, la mia domanda è: le varie decisioni che lo Stato, le Regioni, le Province o i Comuni prendono, possono essere giuste, sbagliate, condivise o no, comunque sia è più che giusto che non tutti siano d’accordo con le decisioni prese e dire perché. Questa è democrazia. Quando la gente spacca tutto, fa danni enormi, strumentalizza bambini nei cortei e vuole imporre le decisioni con la forza, dove sta la democrazia?

A. Tosato

Obbedire

Non mi hai proprio convinto nella risposta alla lettera di Federico Valle, nel numero di settembre de L’Alpino (sull’impegno della Taurinense in Val di Susa, n.d.r.): ad atti di guerra lo Stato ha il dovere di rispondere con l’impiego del meglio delle sue forze. Lo stato è sovrano ed ogni sua decisione va rispettata e basta, a prescindere dal governo in carica anche se non ci piace. L’Alpino non dovrebbe prendere certe posizioni, poiché sicuramente molti alpini non sono d’accordo sull’inopportunità del loro impiego. Per molti sicuramente è importante difendere la – non mi piace usare la parola – Patria. O forse non si comprende la gravità dei modi di protesta attuati? Il fatto è che in Italia forse oggi, grandi e piccoli, ritengono un optional la parola “obbedire”.

Massimo Tessitore

Quel posto letto negato

Sotto il cappello c’è sempre un fratello. È questo lo spirito che mi predispone all’amicizia e alla disponibilità verso chiunque io incontri, ai raduni alpini. Quando questa disponibilità viene a mancare, soprattutto da parte di chi svolge un servizio nel corso di una manifestazione, mi amareggia non poco. Veniamo ai fatti. Un alpino ottantasettenne frequentatore del raduno in Adamello si è rivolto all’alloggio collettivo allestito presso la scuola di Ponte di Legno per avere un posto branda. Un incaricato un po’ troppo zelante e rigido nelle consegne gli ha negato l’accesso perché non aveva il pass. Il giorno dopo sono venuto a conoscenza che parecchi posti branda erano rimasti vuoti. Per fortuna il nostro vecio ha incontrato degli alpini per i quali il darsi da fare per trovare una soluzione è una regola, soprattutto quando si tratta di aggiungere un posto a tavola (e per dormire).

Silvano Baesso - Gruppo di Casnate con Bernate (Como)

Tricolore e monumento di Brunico

Roncone e Grigno. Sono luoghi di manifestazioni trentine dove è stato “offeso” il Tricolore. In questi centri abitati la Bandiera italiana è stata tolta per far posto a simboli folk. …Recenti esternazioni da parte di rappresentanti delle istituzioni locali, pur potendo avere un mero sapore propagandistico, rischiano di vulnerare o offendere simboli, idealità nei quali, non solo gli alpini, ma tutti gli italiani si riconoscono. Gli alpini del Trentino… ribadiscono e ribadiranno sempre a gran voce l’imprescindibilità e la non negoziabilità della cornice unitaria nazionale… L’inno nazionale o Il Piave non offendono nessuno… Mai accetteremo di ammainare il tricolore, mai un alzabandiera senza cantare l’Inno.

“Doss Trent” periodico sezione Trento

Cuore alpino

Ho militato nei “Lupi di Malles”, Val Venosta, nel lontano 1973/74, poi i problemi della vita mi hanno assorbito tutte le forze. A distanza di 38 anni dopo avere incontrato un vero amico, parlando con lui venni a sapere che era iscritto al gruppo di Esine ed in un attimo mi ha riacceso l’orgoglio alpino. Ora quando siamo alle Adunate o alle sfilate, mi sento la così detta “pelle d’oca” e qualche volta durante le cerimonie mi scende qualche lacrimuccia.

Alberto Pezzoni

Siamo ancora attuali?

Ho letto l’editoriale da te scritto su L’Alpino di settembre, volevo dirti che condivido le tue parole sulla società italiana di oggi, una società che si confronta non più fra paesi o regioni ma con la totalità del mondo stesso. E di fronte ad una società che cambia così rapidamente, dirigendosi spesso dalla parte opposta a quella dei valori dell’alpinità, noi alpini ci sentiamo sempre più spesso disorientati e ci chiediamo se siamo ancora “attuali” o siamo un po’ fuori del tempo.

Remigio Marcazzan, Verona

Alpini e spettatori

Sfilando a Torino ho fatto una considerazione che forse potrebbe movimentare ulteriormente le nostre bellissime Adunate. Il pubblico ai lati batte le mani, ma ovviamente non può farlo sistematicamente per tutte le otto ore di sfilata. Ho visto che quando la fanfara ha cominciato una marcetta napoletana, cantata spontaneamente da noi alpini sfilanti, gli spettatori ci hanno seguito e così ci siamo sentiti più vicini. Basta un semplice ritornello conosciuto che può durare pochi minuti.

Domenico Rigoni

TAV e brandine con il logo dell'ANA

Nel tuo articolo “TAV e cappello alpino” (L’Alpino di settembre) non è vera la estraneità dell’ANA in quanto le brande/fortino hanno lo stemma “ANA” documentato con fotografie. È anche vero che quando ti ordinano un certo servizio si è costretti a farlo come capitava alla nostra generazione.

Lettera non firmata

I miei alpini: puri diamanti

Sono un vecchio ufficiale alpino e mi ricordo i miei signori alpini che non temevano il vero, il giusto non poteva essere messo in dubbio, non esisteva timore per il superiore se sbagliava. Migliaia di bestemmie e poi se l’ordine era sbagliato mandavano in “m…” il superiore che recepiva e faceva finta di non sentire. Mi è capitato più volte di osservare queste situazioni e mi compiacevo per la purezza di cuore e di mente dei miei sottoposti. Erano diamanti. Puri diamanti.

Neri Valmassoi - Pieve di Cadore

Il Tricolore bruciato

Allego questo articolo pubblicato sul Giornale di Brescia del 28 luglio 2011 dal titolo “Bruciato il tricolore degli alpini”. “La cordicella della bandiera tricolore è ancora per terra dal 17 luglio, ai piedi del monumento dei Caduti di San Polo (BS), in via Sabbioneta. Qualcuno quella notte ha avuto l’idea di dare fuoco al tricolore collocato dagli alpini la sera del 14, con cerimonia commemorativa d’alzabandiera. Non sappiamo chi sia stato, ma abbiamo voluto denunciare l’episodio”, ha spiegato il capogruppo alpini di San Polo, Emilio Lombardi… La sorpresa è stata amara…”.

Giulio Bandera Gruppo - S. Polo Brescia

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