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sabato, 3 Maggio 2025

La guerra, il santo e il lupo

Settant’anni fa, 26 gennaio 1943, fronte russo, battaglia di Nikolajewka: un evento del quale esistono, e resistono, memoria e storia. Nikolajewka (alpini), come il porto di Alessandria (decima flottiglia Mas), come El Alamein (parà della Folgore e carristi della Ariete), come Isbuscenskij (Savoia Cavalleria), come Bir el Gobi (i giovani volontari fascisti), come il fronte del Don (ancora alpini), rappresentano luoghi, eventi di valore e di sacrificio, di sangue e di morte, ma anche di speranza, di sopravvivenza, di vita.

Nel ricordo del mio papà

Grasso Maurizio era mio papà. Era nato il 14 febbraio del 1962 a Calosso, da un papà con un passato negli alpini sciatori e da madre casalinga. Nel 1981 a 18 anni aveva svolto il servizio di leva presso la caserma Monte Grappa di Torino, dove era rimasto solo un anno.

Una proposta per i nostri cori

Un’idea, senza alcuna presunzione. Era il 25 novembre 2012 alle 17, quando nella chiesa parrocchiale di Dorga della Presolana (Bergamo) per una manifestazione con altri cori, c’era anche Bepi De Marzi col suo coro, i Crodaioli. Un pomeriggio da ricordare. Commovente è stato quando Bepi ha parlato degli alpini sul Don, ricordando l’alpino del Vestone che aveva intonato, prima della disperata ritirata “Mira il Tuo Popolo...”.

Le donne: oltre gli stereotipi

Sono figlia e moglie di alpini che con fierezza hanno svolto il loro servizio per la patria. Da tanti anni leggo la vostra rivista e nel mensile n. 1 del 2013 ho letto con attenzione la lettera riguardante la tematica delle donne nella vita militare e in particolare mi ha colpito la frase scritta da Franco Amadigi: "Concordo che il genio femminile, oltre che tra le mura domestiche, possa esplicarsi anche in altri campi, anche se quello rimane per loro più congeniale".

Armati di fede e di amore

Martedì 15 gennaio ho avuto il piacere di ricevere la rivista L’Alpino, il n. 10 e il n. 11 del 2012 in un colpo solo. A pagina 4 di quest’ultima si possono leggere i dubbi del socio Nicola Pietro Bovio e le inquietudini del parroco di Bellinzago Novarese nei confronti delle armi da usare “…contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.

Alpini nella vita

Direttore, seguo sempre con interesse i suoi editoriali e le risposte alle varie lettere che riceve. Sono rimasto colpito e affascinato dall'ultimo suo editoriale, parole che senz'altro vengono dal cuore e considerazioni profonde da interpretare e riuscire a trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni.

Il Gruppo Ungheria

Sono un alpino della sezione di Verona, gruppo di Alcenago, e ho letto su L’Alpino n. 11 a pag. 45 che è nato un nuovo Gruppo, il primo in Ungheria.

“Con disciplina e onore”

Non so ancora come intitolare questo mio scritto, forse il titolo più giusto sarebbe: lo sfogo di un populista. Ho sentito alla radio, da un noto esponente politico, che le stime di coloro che non andranno a votare alle prossime elezioni saranno di circa il 45% della popolazione avente diritto e questo è il frutto di un concetto “populista”. Mi sono andato a guardare il significato della parola e concordo in pieno.

Salvare la Patria in tempo di pace

Ho letto con attenzione l’editoriale di novembre 2012 dal titolo “Solo se liberi saremo anche profetici”. Le chiarissime, ferme, ma soprattutto forti e responsabili valutazioni del direttore sono tutte condivisibili, nessuna esclusa.

Gli alpini? Tutti doc!

Ho appena finito di leggere il nostro mensile n. 1/2013 e non riesco a stare zitto, devo replicare ai miei compaesani, un plauso e ringraziamento da parte mia al Sig. Roberto Vuerich di Valdagno (Vicenza) Veneto insomma, profondo nord che “ci difende” con il commento/risposta alla lettera del Sig. Branno e all’infelice espressione della Signora: “Che c’entra Napoli con gli alpini?".

I due marò… Com’è andata davvero?

Caro direttore, sul numero di dicembre de L'Alpino hai scritto "che ti risulta del tutto incomprensibile la detenzione in India dei due militari italiani". L'affermazione è condivisibile se si guardano gli avvenimenti sotto un profilo strettamente giuridico; però se "gli alpini incarnano lo spirito cristiano" come tu confermi, allora risulta poco comprensibile come un episodio che è costato la vita a due incolpevoli pescatori, non debba suscitare quella pietas che sempre viene richiamata in analoghe luttuose circostanze.

Le Messe per i Caduti

Durante il 4° raduno di Soave (Verona) al monumento nazionale dedicato ai Caduti nella Campagna di Russia, con una partecipazione superiore a ogni più rosea previsione, di autorità, associazioni e popolazione e, in particolare, di un folto gruppo di studenti di tutte le classi sia medie sia superiori, mi si è avvicinata una persona, zoppicante per una paresi, che mi ha detto: “Mio padre è rimasto in Russia, bellissima questa manifestazione in ricordo di quelli che non sono tornati, ma sarebbe stata completa se ci fosse stata anche una Messa in suffragio.

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