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venerdì, 2 Maggio 2025

Una fragile pace…

Il generale Franco Federici ha passato tutta la vita militare negli alpini, da comandante di un plotone del battaglione Morbegno, alla guida del battaglione L’Aquila, alle pianificazioni delle missioni operative in Iraq e Afghanistan e, infine, al comando della gloriosa Taurinense. D’altronde buon sangue non mente: suo padre Luigi, anch’egli generale degli alpini, è stato comandante delle Truppe Alpine e comandante generale dei carabinieri dal 1993 al 1997, quando il numero uno dell’Arma era scelto fra i generali di Corpo d’Armata dell’Esercito. Dallo scorso ottobre il gen. Federici guida il contingente italiano in Libano. Una missione delicata in cui occorre far buon uso della saggezza, più che della forza. 

Una sola Valtellina

Tra le molteplici e diversificate attività che contribuiscono al consolidamento dell’ambizioso progetto di unione delle due ex Sezioni di Sondrio e Tirano ci sono anche quelle che la Protezione Civile dell’Ana ha promosso per armonizzare le strutture organizzative che le due Sezioni disponevano al loro interno.

Patria, onore, sacrificio

Il ricordo della battaglia di Nikolajewka a Colico è stato caratterizzato dal freddo e dalla pioggia, ma i fattori climatici non hanno scoraggiato tantissime penne nere e molti cittadini e autorità che hanno voluto, con la loro presenza, sottolineare la vicinanza agli alpini. Le commemorazioni sono state celebrate con il patronato di Regione Lombardia e il patrocinio delle Province di Lecco, Como e Sondrio, oltre che quello del Comune di Colico.

Il testamento del Capitano

Carissimo direttore, le mando una citazione, che ha letteralmente mandato in estasi un vecchio alpino (il sottoscritto). La citazione è di Claudio Magris, 26 dicembre 2015 (tv 2000 - Souls). Probabilmente lei sarà già a conoscenza, diretta o indiretta, del contenuto. In ogni caso, gliela mando. (Claudio Magris): “...mi è capitato un documento in spagnolo, scritto dall’allora Cardinale Bergoglio (quando il documento è arrivato a me era già Papa Francesco), su un corso di esercizi spirituali tenuto in Spagna dal Cardinale stesso.... 

Un’eredità da custodire

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Un'eredità da custodire

Brescia ha celebrato ancora una volta magnificamente, a livello nazionale, l’anniversario della battaglia di Nikolajewka: sabato 23 gennaio, la Sezione di Brescia, presieduta da Gian Battista Turrini, ha infatti ricordato la 73esima ricorrenza dell’evento bellico, seguendo lo schema “ordinario” (quello solenne si tiene ogni lustro). Al mattino, incontri tra alcuni reduci di Russia e gli studenti di terza media di due scuole cittadine (la “Giovanni Pascoli” e la “Divisione Tridentina”): operazione non semplice, visti gli oltre 80 anni di differenza tra le generazioni. 

Astigiani famosi

#alpiniadunata2016

La città di Asti, che lega per la seconda volta il suo nome a una Adunata nazionale Ana (la prima si svolse nel 1995) e ora si prepara ad accogliere gli alpini dal 13 al 15 maggio, ha dato i natali a numerosi personaggi. Il più famoso, tra i viventi, è certamente Paolo Conte, l’avvocato cantautore, classe 1937 che ha legato il suo nome e la sua voce roca a canzoni divenute famosissime come “Azzurro”, “Topolino amaranto”, “Un gelato al limon”, “Diavolo Rosso”, “Razmataz”, “Sotto le stelle del jazz”. 

“Lettera dal crepuscolo”

“Parole attorno al fuoco”, il concorso letterario nazionale a tema “La montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi”, organizzato dalla Sezione Ana di Treviso e dal Gruppo di Arcade, ha premiato i vincitori della 21ª edizione. Quest’anno il Gruppo promotore ha deciso di mettere in scena la cerimonia di premiazione alla vigilia dell’Epifania, nel pomeriggio del 5 gennaio, all’auditorium della scuola elementare comunale, appena rinfrescato e abbellito dagli alpini. 

“Lettera dal crepuscolo” “Parole attorno al fuoco”, il concorso letterario nazionale a tema “La montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi”, organizzato dalla Sezione Ana di Treviso e dal Gruppo di Arcade, ha premiato i vincitori della 21ª edizione. Quest’anno il Gruppo promotore ha deciso di mettere in scena la cerimonia di premiazione alla vigilia dell’Epifania, nel pomeriggio del 5 gennaio, all’auditorium della scuola elementare comunale, appena rinfrescato e abbellito dagli alpini. Circa duecento i posti disponibili, troppo pochi rispetto al grande richiamo acquisito negli anni dal concorso. L’abile conduttore Paolo Mutton ha chiesto interventi brevi: ha parlato il Consigliere regionale Riccardo Barbisan, il sindaco di Arcade Domenico Presti, il Consigliere nazionale Ana gen. Renato Genovese, il vice Presidente sezionale Flavio Baldissera, e il Capogruppo Florindo Cecconato. Il giornalista Giovanni Lugaresi, Presidente della Guiria, ha ufficialmente aperto le premiazioni presentando i sette segnalati al merito per il loro lavoro: Adriano Stella di Spresiano (Treviso), Marta Azzaroli di Massa Lombarda (Ravenna), Giuseppe Gilardino di Pralungo (Biella), Barbara Cannetti di Corlo (Ferrara), Franca Monticello di Montecchio Precalcino (Vicenza), Francesco Paloschi di Mestre (Venezia) e Daniele Emmi di Belluno. Tutti ottimi racconti: ormai il livello raggiunto dal premio è eccellente e i giurati hanno avuto non poche difficoltà a scegliere tra i 75 racconti in concorso. Giuseppe Gilardino ha chiesto di leggere una poesia che parlava del sacrificio di tanti giovani proprio nelle terre venete durante la Prima Guerra Mondiale, a ricordo soprattutto del nonno scomparso vicino al Piave e al quale ha reso omaggio di persona in occasione della sua premiazione: la commozione è stata fortissima in sala e nessuno si è risparmiato negli applausi. Tra i premi speciali, il trofeo “Ugo Bettiol” per un racconto su un tema di particolare attualità, è andato a “Ponti sulla sabbia” di Giovanni Scanavacca di Lendinara (Rovigo), la “Rosa d’Argento alpino Carlo Tognarelli” per il racconto che ha come protagonista una donna è stato vinto da “Il giorno sbagliato” di Anna Rossetto di Preganziol (Treviso). Tra i tre premiati ci sono state delle belle sorprese. La giovanissima Martina Pastori (18 anni!) di Rho (Milano) ha conquistato il terzo posto con “Stelle di montagna”, un racconto sull’abbandono a causa della guerra, con la preghiera di una vecchia sulla tomba di colui che non potrà più tornare. È stata premiata con il trofeo di cristallo, la targa e un assegno di 500 euro di cui la metà, come da regolamento, sono state devolute in beneficenza: l’ente scelto è stato Emergency. Piazza d’onore per Simonetta Cancian di Fossalta (Venezia) con “Portatrici”, sul tema delle portatrici carniche, con un’esaltazione forte di questa figura, ma fatta con toni umili e delicati: per lei targa, trofeo e un assegno di 800 euro (di cui 400 assegnati all’Auser del suo paese, che assiste i malati e gli anziani vicini al loro ultimo viaggio). Il vincitore dell’edizione 2015 è Flavio Moro con lo splendido “Lettera dal crepuscolo”, un racconto drammatico in forma di lettera tra due commilitoni Internati Militari Italiani nei lager nazisti. Uno di loro è deceduto in un bombardamento e viene ricordato alla soglia della morte dal suo vecchio amico e commilitone. Tinte forti e cupe per un racconto emozionante e di grande valore morale, sulla dignità dell’uomo. Moro ha ricevuto l’assegno di 1.300 euro; andrà aun’Associazione del suo paese, Casnigo (Bergamo), che si occupa di persone povere e in difficoltà. Dopo le foto ricordo e la lettura integrale del racconto del vincitore, la cerimonia si è conclusa con le cante “Nikolajewka” e “Signore delle cime” da parte del coro “El scarpon del Piave” di Spresiano. Poi tutti a brindare nel piazzale dinanzi alle scuole per il veloce rinfresco preparato dal Gruppo e infine il “Panevin” di Arcade, il più grande e fastoso del Veneto, che ha raccolto anche quest’anno circa 10mila presenze per l’auspicio (pare buono) dell’anno appena iniziato. Un ringraziamento va reso al Gruppo organizzatore, con gli sponsor e i patrocinanti, assieme alla Sezione Ana di Treviso, alla giuria capitanata dall’inossidabile Lugaresi e al Comitato organizzatore gestito magistralmente da Pino Gheller. La 22ª edizione è già alle porte, con una premiazione speciale: in vista dell’Adunata nazionale a Treviso, l’edizione 2016 verrà solennizzata con una premiazione a Palazzo dei Trecento a Treviso il 5 gennaio 2017.

Colori d’artista

Dalle stanze tetre di San Giacomo alla Tomba alle gallerie d’arte di mezzo mondo. New York, Madrid, Chicago, Philadelphia, Milano e Sidney. L’opera di Carlo Zinelli negli ultimi anni ha conosciuto il successo. Un successo che lui, morto nel 1974 all’ospedale del Chievo, ha soltanto potuto sfiorare. Pittura istintiva, uno dei più importanti esponenti dell’Art Brut descritta e fatta conoscere da Jean Dubuffet. Carlo Zinelli era un “matto di guerra”. «Schizofrenia paranoide» riportava la diagnosi con la quale venne definitivamente ricoverato all’ospedale psichiatrico di San Giacomo alla Tomba di Verona, il 9 aprile 1947.

Guerra scarpona

Era l’estate del 1994 quando il buon Aldo Zorzi mi suonò a casa: «Milanese!!! – mi chiamava sempre così – ho il materiale da darti per la mostra…». Si trattava di una bella pinza tagliafili lunga modello “Malfatti” e un sacchettone ben pesante con dentro delle strane calzature. «Sai cosa sono, milanese?». «Ovviamente no, cioè sì, scarpe fatte con la corda» risposi. Il buon Aldo con il suo faccione, compiaciuto annuì e sornione mi spiegò la storia di quel paio di scarpe (nella foto a sinistra). 

Là dove tramonta il sole

Sembra un foglio scuro e stropicciato il mare questa mattina, colpa del vento di libeccio che soffia severo da sud ovest. Compare all’improvviso, dopo una galleria, lungo l’autostrada del Turchino. Percorro qualche chilometro ancora e arrivo a Savona, poi a Carcare. L’illusione salmastra svanita. Nel parcheggio della piazza principale mi aspetta Luigi Bertino, profondo conoscitore della gente e delle tradizioni scritte lungo il crinale tra Piemonte e Liguria. Da tempo mi aveva promesso qualche ora che difficilmente avrei dimenticato. 

Saluti dall’Abruzzo, via web

Gli alpini schierati in Libano hanno celebrato gli eroi della battaglia di Selenyj Jar in collegamento video con la nuova sede della Sezione Ana Abruzzi. A ricordo della battaglia sul “quadrivio insanguinato”, i caschi blu del battaglione L’Aquila hanno realizzato e condiviso con gli alpini abruzzesi un documentario che racconta le dinamiche della battaglia, evidenziando l’astuzia, la tenacia, il sacrificio e il valore degli alpini abruzzesi che in Russia mantennero salda la difesa sul Don permettendo il ripiegamento dell’Armata italiana.

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