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lunedì, 12 Maggio 2025

Bandiera… di pace

C’è un preciso momento dell’Adunata in cui gli alpini in armi e quelli in congedo si danno appuntamento, per la prima volta, in solennità....

Omaggio ai patrioti

È chiamata Fossa dei Martiri e si trova nella parte orientale del Castello del Buonconsiglio, sotto l’antico mastio cilindrico. Fu qui che il 12...

Ambasciatori d’alpinità

Sono gli “ambasciatori” dell’alpinità nel mondo. Abitano - qualcuno ormai da mezzo secolo - anche a 15mila chilometri di distanza dall’Italia, dalla Patagonia al...

Impegno e fratellanza

Il Duomo di Trento, sabato 12 maggio, ha ospitato la Messa in suffragio di tutti i Caduti. Forse il momento più intimo dell’Adunata, capace...

Costruttori di comunità

Per gli alpini ritrovarsi è un elemento fondativo, qualcosa che non solo sanno fare bene, ma che giunge come un richiamo antico. “L’8 luglio...

Se lo vuoi, puoi fare tutto

L’abbiamo dichiarato per le vie di Trento durante tutta la sfilata, “per gli alpini non esiste l’impossibile”, motto dell’Adunata di quest’anno. Una frase solo...

Un trentino, camuno d’adozione

Sono molti i trentini che hanno dato lustro allo sport, alle arti e alle scienze, in passato e di recente. Uno tra loro si fece onore come scienziato, naturalista ed esploratore. Era un alpino della prima ora e precisamente del 1873, anno in cui la nostra specialità, dalla teoria di Perrucchetti, divenne pratica grazie al Ricotti. Giambattista Adami era nato a Pomarolo in Trentino il 20 aprile 1838 e, dopo aver compiuto gli studi ginnasiali a Rovereto, s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Innsbruck. Poco più tardi si trasferì a Padova per frequentare il II e III anno ma, sentendo il fervore della lotta e degli ideali provenienti dalle zone limitrofe, scelse, fra mille pericoli insieme con vari compagni trentini, di varcare il confine e di raggiungere Torino per arruolarsi nelle truppe sardopiemontesi. 

Una vita da film

Molti sanno che Walter Bonatti, leggenda dell'alpinismo e non solo, ha svolto il servizio militare nelle Truppe Alpine, ma pochi che è stato socio dell'Ana per decenni. Iscritto sessant'anni fa, dal 1958 fino al 2011, anno della sua morte, al Gruppo di Semonte, frazione di Vertova (Bergamo). Bonatti nacque a Bergamo nel 1930, si trasferì poi con la famiglia a Monza, ma negli anni della Seconda Guerra Mondiale, per sfuggire ai pericoli conseguenti ai bombardamenti degli stabilimenti siderurgici della zona, traslocò con la mamma a Semonte, presso la casa di una zia. Frequentò le scuole medie presso la Casa del Fanciullo dell'ordine di Malta con sede a Gazzaniga.

In partenza per il Libano

Dopo due anni gli alpini tornano in Libano. Nel maggio del 2016 la brigata Taurinense era stata impegnata per sei mesi nel Paese dei Cedri, oggi tocca alla Julia, salutata ufficialmente lo scorso 6 aprile a Udine, nella splendida cornice del chiostro cinquecentesco della caserma Di Prampero, sede del Comando brigata. Gli alpini in congedo, sempre vicini a quelli in armi in queste occasioni, erano presenti con il Presidente nazionale Sebastiano Favero, il suo vice Alfonsino Ercole e alcuni consiglieri nazionali che hanno scortato il Labaro, mentre le penne nere delle Sezioni, presenti con numerosi vessilli, erano schierate accanto ai reparti della Julia. 

Monumenti eterni

Il più profondo e commovente discorso pronunciato per celebrare i Caduti per la Patria è senza dubbio quello tenuto ad Atene 2.500 anni fa. Nel 430 a.C. lo stratega Pericle si rivolge ai cittadini ateniesi con un epitaffio che passa alla storia e che noi conosciamo perché riportato dallo storico Tucidide ne “La guerra del Peloponneso”. Vale la pena di riprenderne qualche passo. Dice l’eminente politico greco riferendosi ai soldati caduti per la difesa e la grandezza di Atene che essi: «Furono uomini capaci di osare, consapevoli dei loro doveri, animati nel loro agire da un vivo senso dell’onore». 

Giovani idee

Aosta città alpina: non ci sono dubbi a riguardo e l’aria alpina la si respira in ogni suo angolo, specie di fronte all’alzabandiera nel piazzale della caserma Battisti, circondato da verdi montagne. Passando da lì una domenica mattina di aprile, un alpino in servizio in quella caserma avrebbe potuto osservare con curiosità un folto drappello di giovani che indossavano le maglie verdi con la scritta “Dal 1919, l’impegno continua”, all’ombra di un’altrettanto densa schiera di vessilli sezionali, provenienti da tutte le parti d’Italia. Stiamo parlando del 4º Convegno nazionale Giovani alpini che si è tenuto ad Aosta, presso la Caserma Battisti il 7 e 8 aprile scorsi: un momento particolarmente importante per esaminare e valutare l’attività svolta e per gettare le basi per i passi futuri che riguardano questa componente associativa.

Parlar di alpini

Sono Stefano Filippi de Il Giornale e l’inviata Ebe Pierini i vincitori, ex aequo, del Premio Giornalista dell’anno 2018, rivolto ai reporter che durante l’anno passato abbiano fatto conoscere l’opera degli alpini, le tradizioni e le tematiche care alle penne nere. Il voto è stato unanime da parte della Commissione presieduta dal Consigliere nazionale Renato Romano e composta da Bruno Fasani, direttore de L’Alpino, e dai referenti dei quattro Raggruppamenti Ana: Marino Amonini, Enzo Grosso, Antonio Maritan e Paolo Mastracchio.

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