L’incanto magico del Grappa
Dapprima un tremito di freddo, poi la bruma… infine l’aria, quell’aria che ha modellato i fianchi delle montagne, che ha scavato le rughe profonde dei nostri veci; quell’aria che ha inciso tracce indelebili nel mio modo di essere connotando la mia identità ed attivando quei processi che mi riportano alle origini con umiltà e gratitudine. E da lassù il mio sguardo si perde verso quel mondo in cui ho imparato a leggere la realtà, a vivere il tempo, ad alimentare quel sentimento di appartenenza che unisce le penne nere di oggi e di ieri.
“Cuneense, andouma prou!”, avanti!
Venerdì 13 gennaio ore 14: dalla stazione di Ceva inizia il viaggio lungo la linea ferroviaria Ceva-Ormea, sulle tracce della tradotta che se andò con tanti giovani dell’Alta Val Tanaro per la tragica Campagna di Russia. L’iniziativa ha aperto il fine settimana dedicato, in collaborazione con il Comune, al 69° anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka del gennaio 1943, che segnò il calvario della Divisione Martire.
Gli alpini nella storia d’Italia (12ª puntata)
Da due battaglioni a cinque brigate
Concluso il conflitto mondiale, l’Italia è un paese a “sovranità limitata”: il regime armistiziale e la presenza del governo militare alleato, unitamente alle difficoltà economiche dovute a cinque anni di conflitto e di bombardamenti, impediscono di affrontare la ricostruzione con la rapidità che molti vorrebbero. Entro questa cornice storica (che troverà sollievo solo con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica del 1949), anche la rifondazione delle Truppe alpine subisce rallentamenti: dagli iniziali due battaglioni (“Piemonte” e “L’Aquila”) che avevano partecipato alla guerra di Liberazione, alla formazione delle cinque brigate che hanno costituito l’organico del Corpo sino agli anni Novanta (“Julia”, “Tridentina”, “Taurinense”, “Orobica”, “Cadore”), trascorrono otto anni.
Bolzano e il trilinguismo
Bolzano è una città strategica che sorge in un punto attraverso il quale si è obbligati a passare per poter raggiungere le vette, considerate tra le più belle al mondo, delle Dolomiti. Montagne che sovrastano ed insieme avvolgono l’agglomerato urbano che ospita cittadini appartenenti a tre madrelingue diverse. Escludendo gli stranieri, il 73% della popolazione del capoluogo altoatesino è di madrelingua italiana, il 26,3% di madrelingua tedesca e lo 0,7% di madrelingua ladina, una lingua romanza legata alle antiche popolazioni celto-romane stanziatesi in passato sulle Dolomiti.
Lo spirito alpino
Sono un maresciallo dell’Aeronautica Militare Italiana in pensione, e ancora oggi dopo anni di assenza dalla vita attiva dell’Arma sono fiero di aver fatto parte di questa grande e moderna Arma, ma sono altrettanto fiero di essere iscritto all’ANA. Ho sempre guardato al Corpo degli alpini con rispetto e ammirazione, ma da quando vivo la maggior parte dell’anno a Danta di Cadore ho imparato ancor più ad amare gli alpini; quassù si tocca con mano quanto questo Corpo sia unito e solidale. Ognuno, all’occorrenza, mette a disposizione di tutti il proprio tempo libero, la propria arte, il proprio lavoro, e quando servono anche le proprie disponibilità economiche. Sono una fucina di valori, di solidarietà, di amore per il bello, di convivenza civile.
Giuseppe Iovino – Danta di Cadore (BL)
LUINO – Una croce per ricordare
“Un Segno per ricordare”. È questa l’introduzione alla targa posta sul basamento della croce eretta dagli alpini sul Monte Cadrigna, in Comune di Veddasca sopra Passo Forcora che fu sede, nel 1999, di una tappa di Camminaitalia. In cima al Cadrigna, balcone dominante il Verbano, a 1.300 metri di quota sopra Maccagno, c’è un pianoro chiamato “Pian de la Cros”. I resti di un basamento ricordavano che ai tempi una croce proteggeva quel luogo. L’alpino Gianmario Piazza, nativo dell’alta valle, pensò un giorno che sarebbe stato bello posarne una nuova e lo propose. Raccolta fondi, autorizzazioni, lavoro dei soliti noti, ora la croce è su, a ricordare e onorare, nel 150° dell’Italia unita, tutti i Caduti, in particolare i dispersi, gli infoibati e chi è sepolto senza il segno della sua fede cristiana.
Storia “cantata” nelle scuole a Varese
Rispetto per la natura, per le istituzioni, per le tradizioni è il leitmotiv dei canti proposti dal coro ANA “Campo dei Fiori” del gruppo di Varese, nell’ambito di un progetto patrocinato dal Comune, dalla Provincia di Varese e dalla Regione Lombardia riservato a studenti e docenti di varie scuole superiori. Il progetto ribadisce la necessità di conservare le tradizioni culturali alpine in un momento di espansione multietnica che tende a uniformare e cancellare le identità locali. Anche il canto può infatti contribuire a recuperare testimonianze e memorie del territorio cui apparteniamo, perché un uomo che non è legato alle sue tradizioni è come un albero senza radici.
Alpiniadi, che passione
Riunire in un unico fine settimana e in una sola sede tutti i Campionati Italiani dell’Associazione Nazionale Alpini. È questa l’idea che ha portato alla prima edizione delle “Alpiniadi invernali”, in programma dall’8 all’11 marzo a Falcade e nei limitrofi centri della Valle del Biois. Come ha ricordato il presidente Perona, Falcade “è terra di alpini, luogo della memoria, e paese tanto caro al capitano Arturo Andreoletti, alpino e alpinista di razza, socio fondatore e già presidente nazionale dell’ANA, uomo che, più di ogni altro, ha saputo prevedere le giuste coordinate di un cammino che ci ha portato a superare i novant’anni di storia associativa con una brillantezza che, forse, nemmeno lui aveva osato sperare”.
Quando sfilano gli alpini
Sono la moglie di un alpino: un brivido e qualche lacrima mi vengono quando vedo il mio bell’alpino sfilare con orgoglio e a testa alta. L’amore per la nostra patria fa venire la pelle d’oca anche quando vediamo sfilare i nostri amati militari che tanto fanno per il bene della nostra patria. Siamo tutti sotto lo stesso cielo meraviglioso della nostra patria.
Maria Grazia Giovanardi Moro - Asti
L’omaggio ai Caduti italiani nel cimitero cèco di Milovice
Il cimitero di Milovice, nei pressi di Praga, è stato teatro anche quest’anno di una cerimonia densa di emozioni nel ricordo dei 5.276 connazionali internati deceduti durante la prima guerra mondiale. È stata una cerimonia molto semplice, con la deposizione delle corone alla presenza dell’ambasciatore italiano a Praga Pasquale D’Avino, del ten. col. Romeo Tomassetti delle Forze Nato, esponenti militari delle forze armate della Repubblica Ceca, religiosi della chiesa cattolica e ortodossa, reduci boemi, il sindaco di Milovice con molti suoi concittadini e, a sorpresa, anche una folta rappresentanza di italiani residenti a Praga.
VICENZA – A Camisano l’Adunata sezionale
Per la seconda volta in meno di dieci anni Camisano Vicentino ha spalancato le braccia alle penne nere. E, ancora una volta, gli alpini sono stati accolti con tanti tricolori che dalle finestre li hanno accompagnati per tutta la sfilata. Per fortuna la pioggia caduta così fitta da impedire la visibilità è cessata un quarto d’ora prima della partenza del corteo; e la tregua ha retto per tutto lo sfilamento. Il vessillo sezionale scortato dai vertici associativi ha attraversato le strade di Camisano: via Roma, piazza Umberto I, via Marconi, via II Risorgimento, via Pertini; così, anche idealmente, le penne nere hanno ripercorso il 150° d’unità d’Italia.
“Parole attorno al fuoco” che vincono
Nella palestra del Comune di Arcade, come da tradizione, si è svolta la premiazione della 17ª edizione di “Parole attorno al fuoco”, il premio nazionale per un racconto sulla montagna, organizzato dalla sezione ANA di Treviso e dal gruppo di Arcade, con il patrocinio del ministero per i beni e le attività culturali, dell’ANA nazionale, della Regione Veneto, della Provincia di Treviso, dei Comuni di Arcade e Treviso. Racconti attorno al focolare: come il famoso “Panevin di Arcade”, bruciato per propiziare un buon 2012.