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mercoledì, 14 Maggio 2025

Alpini e politica

Anche se il singolo alpino, in quanto cittadino, ha un suo proprio orientamento politico, l’ANA è per suo statuto apartitica. Purtroppo c’è ancora chi considera gli alpini un ricco bacino elettorale; figure politiche e della Pubblica Amministrazione si propongono a volte come sostenitori e “santi patroni” degli alpini, sicuri che in futuro questi gli dimostreranno la dovuta gratitudine.

Trincee e caverne: i segni della Grande Guerra

Nella nostra serie dedicata ai musei ben s’inserisce questo che è tra i più significativi e completi. Non espone cimeli, divise, armi, ma riguarda i luoghi in cui vissero, combatterono e morirono tanti nostri soldati in quella guerra di trincee e di mine che spesso si rivelò, in montagna, non meno cruenta di quella di pianura. Ecco dunque questa testimonianza recuperata con il lavoro di tanti volontari alpini “per non dimenticare”.

FULVIO PEDRAZZINI: UN ALPINO, DUE GUERRE E TANTE LETTERE

Pedrazzini, avvocato valtellinese, ha combattuto entrambe le guerre mondiali. Della sua esperienza ha lasciato traccia in un gran numero di lettere conservate dai genitori prima, e dalla moglie e dai figli poi. Il suo epistolario è una testimonianza di grande interesse storico e documentale, da cui emerge il ritratto di un uomo che ha vissuto intensamente il suo tempo.

TERESIO OLIVELLI

Olivelli fu un giovane di grande intelligenza e passione umana e cristiana che intraprese un percorso verso la santità nel segno di un fortissimo impegno umano e morale. Medaglia d’Oro al Valore della Resistenza e Servo di Dio, per lui è in atto il processo di beatificazione. Durante la guerra combattè con gli alpini sul fronte russo. Arrestato e deportato morì in un lager per le percosse ricevute da un kapò che lo aveva sorpreso ad assistere un compagno malato.

PEPPINO PRISCO

Peppino Prisco: avvocato, interista, alpino e reduce di Russia. Impossibile descrivere in poche righe la personalità complessa di questo personaggio che ha vissuto con uguale passione e slancio i diversi momenti della sua vita, spesso concomitanti. Ci hanno provato il giornalista Marco Pedrazzini e Federico Jaselli Meazza, nipote del mitico calciatore Peppino Meazza con un libro simile ad un’autobiografia, ricchissimo di episodi, aneddoti, storia della seconda guerra mondiale con finestre aperte sugli avvenimenti più tragici e significativi di quella sventurata Campagna.

SGUARDI DI PACE. GUARDIANI DI PACE

Un libro quasi esclusivamente fotografico, più di 100 immagini in alta definizione raccontano il lavoro delle nostre Forze Armate in supporto alla popolazione afgana. Scene di vita vissuta da cui traspare l’umanità dei nostri soldati e il loro ruolo di pacificatori. Bellissime e struggenti le foto dei bambini.

E QUI, QUANDO FIORIRÁ LA TERRA?

L’intensa esperienza del cappellano militare don Onorio Spada a fianco del 201° reggimento di artiglieria motorizzata prima, e del btg. Val Cismon poi. Il commovente diario di 18 mesi che ci restituisce l’eroismo e l’umiltà di un uomo impegnato a dimostrare ogni giorno che la vita è il dono più grande, anche quando ogni cosa sembra suggerire il contrario.

I FRATELLI ROTA

La storia dei fratelli Rota, dalla ritirata di Russia a cui l’artigliere Angelo partecipò con il Gruppo Sondrio, alla deportazione dopo l’8 settembre, con il fratello Giacomo nei campi di lavoro in Germania. Rientrati entrambi a baita, casa Rota divenne un punto di riferimento per i reduci delle valli bergamasche e valtellinesi.

SALUTAMI LA MIA MAMMA

Quarantaquattro reduci della seconda guerra mondiale di Villa di Tirano ci regalano le loro testimonianze con la speranza che le nuove generazioni comprendano l’immenso valore della pace.

ANTONIO MONZANI “…E IL DOVERE COMPIUTO!”

“Testimonianze di vita militare della Campagna di Grecia e di Russia”, spiega il sottotitolo di questa singolare biografia del generale di Gorizia Antonio Monzani, mancato nel luglio 1988, combattente con la Julia in Grecia e in Russia. E testimonianze sono: preziosi frammenti di guerra vissuta con la spontaneità d’un patriota risorgimentale e gli abbagli d’un regime che fa scrivere da Atene: “La guerra è finita, finita vittoriosamente…”.

Ma ne valeva la pena?

Vorrei fare riferimento su quanto ha scritto il socio Gian Paolo Gazzago su L’Alpino di marzo che dice: “Gli eventi di questi ultimi tempi hanno palesato in modo incomprensibile la pochezza dei nostri politici; pochezza di idee, ma soprattutto di sensibilità verso gli onesti cittadini e rispetto in particolare ai numerosi soldati e partigiani che hanno immolato la loro vita convinti ne valesse la pena”. 

L’emergenza neve

Desidero porgerVi il mio personale e vivo ringraziamento per gli importanti interventi nelle prime due settimane di febbraio nelle Province di Forlì-Cesena e Rimini durante l’emergenza neve.

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