FRATEL LUIGI DEGLI OSPEDALI
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L’autore, ex allievo salesiano, ha conosciuto personalmente fratel Bordino. In questa biografia ne ripercorre la vita, dall’adolescenza in una famiglia contadina ai patimenti della guerra vissuta da artigliere della Cuneense fino alla prigionia in Siberia. Patimenti che lo segneranno per sempre, tanto che al suo ritorno a casa scelse di diventare un laico consacrato all’assistenza dei malati e dei poveri. Impegnato in questo servizio, spese tutta la sua vita al Cottolengo di Torino. Morì di leucemia nel 1977, tuttavia anche durante la sua dolorosa malattia non smise mai di ringraziare Dio. Dalle testimonianze raccolte in questo libro emergono i tratti di una personalità fuori del comune e di una fede incrollabile, vissuta nella quotidianità. |
DEL MIO LUNGO SILENZIO
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L’autore racconta la Grande Guerra attraverso le parole dei protagonisti, in maggioranza bresciani, con documenti inediti e sorprendenti, spesso frutto di una lunga ricerca. A confronto, il punto di vista di due classi sociali e culturali lontane, ma fianco a fianco nella vita di trincea: i contadini dediti al duro lavoro nei campi e quasi tutti neutralisti, e gli intellettuali (studenti e professionisti) di cui molti interventisti. L’insieme dei documenti diventa un racconto coinvolgente, che l’autore commenta senza esprimere giudizi. |
STORIA MILITARE DELL’AFGHANISTAN
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«A differenza di tutte le altre guerre quelle afgane diventano serie solo nel momento in cui sono finite». Quella dell’Afghanistan è una storia di guerra. Nessuno straniero è stato in grado di conquistarlo, nessun esercito, anche il più moderno, è riuscito ad avere la meglio sui guerrieri afgani. Nemici esterni, ma soprattutto guerre civili e rivolte hanno segnato la storia di questo Paese nel corso dei secoli minandone la struttura sociale ed economica e relegandolo tra i più poveri del mondo. Dopo l’11 settembre 2001 e l’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, l’Afghanistan è tornato al centro della storia. Ed è stata nuovamente la guerra. Questa volta condotta dall’America, attraverso l’operazione Enduring Freedom alla quale si è aggiunta un’altra missione, l’International Security Assistance Force (Isaf), sostenuta da decine di nazioni con uomini, strumenti e mezzi. |
Informare con correttezza
Egregio direttore, chissà quante discussioni avrà suscitato la lettera pubblicata su L’Alpino di giugno a firma dell’art. Aldo Parodi. Una lettera di per sé estremamente spigolosa e con delle affermazioni e/o convincimenti che sono il frutto di una informazione, cavalcata da quasi tutti i media, che poco si addice alla tanto declamata professionalità del giornalismo e dei giornalisti.
Torna il 5º Alpini
Dopo sei mesi gli alpini del 5º reggimento lasciano il Kosovo. Il passaggio di responsabilità con il 132º reggimento Carri, comandato dal col. Ciro Forte, si è svolto alla base di “Camp Villaggio Italia”, sede del Multinational Battle Group West, l’unità multinazionale a guida italiana che ha competenza sul settore occidentale del Paese. A presiedere alla cerimonia il comandante di Kfor, gen. D. Francesco Paolo Figliuolo e l’ambasciatore per l’Italia in Kosovo, Andreas Ferrarese. Durante il loro mandato gli alpini hanno profuso grande impegno nelle attività di cooperazione-civile militare, uno dei pilastri della responsabilità italiana nel teatro balcanico.
Potenza Di Gioia
Dopo i fasti della brillante cerimonia dello scorso anno in occasione del 60º anniversario di fondazione, a Soligo, gradevole località del comune di Farra di Soligo, è stato organizzato il 44º campionato nazionale di corsa in montagna individuale. Lungo i severi e impegnativi saliscendi che caratterizzano il paese natale dell’alpino Medaglia d’Oro Sante Dorigo, 506 atleti di 43 Sezioni Ana hanno dato vita all’edizione record per partecipazione. Entrambi i percorsi, quello più lungo di 11.500 metri e il più corto di 7.800, sono stati resi ulteriormente difficili dal caldo e dall’afa opprimenti di un luglio bollente.
L’Ortigara è bella ma scomoda!
Le cerimonie del pellegrinaggio in Ortigara hanno avuto inizio sabato 11 luglio ad Asiago, nei pressi del sacrario del Leiten. In sfilata un corteo composto dal Presidente Favero accanto al generale Bonato, molti Consiglieri nazionali, 24 vessilli e una cinquantina di gagliardetti di Gruppo. Assieme a noi anche i nostri amici dell’Infanterie regiment nr. 59 “Erzherzog Rainer” di Salisburgo, alcuni rappresentanti dei Kaiserschutzen e gli amici dell’Associazione dei soldati da montagna della Slovenia. Dopo la brevissima cerimonia ho avuto modo di intrattenermi con i miei amici “Rainer” che da tanti anni giungono fin qui per ricordare i loro Caduti e cercare di mantenere viva la memoria del loro pluricentenario Reggimento.
Ritorno a casa
Sono trascorsi cinquant’anni dalla posa della prima pietra per la costruzione del Memoriale che ricorda i Caduti del battaglione Intra. Una struttura semplice, lineare senza ornamenti. Vinceranno i nomi incisi sulle targhe di bronzo, vincerà la frase riportata poco sopra “Noi siamo gli alpini morti per l’Italia”. E quella fila di nomi sono gli uomini del battaglione Intra che, un poco per volta, tornano a casa: gente di lago e di montagna reclutata nelle terre del Cusio, del Verbano e dell’Ossola e ancora nel luinese e nel varesotto. Sono gli alpini dalla nappina verde segno distintivo di un battaglione che annoverava gente esperta nell’arte dell’arrangiarsi, montanari, spesso contrabbandieri capaci di sconfinare al buio, con zaini che parevano zavorre, dal lago su verso la Svizzera e ritorno.
L’estate rigenera la nostra identità
L’estate è per gli alpini tempo di rigenerazione. Se l’inverno è evocativo di vicende epiche, vissute su cime invincibili o nella steppa russa, quelle che il beato Carlo Gnocchi definì quasi una epopea biblica, la bella stagione dà respiro alla memoria, coinvolgendo e contagiando del nostro spirito migliaia e migliaia di persone, attratte dai riti della nostra presenza. E quasi sempre si tratta di commemorazioni celebrate nei sacrari a cielo aperto, quelli delle nostre montagne, dove gli alpini hanno scritto la loro storia e dove il linguaggio della natura racconta, con il tanto non detto dei suoi silenzi, il bisogno di grandezze che fiorisce dall’animo. Montagna e storia, fatica e conquista, concretezza e trascendenza…
Raduno alpini del 1º rgpt.
Il 10 e 11 ottobre Acqui Terme ospiterà il raduno del 1º raggruppamento (Sezioni del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Francia). Per l’occasione il 3 ottobre, alle ore 15, sarà inaugurata la mostra sulla storia delle Truppe Alpine, con esposizione dei lavori del concorso delle scuole.
Onestà alpina
Gentilissimo direttore, sono Massimo Gotti, Capogruppo degli alpini di Sedrina-Botta, Sezione di Bergamo; vorrei raccontare un fatto accaduto durante l’ultima Adunata nazionale. Purtroppo il sabato antecedente all’Adunata un mio alpino ha perso una notevole somma di denaro che doveva essere donata al Gruppo alpini de L’Aquila.
Cantore ai suoi figli
«Oh yes, the famous italian mountain troops!», questa la frase pronunciata con entusiasmo da Elisabetta II, regina d’Inghilterra, nel corso della sua ultima visita ufficiale in Italia. L’avevano portata a vedere Villa Borghese quando, tra le molte statue, scorse quella dell’artigliere alpino con il suo mulo. «Come fa a conoscere gli alpini, Maestà?» le chiese titubante qualcuno del seguito. «Ma perché anch’io da ragazza ho letto tutti i libri di Kipling!», fu la risposta lapidaria della sovrana. Che cosa dunque aveva mai scritto Rudyard Kipling, l’indiscusso re dei libri d’avventura per ragazzi, di così eclatante sul conto degli alpini?