Come nasce un canto
Durante i lunghi anni di prigionia in Russia, il tenente Italo Stagno 1º Alpini, divisione Cuneense, Medaglia d’Oro al Valor Militare, scrisse i versi di questa poesia. Unico degli “ultimi 28” prigionieri italiani a non rivedere l’Italia, si spense il 24 settembre del 1947 nel Waldlazarett n. 1.035, a circa 30 km da Kiev. Il tenente medico Enrico Reginato (Medaglia d’Oro al Valor Militare, btg. Sciatori Monte Cervino) gli rimase accanto fino all’ultimo respiro.
Spiegarsi per capirsi
Avevo da poco finito la naja, ero a Longarone per lavoro e quella sera, lontano da casa, decisi di andare al cinema a Belluno. Nella sala tre o quattro persone sparpagliate e quattro giovani alpini in divisa. Da poche settimane era entrato in vigore il divieto di fumare nei cinema e sia io che loro tenevamo la sigaretta racchiusa nelle mani per non far vedere la luce rossastra della “brasa”, in perfetto stile alpino, come si faceva di guardia in trincea.
Nikolajewka: scuola di bontà
Fu una decisione coraggiosa e vincente: nel 1982 gli alpini bresciani pensarono, per il 40º della battaglia di Nikolajewka, ad un monumento che andasse al di là del simbolo. Scelsero un “monumento vivente”, che tramandasse concretamente, giorno per giorno, i valori della nostra Associazione, in ossequio all’idea di “onorare i morti aiutando i vivi”. Nacque così la Scuola Nikolajewka: l’edificio, imponente, su tre piani, con due “torri” e servizi annessi, fu costruito dalle penne nere in soli sei mesi, nel quartiere di Mompiano, a nord della città di Brescia, in un’area pedecollinare.
Un Trentatré per dire: grazie Giuliana!
A seguito dell’ottimo articolo apparso il mese scorso, come vecchio collaboratore dei passati direttori Vita, Peduzzi e Di Dato ho avuto l’immenso piacere di conoscere ed apprezzare Giuliana Marra. Una donna straordinaria, trasparente, leale, dalle indiscusse capacità relazionali e integrità morale. Una persona che ha sempre dimostrato grande attaccamento all’Associazione e al proprio lavoro come non mai.
SICILIA Omaggio al gen. Sapienza
Le autorità civili, militari, le Associazioni d’Arma e la Medaglia d’Oro al Valore Militare alpino Andrea Adorno si sono riunite presso la tomba del generale Luigi Sapienza (1866-1939), per rendere omaggio ad un grande siciliano, due volte Medaglia d’Argento al V.M. della Prima Guerra Mondiale. Al monumento ai Caduti di piazza Pertini si è celebrato l’alzabandiera a mezz’asta in ricordo dei morti e della connazionale Valeria Solesin, trucidati dai folli dell’Isis al Bataclan di Parigi.
Colori d’artista
Dalle stanze tetre di San Giacomo alla Tomba alle gallerie d’arte di mezzo mondo. New York, Madrid, Chicago, Philadelphia, Milano e Sidney. L’opera di Carlo Zinelli negli ultimi anni ha conosciuto il successo. Un successo che lui, morto nel 1974 all’ospedale del Chievo, ha soltanto potuto sfiorare. Pittura istintiva, uno dei più importanti esponenti dell’Art Brut descritta e fatta conoscere da Jean Dubuffet. Carlo Zinelli era un “matto di guerra”. «Schizofrenia paranoide» riportava la diagnosi con la quale venne definitivamente ricoverato all’ospedale psichiatrico di San Giacomo alla Tomba di Verona, il 9 aprile 1947.
Guerra scarpona
Era l’estate del 1994 quando il buon Aldo Zorzi mi suonò a casa: «Milanese!!! – mi chiamava sempre così – ho il materiale da darti per la mostra…». Si trattava di una bella pinza tagliafili lunga modello “Malfatti” e un sacchettone ben pesante con dentro delle strane calzature. «Sai cosa sono, milanese?». «Ovviamente no, cioè sì, scarpe fatte con la corda» risposi. Il buon Aldo con il suo faccione, compiaciuto annuì e sornione mi spiegò la storia di quel paio di scarpe (nella foto a sinistra).
Il mondo alla rovescia
La guerra si insinua nell’esistenza di ognuno ancor prima che imperversi. Essa coinvolge uomini e donne, vecchi e bambini, senza differenze. Il 24 maggio 1915 la notizia non colse nessuno impreparato, i giovani e i richiamati si apprestavano a lasciare tutto, indugiavano sui ricordi, restavano fermi, immobili davanti alla finestra di casa nel tentativo di bere fino all’ultimo sorso l’orizzonte che avevano guardato ogni mattina, i profili delle montagne che conoscevano a memoria, il cielo sopra la loro casa. Le donne, fossero mamme, spose, sorelle o fidanzate, vivevano l’imminente separazione con riserbo, sebbene nel cuore portassero un peso enorme, cercavano di nascondere la preoccupazione mostrandosi forti.
Un passo nel futuro
Non era mai successo che due Sezioni si unissero, molte volte è capitato il contrario. I tempi cambiano, le comunicazioni sono più veloci, gli spostamenti più facili, diventa opportuno ottimizzare le risorse. Un po’ per volta si è fatta strada l’idea che tutti gli alpini valtellinesi ritornassero uniti come agli albori della nostra Associazione quando fra i primi decisero di fondare una Sezione.
TORINO – L’invasione benefica dei Babbo Natale
Diecimila costumi venduti in un solo mese, 33mila euro raccolti nella sola mattinata del 13 dicembre, 4.354 biglietti della lotteria per un totale di 8.708 euro, 2mila partecipanti alla camminata organizzata da Base Running che ha donato 6mila euro alla Fondazione Forma, 34 negozi che hanno aderito al concorso “il volontario più in forma”, per un totale di 7.600 euro e 1.380 vestiti venduti…
MILANO – Un restauro per i Caduti
Il Gruppo di Lodi ha “restituito” alla città il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, presente nel cimitero Maggiore. Sono occorsi nove mesi per pianificare e organizzare al meglio il restauro dell’opera, coordinando le eterogenee realtà coinvolte. L’amministrazione comunale ha seguito la parte burocratica, gli alpini hanno restaurato la parte esterna del monumento, mentre gli incaricati della scuola d’arte “Bergognone” hanno pulito il marmo e ridipinto sulle lapidi i nomi dei 250 Caduti.
Sora, tra realtà e punti di vista
Caro direttore, è da tanto tempo che volevo dire la mia su determinati argomenti ma avevo sempre lasciato perdere, ora è venuto il momento (almeno per me) di chiarire lo scopo della nostra rivista. Prendo spunto da alcuni articoli degli ultimi mesi che non mi sono piaciuti per niente.